Italia-USA andata e ritorno: è tutta qui la storia di Rocco Commisso, vulcanico presidente della Fiorentina. La storia di un ragazzo calabrese, figlio di falegname, accompagnato costantemente dalla passione per il soccer. Al calcio, Commisso deve tanto (giocando da stopper ottenne una borsa di studio presso la Columbia University); ora, per il patron viola, sembra arrivato il momento di “restituire”. Le idee ed il cash (come lo chiama lui) non gli mancano e, con un proprietario così, i tifosi fiorentini non possono che sorridere. I progetti dell’imprenditore italo-americano sono lungimiranti (come lo stadio di proprietà), senza perdere di vista il presente, ovvero i risultati sportivi immediati.
Ebbene, se il primo anno è servito alla nuova proprietà viola per ambientarsi nel mondo del calcio made in Italy, la stagione appena iniziata sembra avere già solide basi su cui costruire risultati importanti. Ma quel che conta è procedere step by step, un passo alla volta. Lo sa bene Commisso, uno che ha fondato nel 1995 Mediacom nell’autorimessa di casa sua, per poi farla diventare uno dei colossi del mondo delle telecomunicazioni statunitense. È questa consapevolezza che lo porta a non scomporsi di fronte ad un’amara sconfitta come quella contro l’Inter e a capire che, con le scelte giuste, arriverà anche il momento della sua Fiorentina.
Ma quali sono le idee alla base della squadra viola? Qual è il progetto tecnico per il salto di qualità? E, soprattutto, dove può arrivare la Fiorentina di Commisso?
Mix fra gioventù ed esperienza: il nuovo corso viola
Il biglietto da visita del neo-patron all’alba dell’acquisizione della società viola fu l’acquisto di Franck Ribery. Il calciatore francese, a 36 anni, sembrava al canto del cigno della sua formidabile carriera. E invece, un anno dopo, siamo qui a stropicciarci gli occhi di fronte alle incredibili giocate nel match di sabato scorso contro l’Inter. Uno spettacolo per tutti gli amanti del calcio, come Rocco Commisso. E se da un lato il presente è nelle giocate di Ribery, il futuro corre sulle gambe di Castrovilli e Chiesa (mercato permettendo). Entrambi hanno beneficiato delle giocate di classe della stella francese, mettendoci corsa e qualità per concludere a rete.
Gaetano Castrovilli, classe ’97, è senza dubbio uno dei prospetti più interessanti del calcio italiano. Quest’estate ha preso il numero 10 sulle spalle, con l’impegno di segnare di più. E finora, con 2 reti in 2 gare, non si può dire non abbia mantenuto la promessa. Oltre ad un prodotto della primavera come Castrovilli, il centrocampo è uno dei reparti su cui la dirigenza viola è intervenuta maggiormente. Amrabat, reduce da un’annata straordinaria con il Verona, è già uno dei pupilli di Commisso. D’altronde, il marocchino è un mix di agonismo e visione di gioco per il quale ogni tecnico impazzirebbe (“Lo tengo in campo finché non muore”, diceva di lui Juric). Insieme all’ex Bruges, sono arrivati a rinfoltire la mediana viola due giocatori d’esperienza, come Borja Valero e Giacomo Bonaventura. Il Sindaco ha lasciato Firenze 3 anni fa, portandosi nel cuore i viola. Il suo è un romantico ritorno, dopo essere stato ad un passo dal mollare il calcio giocato. Firenze è l’ambiente giusto per lui, coccolato dalla tifoseria e senza dover soffrire per un ruolo non da titolarissimo.
Ruolo che, invece, si sta conquistando Jack Bonaventura; nonostante una forma fisica non al top, l’ex-Milan è già in cima alle gerarchie di Iachini. Il ruolo da mezzala ritagliato per lui sfrutta le sue capacità di inserimento, risparmiandogli la fatica di dover coprire l’intera fascia.
