Diamo i numeri: i 7 della storia del Napoli

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Nuovo appuntamento con la rubrica “Diamo i numeri” targata 11contro11. Dopo aver trattato, l’ultima volta, i numeri 5 della Sampdoria, oggi si ripercorreranno i cammini dei numeri 7 di un’altra blasonata del nostro calcio: il Napoli. Nella propria storia la compagine azzurra ha vinto diversi trofei, toccando l’apice con i due Scudetti e la Coppa Uefa a fine anni ’80, inizio anni ’90.

Diamo i numeri: i 7 della storia del Napoli
Antonio Careca in azione contro lo Stoccarda, nella vittoriosa finale di Coppa Uefa del 1989.

All’epoca non era ancora stata introdotta la numerazione personalizzata, e proprio per questo la 7 è passata sulle spalle di diversi calciatori, da Francesco Baiano a Luca Fusi, passando per una leggenda come Antonio Careca. I veri campioni, tuttavia, sono arrivati in seguito all’avvento di Aurelio De Laurentiis. Col ritorno in Serie A dei campani, infatti, il presidente ha sempre regalato alla piazza azzurra dei numeri 7 da fare invidia alle grandi d’Europa.

I numeri 7 del Napoli prima del 1995

Come anticipato, prima del 1995 sono diversi i numeri 7 passati da Napoli. Tra tanti nomi spuntano senza dubbio quelli di Alberto Bigon e José Altafini. Il primo è entrato di diritto nella storia dei campani, in quanto oltre a vestire la maglia azzurra è stato anche l’allenatore dello Scudetto del 1990. In seguito anche il figlio Riccardo, attuale direttore sportivo del Bologna, ha incrociato il proprio cammino col Napoli, ricoprendo lo stesso ruolo tra il 2009 e il 2015. Sotto la sua gestione sono arrivate 2 Coppe Italia e una Supercoppa Italiana, oltre al ritorno in Champions League.

Il fuoriclasse brasiliano naturalizzato italiano, dopo aver fatto le fortune del Milan e prima di terminare la carriera alla Juventus, a vissuto una seconda giovinezza proprio a Napoli. Lui e l’italo-argentino Omar Sivori hanno composto la prima vera coppia di fantasisti che ha fatto sognare i tifosi dello stadio San Paolo, portando in bacheca la Coppa Delle Alpi. In sette stagioni il campione del mondo del 1958 ha totalizzati ben 97 reti, classificandosi all’ottavo posto nella classifica dei migliori marcatori di sempre del Napoli.

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“Didì, Vavà, Pelé site a guallera ‘e Cané. Questo simpatico motivetto, ricorrente anche in un’omonima canzone del Quartetto Cetra, ha rappresentato il leitmotiv della permanenza di questo giocatore brasiliano in terra campana. Dotato di un’ottima tecnica, anche lui ha fatto parte della rosa che annoverava i compagni sopracitati. A questi si aggiunge un altro celebre numero 7 come Antonio Juliano, regista di centrocampo e capitano azzurro di lungo corso. Un elemento capace di distinguersi anche in Nazionale, con la vittoria dell’Europeo del 1968 e il secondo posto ai mondiali di Messico 1970.

Tra gli anni ’80 e i ’90: brilla la stella di Careca 

Come anticipato in precedenza, ci sono stati tanti altri numeri 7 del Napoli, tra i quali possiamo ricordare anche Francesco Baiano, maggiormente protagonista, tuttavia, nello spettacolare Foggia di Zdenek Zeman. Su tutti, tuttavia, spicca il nome di Careca, elemento imprescindibile della cosiddetta “MaGiCa”, il tridente d’attacco che annoverava il brasiliano, Bruno Giordano e soprattutto Diego Armando Maradona.

Dopo aver vinto tanto in patria con la maglia del San Paolo, Antonio Careca nel 1987 decide di trasferirsi a un altro San Paolo, quello di Napoli. All’ombra del Vesuvio l’attaccante ha realizzato 73 reti in 164 presenze, portando in bacheca uno Scudetto, una Supercoppa Italiana e una Coppa Uefa. Per lui anche 29 gol in 60 presenze con la maglia verdeoro. Per rivedere un numero 7 di tale livello, fatta eccezione la parentesi Paolo Di Canio nella stagione 1993/1994, i tifosi azzurri dovranno attendere più di dieci anni.

I numeri 7 del Napoli dopo il 1995

Il primo dei numeri 7 ufficiali del Napoli, con l’introduzione della numerazione personalizzata, è stato Renato Buso, vincitore di uno Scudetto con la Juventus e di una Supercoppa Italiana con la Sampdoria. Con l’inizio della fase discendente dei campani in Serie B è stata poi la volta di Francesco Turrini. In seguito, col breve ritorno in massima serie degli azzurri, questo numero di maglia è toccato a Francesco Moriero. L’ultimo, in ordine cronologico, prima del fallimento della società e del contestuale avvento della presidenza De Laurentiis è stato il centrocampista David Sesa.

