A Wembley sarà Italia-Austria. Gli ottavi di finale di Euro 2021 saranno inaugurati dalla sfida di Amsterdam tra Galles e Danimarca alle 18:00. Poi sarà il turno degli Azzurri, per una sfida al sapore storico. Impossibile non rievocare, infatti, alcune battaglie contro l’Austria-Ungheria risalenti alla Prima Guerra Mondiale, con numerose battaglie. Dalla disfatta della proverbiale Caporetto del 1917 al successo dell’anno successivo, sui social è esplosa l’ironia. “Torneremo a cantare il Piave mormorava“, “ed è subito guerra“, “prendiamoci il regno austro-ungarico“. O esilaranti GIF con soldati esultanti in luogo dei tifosi. La storia che, come spesso accade, si ripercuote sul calcio. In senso esteso, un altro tipo di battaglia. Ma pur sempre una guerra sul manto verde.
L‘Austria è arrivata al secondo posto nel gruppo C, dietro all’Olanda e precedendo Ucraina e Macedonia del Nord. In seguito al successo per 3-1 sulla selezione di Goran Pandev, è arrivato un 2-0 dai Tulipani. Il 21 giugno, poi, il match decisivo contro i ragazzi di Shevchenko, vinto di misura grazie alla rete di Baumgartner. Dunque seconda posizione in graduatoria e approdo agli ottavi di finale, per la prima volta nella storia degli Europei. Altro record, dopo aver registrato il primo successo in assoluto in una fase finale.
Un’Austria sicuramente lontana dai fasti del passato, ma che può rappresentare un’insidia, grazie a un gioco solido e buone individualità. Tra tutte, quella di David Alaba, promesso sposo del Real Madrid dal 1 luglio. Spicca inoltre il talentuoso Marcel Sabitzer, uomo mercato del Lipsia. Sino ad arrivare a Stefan Lainer, stantuffo sulla fascia del Borussia M’Gladbach. Una gara da monitorare con attenzione.
Tra le due compagini, si contano 35 precedenti totali, con 16 vittorie del Belpaese, 8 pari e 11 successi austriaci. Ma quali sono stati gli scontri più famosi?
Italia-Austria, i precedenti: 1934 e il tocco di Guaita
Milano, Stadio San Siro, 3 giugno 1934. Alla semifinale della seconda edizione del Mondiale si fronteggiano Italia e Austria. I nostri giocano in casa, sotto l’ombra del fascismo di Benito Mussolini. La manifestazione organizzata in Italia dà la chance al regime di professare l’immagine dell’uomo forte e sportivo, rispecchiata pienamente dalla Nazionale di Vittorio Pozzo. Squadra corpulenta, fisica, senza paura di tirare il piede indietro. Ma con uomini di qualità, come il bomber Raimondo Orsi e la fantasia di Giuseppe Meazza. Dall’altra parte, i figli del Wunderteam di Hugo Meisl, importatore del long passing game, fatto di fraseggi corti e palla a terra. Una Nazionale capeggiata dalla stella Sindelar, uno dei primi falsi nueve della storia, scomparso in circostanze misteriose, riluttante a vestire la maglia della Nazionale tedesca in seguito all’annessione alla Germania.
Nasce una gara maschia, combattuta e senza fronzoli. Nessuno gioca senza timori riverenziali. La decide un gol del centrocampista Guaita a porta sguarnita, in seguito a una carica sull’estremo difensore austriaco Platzer. Innumerevoli saranno le proteste degli avversari, accusando il direttore di gara per un arbitraggio troppo favorevole per i padroni di casa. Ad ogni modo, gli austriaci perderanno anche il match contro la Germania, mentre l’Italia batterà la Cecoslovacchia ai tempi supplementari per 2-1, grazie ad un gol di Angiolino Schiavio. Il preludio al fronte del Duce e anticipatore del nuovo successo di Francia 1938.
Italia-Austria 1978: nel segno di Pablito
18 giugno 1978. La linea cronologica ci porta al Mundial in Argentina, quattro anni prima del trionfo in Spagna. Il CT Enzo Bearzot convoca una miriade di giovani promesse: Tardelli, Causio, e il leggendario Paolo Rossi. Vinto il girone agevolmente su Argentina, Francia e Ungheria, non sono previsti gli ottavi di finale. Le prime due qualificate, infatti, sono inserite in un secondo raggruppamento: gli Azzurri pescano Germania Ovest, Olanda e proprio l’Austria. In seguito a uno sfortunato 0-0 contro i teutonici, contro la selezione di Senekowitsch siamo costretti a fare risultato. Lo facciamo grazie a una rete da rapace proprio di Pablito, abile ad approfittare di uno svarione del centrale Strasser e battere il portiere con un diagonale. Ancora una volta, finisce 1-0.
L’esito però non sarà felice. Nel match contro l’Olanda, infatti, Brandts fa e disfà. Un suo autogol ci porta avanti, fino alla rete del pari da lontano dello stesso autore. Il 2-1 per gli Orange è siglato con un altro tiro dalla distanza di Haan. Acerrime le critiche a Dino Zoff, che avrà modo di rifarsi con gli interessi quattro anni dopo. Le basi sono gettate, a Madrid saremo sul tetto del mondo.
1990: un’estate italiana
9 giugno 1990. Ancora una volta il palcoscenico è il nostro Paese, allo Stadio Olimpico di Roma. Il destino vuole che nelle notti magiche di Italia ’90 il primo avversario sia l’Austria, affrontata 56 anni prima. Il grande debutto alla manifestazione più importante del mondo calcistico a casa nostra. Come nel 1978, il paese a noi confinanti non ha più nomi altisonanti, ma una squadra compatta e pronta a ripartire. Un confronto che rischia di sfociare nel nervosismo, fino a quando, al 78′, il siculo Totò Schillaci schiaccia di testa un traversone di Vialli dall’out di destra. È l’inizio del torneo da one-hit wonder dell’ex juventino, mai in grado di ripetere l’exploit delle 6 reti, cannoniere del torneo.
Ancora uno strano scherzo del fato, stavolta, ci regalerà una serata amara. In semifinale, infatti, ci attende l’Argentina, anfitrione del 1978. Ancora uno Schillaci in stato di grazia e Caniggia conducono il match ai supplementari e poi alla lotteria dei rigori. Decisivi gli errori di Donadoni e Serena, che consegnano all’Albiceleste la finale persa contro la Germania. Notti magiche, ricantate questi giorni dai nostri Azzurri, solo a metà.
Si alzi il sipario, dunque. Italia e Austria si preparano a scrivere un altro capitolo nel libro della loro storia calcistica.