È il momento. Wembley Stadium, ore 21:00: scendono in campo Italia e Spagna. Si avvicina sempre di più la prima semifinale di Euro 2021, nella terra natia del pallone, cghe deciderà la prima finalista della competizione. Una gara mai come tutte le altre. Una gara che racconta due forme governative diverse, repubblica e monarchia parlamentare. Due popoli simili, ma anche tanto diversi per cultura e appartenenza. Filosofie di gioco storicamente diverse, ma con approcci di cambiamento. Una nuova filosofia di attacco e possesso palla per Mancini, l’intramontabile tiki-taka iberico, ma con un profondo cambiamento generazionale da parte di Luis Enrique, che ha lasciato a casa leader come Sergio Ramos e Carvajal. Un match da vivere, nella speranza che proseguano gli immortali canti di Notti Magiche.
In totale, i precedenti tra le due squadre raccontano di un bilancio a favore delle Furie Rosse: 12 successi, 12 pareggi e 9 vittorie italiane. La prima sfida in assoluta risale al 9 marzo 1924, un’amichevole senza reti. Da lì in poi, diverse sfide che hanno segnato un’epoca. Dal 1934, Mondiale italiano contro il leggendario numero 1 Zamora, gara vinta dai ragazzi di Pozzo in seguito alla ripetizione del match. Quarto di finale di USA 1994, col gol vincente all’ultimo istante di un eterno Roberto Baggio (Luis Enrique protagonista in campo). Concludendo poi con la disfatta di Madrid per 3-0, nel 2017, gara da spartiacque che per Ventura, che non accederà clamorosamente a Russia 2018. Di particolare, c’è la sfida infinita dalla kermesse che prende vita dal 2008 ad oggi, più gioie che dolori per la nostra bandiera. Ma che vale la pena di essere analizzata e rivissuta.
Italia-Spagna, Euro 2008: inizia il ciclo spagnolo
L’avvincente sfida europea tra Italia e Spagna apre i battenti il 23 giugno 2008, nel torneo organizzato da Austria e Svizzera. Ancora una volta, i quarti di finale, a Vienna. La selezione di Roberto Donadoni, uscente campione del mondo, ha superato a singhiozzo il gruppo C, battendo ancora una volta la Francia di Deschamps. Gli avversari hanno invece vinto agevolmente il girone D, travolgendo Russia, Svezia e i campioni della Grecia. L’incontro è molto tattico, attendista. La Spagna di Aragonés fa un immenso possesso palla, con i suoi palleggiatori Senna, Xavi e Iniesta. L’Italia si difende con ordine, Chiellini e Panucci blindano la porta di Buffon. Il centrocampo, privo di Pirlo e Gattuso squalificati, regge. Nei tempi supplementari la Spagna sembra averne di più, ma nonostante un paio di occasioni non c’è scampo: è necessaria la lotteria dei rigori.
Non sarà una nuova Berlino, nonostante il nostro primo tiratore sia Grosso. De Rossi si fa ipnotizzare da Casillas, così come Guiza dal nostro Buffon. Totò Di Natale, però, si fa parare il suo rigore dal madridista. Fabregas trasforma così il penalty decisivo, certificando la nostra eliminazione. Le Furie Rosse, invece, ci battono per la prima volta in un torneo internazionale e batteranno in finale la Germania grazie a un pallonetto di Fernando Torres, vincendo così il titolo dopo il successo franchista del 1964. Dando vita al ciclo degli invincibili.
