Diamo i numeri: i 7 della storia del Manchester United

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Dopo avervi parlato dei numeri 6 e dei numeri 17 della Juventus, anche oggi torna l’appuntamento con la rubrica targata 11contro11: “Diamo i numeri“. Per la prima volta da quando abbiamo iniziato questa rassegna storica, lasciamo l’Italia per spostarci all’estero. Oggi, infatti, vi narriamo le imprese dei numeri 7 della storia del Manchester United

La casacca n°7 dei Red Devils è indubbiamente una delle più ambite da parte di tutti i calciatori. Dopo George Best, che ha vestito la maglia negli anni ’60, la “7” ha assunto un prestigio davvero incredibile. Negli anni, tanti sono stati i nomi “di peso” che hanno indossato uno dei simboli dello United, a partire da Eric Cantona, passando per David Beckham ed arrivando a Cristiano Ronaldo.

I professionisti che l’hanno indossata hanno scritto pagine di storia del calcio, non solo con il club inglese ma anche al di fuori dei confini britannici, indossando le maglie delle proprie nazionali. 

I numeri 7 del Manchester United (pt.1)

Prima di analizzare il passaggio di consegne avvenuto tra il 1995 e i giorni nostri, non possiamo non citare quei calciatori “storici” che hanno vestito la “7” e l’hanno resa così magica ed ambita

George Best

Per raccontare le gesta del calciatore nord-irlandese non basterebbe un singolo articolo. Il classe ’46 ha indossato la maglia del Manchester United dal 1963 al 1974, facendo avvicinare al calcio milioni di tifosi. Personalità straripante e genio del calcio, il nativo di Belfast è stato uno dei driblatori più forti di sempre. 361 le presenze con gli inglesi, condite da 137 gol, due Campionati inglesi, due Charity Shields, una Coppa dei Campioni (’67-’68) ed anche un Pallone d’Oro (nel 1968). 

Diamo i numeri: i 7 della storia del Manchester United

Capocannoniere della First Division nel ’67-’68, guidò, nel medesimo anno, la squadra alla vittoria in campo internazionale. Il Manchester United di Best fu la prima squadra inglese a sollevare la Coppa dei Campioni. Il nord-irlandese, nell’atto conclusivo della manifestazione, segnò il momentaneo 2-1 ai danni del Benfica, ai tempi supplementari. 

Nel 2004 è stato inserito nella lista dei 100 migliori giocatori della storia e nel 2020 è stato in nomination per rientrare nella Top-11 All-Time del Pallone d’Oro. 

Paul Ince ed Eric Cantona

Prima di arrivare ai giorni nostri, altri due grandi campioni meritano di essere nominati: Paul Ince ed Eric Cantona. Il francese ha giocato con lo United dal 1992 al 1997, condividendo per tre anni lo spogliatoio con il classe ’67 di Londra. 

I due numeri 7 di quegli anni hanno scritto pagine importanti della storia della formazione di Manchester: Cantona ha sollevato al cielo tre Charity Shields, quattro Campionati inglesi e due Coppe d’Inghilterra; Paul Ince, invece, ha conquistato anche una Coppa di Lega inglese, una Coppa delle Coppe (’90-’91) e una Supercoppa UEFA. 

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I due ricoprivano ruoli diversi in campo: il francese era una seconda punta, esuberante dentro e fuori dal campo, che amava molto il gioco “maschio” e che non si risparmiava mai. Il ragazzo inglese, d’altro canto, era un centrocampista tenace e abile nell’uno contro uno.  

Cantona e Ince sono entrati nel cuore dei tifosi: sia per il numero di trofei vinti che per l’attaccamento alla maglia mostrato durante l’arco delle diverse stagioni. 

I numeri 7 del Manchester United (pt.2)

David Beckham

Dal 1995 al 2003 un solo giocatore ha dominato la scena inglese: David Beckham. Oltre ad essere stato un grande calciatore, infatti, il classe ’75 è stato anche un sex-symbol per la sua generazione, ed il primo a riuscire a costruire una propria immagine anche fuori dal rettangolo verde.

Grazie alle sue abilità imprenditoriali, Beckham è divenuto il primo uomo-azienda del calcio, creando un proprio brand ed una propria linea di abbigliamento. Tutto questo, però, è stato reso possibile dalle grandissime abilità che, all’interno del campo da gioco, l’inglese ha sempre dimostrato di possedere.

Diamo i numeri: i 7 della storia del Manchester United

Solo per citare alcuni dei suoi trofei possiamo elencare i cinque Campionati inglesi vinti, le due Coppe d’Inghilterra, il Campionato spagnolo e quello francese, una Champions League (nel ’98-’99) ed anche il premio di giocatore dell’anno UEFA nel 1999. 

Con il Manchester United ha vinto la Coppa dei Campioni e, in 388 presenze, ha segnato 85 gol e ha servito ben 106 assist. Con la classe devastante e il carisma che lo hanno sempre contraddistinto, Beckham è riuscito a conquistare il supporto di milioni di tifosi, in ogni continente del mondo. Il club che però lo ha fatto conoscere al grande pubblico è stato il Manchester United, e il britannico lo ha ripagato egregiamente. 

Cristiano Ronaldo

La carriera del mostro sacro portoghese è ancora in corso di svolgimento, eppure nessuno può negare che il nativo di Funchal sia uno dei migliori calciatori della storia del calcio. Dal 2003 al 2009, CR7 ha vestito la casacca che lo ha poi reso un’icona e che lo accompagnato in tutte le sue future avventure. 

