Belgio e Islanda inaugurano la prima giornata del Gruppo D di questi Europei femminili con un emozionante 1-1. Le prossime avversarie delle nostre azzurre danno vita ad un match intenso, in cui mettono in mostra quelli che sono i loro pregi e difetti. Il risultato finale, tutto sommato positivo in chiave qualificazione per l’Italia, matura tutto nella ripresa. Ad andare in vantaggio è la squadra capitanata dalla neo-juventina Gunnarsdottir, grazie al colpo di testa di Thorvalsdottir al minuto 50. La reazione belga non tarda troppo ad arrivare e porta al pareggio col rigore trasformato, una decina di minuti dopo, da Vanhaevermaet. Entriamo più a fondo nelle pieghe di questo match, cercando di scoprire le caratteristiche di queste due Nazionali.
Europei femminili, le certezze dell’Islanda su un Belgio confuso
I primi 90 minuti di Belgio e Islanda in questi Europei femminili ci regalano due squadre totalmente diverse. La Nazionale allenata da Halldorsson può contare su poche idee, ma piuttosto chiare. Le armi principali per far male alle avversarie sono essenzialmente due. Da un lato, la pericolosità sulle palle inattive, in cui domina in maniera assoluta Brynjarsdottir, eccezionale colpitrice di testa. Dall’altro, la straripante intraprendenza della giovane S. J. Jonsdottir. La numero 23 in maglia bianca, mostra le sue straordinarie doti atletiche e tecniche, soprattutto nell’uno contro uno in progressione. Alla qualità nel dribbling va aggiunta la sua duttilità, dato che gioca con la medesima personalità ed efficacia tanto a destra quanto a sinistra.
Le sue scorrerie sulle fasce mettono in grande apprensione la difesa belga per tutta la gara. Sia Vangheluwe che Philtjens faticano a contenerla, con quest’ultima in particolare difficoltà. Tanto da provocare, al minuto 32, un calcio di rigore per un evidente fallo di mano, segnalato dal Var, proprio su una conclusione della giocatrice del Wolfsburg. Dal dischetto, però, Thorvaldsdottir non dimostra la consueta freddezza e si fa parare il tiro da Evrard con estrema facilità. La Jonsdottir, poi, ha anche un altro asso nella manica. Una rimessa laterale lunghissima, con la quale, unita alle abilità nel gioco aereo, le islandesi riescono a creare pericolosi scompigli nell’area avversaria.
Queste poche armi sono sufficienti per detenere il predominio territoriale per lunghi tratti della gara. Anche perché alle proprie spalle i difensori sono coperti da una portiera eccezionale, Sigurdardottir. Il rigore sbagliato non sottrae energie all’Islanda. Anzi, sembra infondere ancora più fiducia.
A cavallo tra la fine della prima frazione e l’inizio della ripresa, le ragazze del ghiaccio prendono prepotentemente possesso della partita, sia sul piano tattico che, soprattutto, fisico. Un forcing che produce i suoi effetti al minuto 50. Ottima azione sulla corsia di sinistra dell’altra esterna offensiva, Vilhjalmsdottir, cross in area e sul secondo palo Thorvaldsdottir approfitta della solitudine per rifarsi dell’errore e battere Evrard, stavolta non irreprensibile.
Il Belgio sopravvive con giocate individuali
Meno soluzioni offre invece il Belgio in questo esordio agli Europei femminili contro l’Islanda. Seppur siano presenti in campo grandi giocatrici, soprattutto dal punto di vista offensivo, le fiamme rosse non forniscono una grande prestazione di squadra. Piuttosto, i pochi guizzi disseminati a tratti nel corso dei 90 minuti passano esclusivamente dai piedi della capitana Wullaert. La numero 10, già considerata la più forte calciatrice belga di sempre, è l’unica ad avere qualità e personalità per accendere un gioco che stenta a decollare. Sia che si faccia vedere tra le linee per rifinire l’azione negli ultimi 20 metri. Sia quando si mette in proprio, calciando in porta.
Le compagne di reparto faticano a supportare la loro stella, nonostante un modulo, il 4-1-3-2, che dovrebbe favorire la fase d’attacco. L’episodio del rigore subito, ma parato, paradossalmente non infonde stimoli nelle belghe. Finiscono così per abbassare il proprio baricentro, faticando terribilmente a ripartire o a imbastire azioni degne di nota. La squadra va sotto soprattutto sul piano fisico e viene divorata dalla maggiore determinazione delle islandesi. Solo lo schiaffo dello svantaggio riesce a dare una scossa alle ragazze di Serneels. Dopo tanti errori tecnici, anche non forzati, e una serie di sporadiche soluzioni individuali, arrivano le prime occasioni costruite coralmente.
E quando la fiducia cresce, arrivano anche gli episodi a favore. Al minuto 64, G. Jonsdottir entra con troppa foga su Dhont, atterrandola in area. Ancora una volta, è calcio di rigore. Dal dischetto Vanhaevermaet è bravissima a spiazzare Sigurdardottir e a riequilibrare il risultato sull’1-1. Ristabilita la parità, la partita, ormai aperta, vive di folate alternate dell’una e dell’altra. Alla fine però, devono accontentarsi entrambe di un pareggio che sicuramente può complicare le speranze di qualificazione. A fronte, soprattutto, delle altre avversarie, Italia e Francia, più attrezzate.