Italia-Spagna, Euro 2012: applausi nonostante tutto
1 luglio 2012. Quattro anni dopo, a Euro 2012 in Polonia e Ucraina, le avversarie sono ancora loro: Italia e Spagna. Stavolta, però, la posta in palio è altissima: è la finalissima, con lo Stadio Olimpico di Kiev come cornice. La nostra Nazionale in ricostruzione dopo il disastro di Sudafrica 2010 è in mano a Cesare Prandelli, reduce da anni sensazionali con la Fiorentina in Champions League. Anche in quest’occasione si parte in sordina, passando la prima fase grazie a un successo contro l’Irlanda. Ai quarti di finale, poi, stavolta la sorte ai rigori ci è favorevole contro l’Inghilterra (famoso il cucchiaio di Pirlo a Hart), per poi superare la Germania con un formidabile Balotelli, autore di una doppietta. È una squadra che si affida alle geometrie di Pirlo, all’imprevedibilità e sregolatezza di Balotelli e Cassano, alla neonata BBC di Barzagli, Bonucci e Chiellini, spesso impiegato come terzino.
Il cerchio si apre e si chiude con gli iberici, incontrati nel debutto: 1-1. Stavolta, però, l’epilogo è amaro. L’entusiasmo che finora aveva accompagnato gli Azzurri deve cozzare con i rimasugli di una squadra quasi imbattibile. Vicente del Bosque è l’erede della squadra plasmata da Aragonés, che gioca su certezze praticamente incrollabili. L’Italia, tra l’altro, deve fare i conti con la stanchezza di un torneo giocato a mille, specie contro i Tre Leoni e i teutonici. David Silva e Jordi Alba mettono già in cassaforte il primo tempo, mentre nella ripresa Fernando Torres (seconda finale consecutiva a segno) e Mata mettono il sigillo finale. Iconica la sportività di Iker Casillas, che negli ultimi istanti si rivolge così al direttore di gara. “Ref, respeto por Italia, respeto por el rival“, dando esempio di grande sportività. Sarà l’ultimo trofeo spagnolo, applausi nostrani al ritorno.
Euro 2016, nel segno dei gregari
Passano quasi 4 anni e le cose sono cambiate molto. In sella azzurra c’è il focoso Antonio Conte, che vince il girone con disinvoltura, precedendo Belgio, Svezia e Irlanda. Il sorteggio, però, non porta fortuna al talentino: di fronte la Spagna di del Bosque, che ha perso qualcosa dopo la fallimentare eliminazione di Brasile 2014, ma che resta comunque temibile. Il compito di Conte è proprio quello di rifondare la selezione, anch’essa uscente al girone della kermesse sudamericana. il 27 giugno, dunque, a Saint-Denis si giocano gli ottavi di finale. La nostra è una rosa con pochi talenti, ma in grado di compattarsi e giocare di squadra come pochi altri. Il duo d’attacco Pellé-Eder è improbabile, mentre Giaccherini, Parolo e Sturaro in mediana presentano soluzioni più che credibili. L’Italia è affamata e rabbiosa, a immagine e somiglianza del suo CT.
Dal 1′ gli Azzurri fanno nere le Furie Rosse e ci pensa Chiellini a sbloccare il match su respinta di De Gea. Lo stesso guardiano del Manchester United salva il risultato più volte. Poco a poco, il pressing avversario si alza e anche Buffon si rende più volte protagonista, specialmente su un rassegnato Piqué. Come contro il Belgio, Pellé si rivela ammazza-big e con una girata su suggerimento di Darmian mette il “ghiaccio su partita“, come risuona la gioia incontenibile di Fabio Caressa. L’Italia è di nuovo vincente in un grande torneo dopo 22 anni sui rossi. L’avventura terminerà ancora dal dischetto, stavolta contro la Germania. La fine di un sogno insperato, ancora una volta con il plauso dei supporter italiani.
Una notte italiana
Luis Enrique, che tanto ha dato e ricevuto dalla sua esperienza alla Roma, rispetta l’Italia. “Penso che l’Italia sia una squadra divertente, che gioca un bel calcio. Tiene il pallone e sa pressare sia vicino alla propria area di rigore. È una squadra difficile da affrontare, sarà una gara difficile, con intensità e passione“. E che sia allora un altro bel calcio d’inizio, un’altra bella notte di calcio passata a tifare Italia. Come tanto ci mancava fare, tra catastrofi sportive e Covid-19.