Chiesa e l’incognita mercato
Chi invece deve cimentarsi in un ruolo dispendioso e forse non propriamente nelle sue corde è Federico Chiesa. Il talentuoso figlio d’arte ha vissuto nell’ultima annata un periodo particolare. A volte intristito, avulso dal gioco, nella scorsa stagione non sembrava più quello a cui ci aveva abituato; ovvero un ragazzo con la voglia di mangiarsi il mondo a suon di dribbling e colpi da top player. Le distrazioni di mercato, del rinnovo/non rinnovo, hanno, probabilmente, influito sulla sua condizione mentale. Qualora nessun club dovesse presentarsi con l’offerta giusta, sarà compito di Iachini far tornare Chiesa ai suoi livelli. Finora, il tecnico marchigiano sembra aver toccato le corde giuste, riuscendo ad arretrare la posizione del giocatore senza mortificare le sue capacità negli ultimi metri. Lo testimoniano l’assist ed il gol realizzati in queste prime due uscite.
Iachini, equilibrio in mezzo a tanto estro
Ribery, Chiesa, Castrovilli, Bonaventura. Sono nomi che farebbero propendere chiunque per uno schema di gioco arrembante e votato all’attacco. Ma non Beppe Iachini. Il tecnico viola, confermato dopo i buoni risultati della scorsa annata in cui subentrò ad un disastroso Montella, è irremovibilmente votato alla ricerca dell’equilibro in campo.
Nel suo 3-5-2 è necessario il sacrificio di un attaccante come Chiesa, portato a giocare come quinto di centrocampo. Ma equilibrio non vuole dire rinunciare ad attaccare, lo dimostrano le 4 reti messe a segno dai viola nelle prime due gare. Una squadra che si stringe e si allarga “a fisarmonica”, come la sua Fiorentina, garantisce compattezza quando c’è da difendere e ampi spazi per la corsa dei suoi cavalli di razza, quando c’è da attaccare. Lo sanno bene Chiesa e Castrovilli, benedetti dalle giocate miracolose di Ribery. Può essere proprio questa, l’arma della Fiorentina di Iachini.
Kouamé e gli altri: “la meglio gioventù” viola
Come ci tiene spesso a ripetere Rocco Commisso, la Fiorentina ha iniziato ad investire per la stagione in corso già dalla scorsa sessione invernale di mercato. Lo ha fatto puntando su calciatori di prospettiva, come Kouamé e Cutrone. L’attaccante ivoriano, costato circa 13 milioni, è considerato la punta titolare di queste prime uscite. Se da un lato ha offerto tanto movimento ed una rete sabato sera a San Siro, dall’altro sembra avere al momento scarso feeling col gol. Quello che invece a Patrick Cutrone, nella sua seppur breve carriera, non è mai mancato. A completare il giovane pacchetto offensivo ci pensa Dušan Vlahović, prodotto della giovanili viola. Il suo disastroso impatto col match di sabato sera non può cancellare quanto di buono fatto vedere nella scorsa stagione.
In difesa, la Fiorentina si ritrova un punto fermo di soli 23 anni. Si tratta di Milenkovic, oggetto del desiderio delle milanesi. Il serbo, grazie al suo impiego nel passato come terzino, coniuga doti fisiche (che gli consentono di spiccare nel gioco aereo) ad una buona capacità di portare palla come terzo di difesa. Un difensore dal futuro assicurato.
Fiorentina 2020/21: Commisso fissa l’obiettivo
Rocco Commisso è un presidente ambizioso ma realista. Sa sognare mantenendo i piedi per terra. Da uomo d’azienda, premia i risultati di chi lavora bene (vedi la conferma di Iachini) ed è pronto a lasciar partire chi crede che la Fiorentina possa stargli stretta (vedi Chiesa), ma solo di fronte alla giusta offerta. L’italo-americano ha fissato l’obiettivo: migliorare il decimo posto dello scorso anno. “Stare nella parte sinistra della classifica” è il suo leitmotiv. Ma a ben vedere, per quello che promette e per quello che ha fatto vedere sinora, la Fiorentina di Commisso ha tutte le carte in regola per riacciuffare quell’Europa che gli manca da tre anni. Questa sembra essere la stagione giusta per rivedere la Viola lottare per qualcosa di più che un semplice buon piazzamento.