Una delle partite più attese di questi Europei femminili, quella tra Olanda e Svezia, termina sull’1-1. Nella casa dello Sheffield United, davanti a più di 21.000 spettatori, due delle grandi favorite alla vittoria del titolo regalano un grande spettacolo. Intensità, qualità tecnica e grandi giocate difensive colorano una bella serata di calcio, dove a fare da cornice e da denominatore assoluto è l’equilibrio. A smuovere il tabellino ci pensano un gol per tempo. Si parte col vantaggio delle scandinave, firmato, al minuto 36, da Andersson, che finalizza una magnifica azione di Asllani. Nella ripresa, invece, le campionesse in carica rimettono le cose a posto, trovando la via del gol con Roord al 52°.
Immergiamoci ora più a fondo nelle pieghe di questo entusiasmante match, che chiude la prima giornata del Gruppo C. Il girone è attualmente il più equo, con tutte le contendenti a quota 1 punto, in virtù dell’altro pareggio tra Portogallo e Svizzera.
Europei femminili, parte meglio la Svezia sull’Olanda
La conferma che di fronte vi siano due delle più attese protagoniste di questa edizione degli Europei femminili è data da un inizio partita molto bloccato sia per l’Olanda che per la Svezia. Le squadre danno l’idea di rispettarsi molto, entrambe coscienti della forza e della pericolosità dell’avversaria. Non è un caso, insomma, che nel primo quarto d’ora, la statistica delle conclusioni tentate rimanga all’asciutto.
Con un’Olanda però ancora piuttosto pigra e attendista, è la Svezia a tirare per prima fuori le unghie. La Nazionale allenata da Gerhardsson dimostra maggiore determinazione e convenzione, sia negli interventi che nel provare le giocate. Le scandinave muovono fluidamente il pallone, ma la chiave che consente loro di essere superiori alle avversarie, soprattutto nel primo tempo, ha natura tattica. Schierate con un ordinato 3-4-3, le svedesi tengono benissimo il campo, riuscendo sia a limitare le temibili giocatrici offensive olandesi, sia a ribaltare velocemente e con qualità l’azione.
In questo senso sono determinanti sia le due esterne, che il tridente d’attacco. Alla superiore fisicità della retroguardia delle Oranje, le punte svedesi contrappongono una grande mobilità. Hurtig, Rolfo e Asllani si muovono tantissimo. Sfruttano la loro facilità di corsa, aprono spazi alle compagne e non danno punti di riferimento alle avversarie. Sulle fasce, invece, Andersson a sinistra, molto più di Glas dalla parte opposta, viaggia come un treno, accompagnando costantemente l’azione.
Se uniamo tutti questi pezzi, arriviamo facilmente a costruire il puzzle del vantaggio scandinavo. Dirompente azione sulla destra di Asslani, neoacquisto del Milan, che supera con un tunnel Nouwen e fa partire un cross rasoterra che taglia tutta l’area di rigore. Al centro Hurtig non trova l’impatto col pallone. Alle sue spalle, però, arriva puntuale l’inserimento sul secondo palo della stessa Andersson, che segna il gol dell’1-0. All’intervallo, dunque, si ritrova davanti la squadra che gioca meglio, osa un po’ di più, ma soprattutto, che si scrolla di dosso per prima la tensione dell’esordio.
La reazione dell’Olanda è tutta nella ripresa
Non è un debutto facile per l’Olanda in questi Europei femminili, e non solo per il valore della Svezia. La Nazionale di Parsons, infatti, oltre ad avere in campo una Van de Donk con uno scarso minutaggio nelle gambe, perde ben due giocatrici per infortunio nel primo tempo. Intorno al minuto 10, un involontario, ma duro scontro in area mette k.o. l’estremo difensore Van Veenedaal, costringendola ad uscire una decina di minuto dopo. Al minuto 41, è il turno poi di Nouwen, fermata da una distorsione alla caviglia. Se a ciò aggiungiamo una Martens non nella sua serata migliore, capiamo subito che le cose si mettono abbastanza male.
La prima frazione, infatti, è tutt’altro che entusiasmante per le campionesse in carica. Mai però sottovalutare il cuore di una grande squadra, quale è l’Olanda. Ed ecco che nella ripresa, le Oranje si rimettono in carreggiata. Col rischio di subire le ripartenze svedesi, la squadra si sbilancia e i valori individuali cominciano a venire fuori. A cominciare dalla forza e dalla qualità profuse senza mezzi termini in mezzo al campo dalla coppia formata da Spitse e Groenen. Poi, l’energia e la classe di una giocatrice straordinaria, Miedema, che con un’altra splendida giocata ispira il gol del pareggio. Al minuto 52, a conclusione di un’azione ben orchestrata e anche un po’ fortunata, Roord, spostata in posizione più centrale, con grande fiuto del gol incrocia col destro alle spalle di Lindahl e fa 1-1.
Il ritrovato equilibrio del punteggio non nasconde le difficoltà olandesi. La Svezia, infatti, riesce a mantenere la supremazia territoriale, ma si ritrova a sbattere contro il muro arancione. Van der Gragt è imperiale nel difendere la propria porta e la giovanissima Van Domselaar non fa rimpiangere l’uscita del portiere titolare. L’estremo difensore del Twente infonde grande sicurezza alle compagne, prendendosi le proprie responsabilità soprattutto nelle uscite alte, in cui è impeccabile. I cambi offensivi nel finale ravvivano un po’ le sortite offensive, soprattutto con le iniziative individuali di Pelova. Alla fine, però, non si va oltre l’1-1, ma con assaggi già evidenti della stoffa di queste due contenders.