Diamo i numeri: i 7 della storia del Manchester United

Sbarcato in Inghilterra dallo Sporting Lisbona, in sei stagioni, il classe ’85 ha sollevato ben 10 trofei, uno dei quali personale (il Pallone d’Oro del 2008). Sotto la guida di Sir. Alex Ferguson, Ronaldo si è consacrato agli occhi del mondo e, con la vittoria della Champions League nel 2007-2008, ha dimostrato di poter competere con i grandi dello sport. 

Il numero dei suoi record è infinito ed inenarrabile: la sua grandezza non è esprimibile a parole. Indubbiamente, l’ex-Real Madrid ha dato una grande mano a rendere ancor più iconica la casacca n°7 dei Red Devils. 

Gli anni ’10 e ’20 del secolo corrente (pt.3)

Dopo l’addio di Cristiano Ronaldo, la maglia è passata sulle spalle di numerosi giocatori, che comunque hanno nomi di un certo peso e di una certa importanza. 

Michael Owen

Michael Owen è stato uno dei calciatori inglesi più rappresentativi della propria generazione. Diventato famoso con la maglia del Liverpool (club nel quale ha giocato dal 1996 al 2004), Owen è stato capocannoniere della Premier League per ben due volte e, nel 2001, ha vinto anche un Pallone d’Oro. Con la Nazionale inglese, il classe ’79 ha giocato 89 incontri e realizzato 40 gol, venendo considerato uno degli attaccanti più forti della storia del paese. 

Diamo i numeri: i 7 della storia del Manchester United

Con il Manchester United ha vinto due Coppe di Lega Inglese, due Community Shields e un Campionato, giocando 50 partite e segnando 17 gol

Sebbene la sua parentesi a Manchester non sia stata troppo felice, la storia di Michael Owen ci permette di inserirlo tra i “7” più iconici della storia del club. Nel 2004, addirittura, Pelè in persona lo ha inserito nella lista dei 125 calciatori più forti ancora in vita. 

Antonio Valencia, Angel Di Maria e Memphis Depay

Dal 2012 al 2017 tre calciatori si sono contesi la 7. Il primo ad averla portata sulle spalle è stato l’ecuadoregno Antonio Valencia (dal 2012 al 2014). Durante questo lasso di tempo, il classe ’85 ha conquistato un Campionato inglese ed una Community Shields. Rimasto nel club fino al 2019, il nativo di Nueva Loja ha vinto anche un’Europa League con la compagine britannica.

Diamo i numeri: i 7 della storia del Manchester United

Nel 2014/2015 la maglia è passata ad Angel Di Maria. Il fuoriclasse argentino, tuttavia, in maglia Red Devils non ha lasciato il segno, poiché ha realizzato 3 gol in 27 presenze e non ha conquistato alcun titolo. 

Infine, la casacca è passata a Memphis Depay, che era arrivato a Manchester per 25 milioni di sterline ed era stato presentato come una grande promessa per il futuro. In realtà, però, l’olandese, è sceso in campo in 53 sole occasioni, realizzando 7 gol e 6 assist e non riuscendo mai a dimostrare tutto il proprio potenziale. 

Dal 2017 al 2021: Sanchez e Cavani 

Dopo il passaggio del classe ’94 all’Olympique Lione, la 7 è passata ad Alexis Sanchez prima e ad Edinson Cavani poi. Entrambi, tuttavia, sono arrivati in squadra quasi a fine carriera ed hanno inciso poco nelle dinamiche della compagine. 

Diamo i numeri: i 7 della storia del Manchester United

Il cileno, prima di passare all’Inter, è rimasto in Inghilterra per un solo anno e ha segnato solamente tre gol con la maglia dei Red Devils. La storia dell’uruguagio con il club, invece, sta ancora proseguendo. Arrivato da.., il sudamericano ha giocato 54 incontri ed ha segnato 19 gol, non riuscendo però a raggiungere alcun traguardo collettivo. Nell’agosto del 2021, infine, Cavani ha dovuto lasciare il proprio numero di maglia a Cristiano Ronaldo, tornato allo United dopo 12 anni.

Il presente dei numeri 7 del Manchester United

Nell’Agosto del 2021, per l’ultima volta fino ad oggi, la casacca n°7 ha cambiato proprietario. A Manchester, dopo più di 10 anni di lontananza, è tornato Cristiano Ronaldo. Il miglior marcatore all-time della Champions League, infatti, è voluto rientrare all’ovile e ha convinto il compagno di squadra (Cavani) a cedergli la “sua” vecchia maglia. 

Le vicende del classe ’85 in terra inglese, tuttavia, non sembrano essere così  felici, com’erano invece state durante la sua prima parentesi tra le fila del club. Quest’anno, in 27 presenze, Ronaldo ha segnato 15 gol e fornito 3 assist; nell’ultimo periodo, però, le prestazioni sono calate e l’umore ne ha direttamente risentito. Allo stato attuale delle cose, infatti, sembra che il fenomeno portoghese stia addirittura valutando un nuovo addio a fine stagione. 

Considerazioni finali sui 7 del Manchester United

Indubbiamente, la casacca n°7 dei Red Devils è un simbolo del club e del calcio mondiale. Fenomeni assoluti l’hanno indossata e l’hanno resa grande, accrescendo il mito che avvolge questo numero di maglia. Nel lontano 1969-1970, anche un italiano l’ha indossata: Carlo Sartori. 

George Best, Eric Cantona, David Beckham e Cristiano Ronaldo: campioni di questo fascino hanno fatto innamorare generazioni di appassionati e, oggi, è merito di questi geni del football se tanti ragazzi sognano di accostare il proprio nome, un giorno, alla 7 del Manchester United. 

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