Finisce in parità l’andata dei quarti di finale di Europa League tra Eintracht Francoforte e Barcellona. Dopo un’avvincente partita, matura un 1-1 frutto di due bellissimi gol nella ripresa. I tedeschi vanno in vantaggio con un fantastico tiro Knauff, a legittimare una partita condotta in maniera perfetta per oltre un’ora. I catalani si riprendono solo grazie ai cambi, dopo una prestazione molto opaca. A riequilibrare il risultato ci pensa Ferran Torres a conclusione di una meravigliosa azione in pieno stile blaugrana. Cerchiamo di esaminare un po’ più a fondo gli aspetti emersi da questo Eintracht-Barcellona attraverso l’analisi tattica. Diamo però prima uno sguardo alle formazioni iniziali.
La squadra allenata da Glasner scende in campo col 3-4-3. In porta c’è il capitano Trapp. Hinteregger guida la difesa, coadiuvato dai braccetti Ndicka e Tuta. In mezzo al campo Sow e Jakic, con Knauff e Kostic sugli esterni. Borré è l’unica punta, supportato da Kamada e Lindstrom.
Xavi risponde col consueto 4-3-3. Ter Stegen tra i pali, Piqué ed Eric Garcia centrali difensivi, con Araujo e Jordi Alba esterni bassi. Busquets in cabina di regia, con Pedri e Gavi ai suoi lati. Tridente offensivo con Aubameyang riferimento centrale e Adama Traoré e Ferran Torres larghi.
Primo tempo: tanta personalità del Francoforte, Barça lento
Pur giocando contro un Barcellona in grande spolvero, l’Eintracht mette in mostra fin da subito le sue qualità, decisamente ricorrenti in questa analisi tattica. Di fronte ci sono due squadre che orchestrano a frequenze differenti. I blaugrana, chiaramente, prediligono il possesso palla prolungato per poi trovare gli uomini tra le linee o coinvolgere gli esterni offensivi. I tedeschi, invece, fanno dell’intensità e dell’aggressività la loro arma vincente. I primi 10 minuti di partita sono caratterizzati da un ritmo molto frizzante. Il merito di ciò è prevalentemente dei tedeschi. Il loro pressing alto e feroce porta il Barça a sbagliare molto tecnicamente e a innescare delle pericolose e veloci ripartenze.
La squadra di Glasner difende con un 5-4-1, grazie al quale riesce a chiudere qualsiasi sbocco alle trame avversarie. Kostic e Knauff si abbassano sulla linea di difesa, permettendo ai 3 centrali di non dover uscire sull’esterno. Kamada e Lindstrom, invece, arretrano per dare manforte ai due centrocampisti. I loro ripiegamenti sono soprattutto importanti per assorbire gli inserimenti tra le linee delle mezz’ali del Barcellona. Quando i catalani impostano da dietro, poi, Sow e Jokic salgono per ridurre il raggio di manovra di Busquets e per supportare gli attaccanti nella prima battuta di pressing. Pur partendo sulla carta in inferiorità numerica in mezzo al campo, con questa organizzazione tattica i tedeschi non subiscono il gioco avversario. E, in modo particolare, riescono a non farsi intrappolare nella rete di passaggi propria degli ospiti.
A questa efficace disposizione difensiva, le Aquile affiancano anche un’importante fase offensiva. I principi del loro attacco prevedono di accompagnare l’azione con almeno 5 giocatori. Il centravanti Borré si muove molto per fornire un appoggio ai compagni, duellando fisicamente con Busquets. I due esterni di centrocampo rimangono molto larghi, aprendo la difesa catalana. La loro spinta in avanti è favorita dai movimenti a tagliare dentro al campo delle ali. Tale meccanismo è particolarmente proficuo sulla sinistra, dove Kamada si piazza quasi sotto punta e consente a Kostic di puntare Araujo nell’uno contro uno. A riempire l’area di rigore, poi, subentra sempre anche almeno uno dei centrocampisti centrali.
L’intensità, la velocità e l’intraprendenza maggiori consentono ai tedeschi di rendersi molto più pericolosi dei catalani. Questi, infatti, faticano a far decollare il proprio gioco, macchiato da inusuali errori tecnici e dalla mancanza di profondità. Pedri e Gavi, pur galleggiando tra le linee, finiscono per schiacciarsi sulla linea a 5, dove ad attenderli ci sono Ndicka e Tuta. La squadra di Xavi si spazientisce e ricorre a giocate frettolose e completamente antinomiche rispetto al DNA blaugrana. Ad esempio, diversi lanci lunghi a scavalcare il centrocampo per gli scatti dei giocatori offensivi. Ma sia Aubameyang che i due esterni alti non sono esattamente in serata. La prima frazione si chiude così sullo 0-0.