Generalmente numero 7, numero 10 per una sera, nel 2-0 inflitto alla Reggiana, in Serie C1, è stato un giovane Ignazio Abate, giunto a Napoli in prestito dal Milan. Numero di maglia indossato da Cataldo Montesanto nella stagione del ritorno in cadetteria e da Ivano Trotta in quella del definitivo ritorno in Serie A. Il centrocampista, in quest’ultimo caso, si è reso autore anche di 2 gol, decisivi per il raggiungimento dello storico traguardo. Il tutto in attesa di fare da apripista all’avvento di tre numeri 7 di livello inarrivabile.

Da Lavezzi a Callejon passando per Cavani: Napoli sogna 

Il primo di questi è stato Ezequiel Lavezzi, che in breve tempo ha avuto la capacità di diventare nuovo idolo della tifoseria azzurra. Il “Pocho” ha militato nella rosa azzurra per ben cinque stagioni, realizzando 38 reti e regalando sempre giocate fuori da ogni schema. Prima di accettare la serrata corte del PSG, dove avrebbe vinto, in seguito, numerosi trofei, l’argentino conduce i propri compagni alla vittoria della Coppa Italia nel 2012, vinta contro la Juventus, oltreché al ritorno in Champions League. Il succitato traguardo, tuttavia, è arrivato quando sulle spalle dell’attaccante era passato il numero 22. 

Nel frattempo, infatti, il numero 7 azzurro è passato a un attaccante emergente, che in due stagioni e mezza ha molto ben fatto a Palermo: Edinson Cavani. Il presidente De Laurentiis sborsa 17 milioni di euro per aggiudicarselo, e il tempo ripaga ampiamente l’investimento. La coppa nazionale è l’unico trofeo vinto, ma le emozioni regalate ai propri tifosi, con 78 reti in 104 presenze, a coronamento di una leadership indiscutibile, restano impagabili. Ancora una volta la tradizione sudamericana nel capoluogo campano si conferma assolutamente favorevole. Anche l’uruguaiano, così come Lavezzi, in seguito si trasferisce a Parigi, dove si consacra definitivamente a livello internazionale.

Le sette stagioni di Callejon in azzurro

Con l’addio di Cavani, la squadra azzurra viene rivoluzionata: in panchina siede un alto profilo internazionale come Rafa Benitez, e in attacco arriva dal Real Madrid Gonzalo Higuain come nuovo bomber. Il numero 7, invece, tocca a un altro ex dei blancos: José Maria Callejon. Un giocatore reduce dalla vittoria di una Liga e una Supercoppa di Spagna che però avrebbe scaldato, nel giro di poco tempo, anche i cuori azzurri.

L’esterno spagnolo, insieme all’attaccante argentino, a Lorenzo Insigne e all’altro neo-arrivato Dries Mertens formano un reparto avanzato di tutto rispetto. In bacheca, così, arriva un’altra Coppa Italia e una Supercoppa Italiana. Prima di trasferirsi a Firenze, la scorsa stagione, lo spagnolo è tra gli artefici di un’altra vittoria in Coppa Italia, lasciando gli azzurri dopo 64 reti in 255 apparizioni.

Il numero 7 del presente: Eljif Elmas

Nell’ultima stagione di Callejon a Napoli, giunge in rosa un giovane centrocampista proveniente dal Fenerbahce: Eljif Elmas. Inizialmente il giocatore di origine macedone indossa il numero 12, ma dopo l’addio dello spagnolo decide di accaparrarsi il numero 7. La prima stagione fatica più del previsto, dovendo ambientarsi nella nuova realtà e dovendo fronteggiare il cambio in panchina tra Carlo Ancelotti e Gennaro Gattuso.

Diamo i numeri: i 7 della storia del Napoli
Eljif Elmas sta scalando le gerarchie nel centrocampo del Napoli di Luciano Spalletti.

Proprio il tecnico calabrese, tuttavia, riesce a farlo crescere in maniera esponenziale. Un miglioramento sotto tutti i punti di vista, da quello tecnico a quello tattico. Di conseguenza l’attuale tecnico, Luciano Spalletti, lo sta utilizzando con maggiore continuità nella stagione in corso. Per ora il calciatore macedone ha collezionato 69 presenze e 4 reti, ma vista la storia recente dei numeri 7 del Napoli non è da escludere che, a breve, anche lui possa rientrare nell’élite di nomi da ricordare appena rispolverata.

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