Durante la gara Lazio-Fiorentina di ieri sera vinta dai biancocelesti grazie alla rete di Pedro, il centrocampista viola Alfred Duncan è stata per l’ennesima volta vittima di un brutto episodio di razzismo.
Sono passati solo 6 mesi da quando scoppiò il putiferio in un Roma-Cagliari dello scorso campionato. Anche in quel caso Duncan, all’epoca dei fatti in forza alla squadra sarda, fu vittima di razzismo. In quel frangente il mediano rilasciò anche alcune dichiarazioni in merito dando la colpa ai genitori del ragazzino che lo ha aggredito verbalmente durante il match e la loro scarsa educazione.
Questa volta non c’è stato ancora il tempo per delle dichiarazioni del neo centrocampista viola. Solo oggi infatti le immagini sono riuscite a stanare il colpevole dei fatti e a radiarlo dallo stadio Olimpico, come riporta l’edizione odierna della gazzetta dello sport.
Razzismo in Serie A, Duncan è solo l’ultimo della lista
Gli episodi di razzismo si stanno riproducendo esponenzialmente con il ritorno dei tifosi negli stadi. Eppure si pensava che il covid avrebbe potuto unire le persone, renderci più forti e solidali. A quanto pare questo discorso non vale affatto per tutti. C’è sempre una minoranza che salta sopra le righe e mette in scena degli atti deplorevoli e vergognosi.
Solo nelle ultime settimane infatti altre vittime del razzismo negli stadi sono stati il difensore centrale del Napoli Kalidou Koulibaly ed il laterale dell’Inter Denzel Dumfries (durante Lazio-Inter e quindi nuovamente all’Olimpico).
Cambio di rotta
I tifosi che vanno allo stadio devono certamente cambiare atteggiamento. In altri campionati non sono ammissibili comportamenti del genere. Le misure devono essere più forti e drastiche e trasmettere anche la cultura della sportività e della lealtà. Il bastone e la carota come si suol dire. Bisogna penalizzare quelle persone che tifosi non possono essere definiti, con pene esemplari ma al contempo rieducare i fan ai valori sportivi.
Cambiare la rotta significa quindi non solo evitare che il razzismo si propaghi all’interno degli stadi, ma anche al di fuori. Il calcio è infatti lo sport più seguito al mondo e anche in Italia. Episodi del genere non restano all’interno delle mura degli stadi ma perpetrano nelle case dei tifosi. A casa ci sono anche tanti bambini che ammirano i loro calciatori preferiti e far passare un messaggio come quello del razzismo è chiaramente un segnale di bassa cultura ed educazione. Il calcio invece dovrebbe essere un qualcosa di più significativo, non solo a livello sportivo ma anche a livello umano. Deve fungere da esempio, soprattutto per i più piccoli per far si che questi episodi di razzismo, come accaduto a Duncan durante e dopo il match Lazio contro Fiorentina, non si ripetano mai più.