Secondo tempo: finalmente arrivano i gol
L’inizio della ripresa non fa che confermare quanto apprezzato nel primo tempo. Persiste lo stato di confusione con tanti errori tecnici tra le fila catalane. Il Francoforte, invece, continua a dimostrare una voglia e una reattività superiori agli avversari. Lo sviluppo delle azioni offensive con tanti uomini ad accompagnare mette in affano la retroguardia di Xavi. Al minuto 48, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Knauff, posizionato al limite dell’area, raccoglie una respinta centrale e fa partire uno splendido esterno destro di contro balzo che non lascia scampo a Ter Stegen. L’Eintracht passa in vantaggio meritatamente.
I blaugrana sono chiamati a fare qualcosa di più, ma continua a mancare un po’ di brillantezza. Pur avanzando il baricentro, portando i difensori centrali a ridosso della linea di metà campo, il Barcellona non riesce a prendere in mano la gara. Il possesso è sterile, perché lento ed orizzontale. Per il Francoforte diviene molto facile coprirsi, rimanendo compatto e con tutti gli effettivi dietro la linea della palla. In più, riparte con la medesima pericolosità, sfruttando la corsa di Kostic sulla sinistra. Dopo un’ora di gioco, Xavi capisce che la squadra ha bisogno di un’iniezione di freschezza. Dentro F. De Jong e Dembelé, fuori Gavi e Adama Traoré. I neoentrati vanno a posizionarsi sulla destra, l’uno da mezz’ala e l’altro da esterno alto.
Il cambio si rivela decisivo, perché i due giocatori mettono lo zampino nel gol del pareggio al minuto 66. L’azione è di puro stampo Barcellona. Dembelé viene fuori, liberando spazio a De Jong per inserirsi alle spalle Sow. L’olandese riceve palla dal francese ed effettua un meraviglioso doppio scambio di prima rasoterra con Ferran Torres. L’ex City conclude il suo movimento a tagliare dentro l’area e batte Trapp con un destro preciso che vale l’1-1. La rete galvanizza gli ospiti, che riacquistano sicurezza e fiducia in sé stessi. Ritrovano maggiore fluidità e velocità nel palleggio e, soprattutto, qualità. Il Francoforte comincia, invece, a faticare di più nel rimanere ordinato, perdendo un po’ le distanze. La conseguenza del leggero calo si abbate al minuto 78, quando Tuta, già ammonito, si becca il secondo giallo, lasciando i suoi in 10.
Glasner deve ridisegnare la squadra. Entra prima Touré per Kamada per ripristinare la difesa a 5. Poi manda dentro Ache e Rode al posto di Borré e Jakic, mantenendo un 5-3-1. Nonostante l’inferiorità numerica, i tedeschi non rinunciano comunque a pressare alti e a portare tanti uomini in avanti. Non arrivano però altre occasioni e la sfida si chiude così sull’1-1, rimandando il verdetto al match di ritorno.
Analisi tattica Eintracht-Barcellona: le considerazioni finali
I tedeschi confermano di essere una squadra di personalità e qualità che non teme alcun avversario e gioca sempre secondo i propri principi. In particolare, l’Europa League sembra davvero il loro habitat ideale, dato che in questa edizione sono ancora imbattuti. Diversamente dal campionato, dove sono noni e vengono da due pareggi consecutivi. Molto buona la prestazione sui due lati del campo. Dietro, un impeccabile Hinteregger non sbaglia una chiusura. Davanti, un generoso Borré si mette a disposizione della squadra, ma è poco lucido quando si tratta di finalizzare. Al ritorno ci sarà sicuramente bisogno di un apporto maggiore dai giocatori più estrosi, come Kamada, comparso saltuariamente con la sua classe.
Il Barcellona centra invece il terzo pareggio su tre nelle gare d’andata della fase ad eliminazione diretta di quest’Europa League. Un numero sufficiente di indizi per avere la prova che la squadra di Xavi ha forse bisogno dei primi 90 minuti per testare e studiare l’avversaria. Stasera, però, i blaugrana hanno fatto a botte con la partita, venendone parzialmente a capo solo verso la metà del secondo tempo grazie ai cambi. Anche per loro, nella sfida di ritorno ci sarà bisogni di una prestazione diversa. In primis da parte di giocatori offensivi come Adama Traoré e Aubameyang, piuttosto sottotono. Da valutare le condizioni di Piqué, uscito per un problema muscolare al minuto 23. Un fastidio che rischia di allargare il già ampio novero degli indisponibili per infortunio.