L’Inghilterra raggiunge la finale degli Europei femminili 2021 grazie a una eccezionale prestazione e a una roboante vittoria per 4-0 sulla Svezia. Le britanniche riescono così a rompere finalmente la maledizione delle semifinali, ultimo traguardo raggiunto nelle recenti grandi manifestazioni internazionali. Sarina Wiegman riesce nell’impresa di traghettare un altro gruppo all’atto conclusivo del torneo continentale. Dopo il trionfo con l’Olanda nel 2017, può puntare al bis, considerando anche il fattore-casa.
Un risultato per certi versi inaspettato, dato che parliamo di due formazioni molto e per certi versi simili. Grande fisicità abbinata a ottime qualità tecniche, temibili sulle palle inattive, abili nello sfruttare l’ampiezza e speculari tatticamente con il loro 4-2-3-1. Eppure sono le padroni di casa a riuscire a colpire i punti deboli delle scandinave. Apre le marcature la solita Mead, al minuto 34. Poi, nella ripresa, la Nazionale in maglia bianca cala un tris terrificante in meno di 30 minuti. Ecco a voi l’approfondimento della gara.
Europei femminili, un’Inghilterra gigante schiaccia la Svezia
Sono tanti i temi che emergono in questa prima magnifica semifinale. Un aspetto che colpisce più degli altri però dell’Inghilterra, che ha mostrato non solo contro la Svezia, ma nel corso di tutti gli Europei femminili, è l’impressionante facilità di trovare la via della rete. La Nazionale che ospita la manifestazione è senza ombra di dubbio un’autentica macchina da gol, in grado di realizzarne 20 in 5 partite. A fronte di uno solo subito. E così, dopo aver inferto una solenne e umiliante lezione alla Norvegia nella fase a gironi (partita terminata 8-0), arriva un’altra schiacciante vittoria nuovamente contro una scandinava.
La superiorità inglese si manifesta in ogni zona del campo soltanto col proseguire della sfida. Entrambe le squadre partono con grandissima intensità fin dai primi istanti. Nel primo quarto di gara, però, sono le giocatrici di Gerhardsson a dare l’impressione di avere il controllo della situazione. Le ragazze in maglia giallo-blu tengono molto bene il campo, chiudono gli spazi e ripartono verticalizzando subito verso la punta Blackstenius. Come sempre, a dirigere la manovra con le sue giocate e la sua qualità è la capitana Asslani, facendosi trovare tra le linee o defilandosi sulla destra.
Meno sicurezza traspare, invece, dalle padroni di casa. La compattezza delle scandinave costringe le inglesi a un giro-palla orizzontale e lento, che produce inevitabilmente diverse palle perse. Anche sul piano della determinazione, la Svezia sembra metterci qualcosa in più. Tuttavia, non riesce a sfruttare alcune buone occasioni.
L’Inghilterra si riprende già nel primo tempo
Già nella seconda metà dei primi 45 minuti, la musica comincia a cambiare. L’Inghilterra cresce grazie ad alcune giocatrici-chiave che salgono in cattedra. A cominciare dal centrocampo, con Walsh, che tallona Asllani seguendola ovunque e limitandone ricezioni e giocate. E con Stanway, che trova più spazio per far male con continui e precisi cambi di gioco. La Svezia si ritrova a fronteggiare una squadra che, superate le difficoltà iniziali, macina gioco nella maniera migliore che conosce: sfruttare le corsie esterne e le giocatrici tra le linee.
L’organizzazione tattica scandinava mostra delle crepe e dei varchi che le ragazze di Wiegman fanno presto ad individuare. Anello debole della retroguardia giallo-blu è sicuramente l’incapacità di arginare gli inserimenti senza palla tra terzino e centrale. Con Bjorn e Angeldal in difficoltà nel dare copertura, la linea difensiva si ritrova troppo esposta. Così, al minuto 34, le padroni di casa passano in vantaggio. Azione che parte da sinistra con l’incontenibile Hemp, che arriva sul fondo e mette palla dentro. White non arriva per un soffio, ma la palla è raccolta da Bronze, sulla fascia opposta. Nuovo cross dell’esterna che stavolta trova Mead. Eriksson le concede troppa libertà per stoppare, mirare e calciare. Un errore capitale contro una giocatrice chirurgica. E l’1-0 è servito. Sesto gol per l’attaccante dell’Arsenal su altrettante conclusioni.
Ripresa da incubo per la Svezia: l’Inghilterra vola in finale degli Europei femminili
La Svezia subisce inevitabilmente il colpo e nella ripresa sbanda totalmente, consentendo all’Inghilterra di volare verso la finale degli Europei femminili. Dopo neanche 3 minuti di gioco, arriva il raddoppio da corner. Bronze veste per una volta i panni di realizzatrice, battendo con un colpo di testa preciso, ma non potente, una Lindahl ingannata dal velo di White. Le scandinave devono reagire e si affidano a forze fresche dalla panchina con gli ingressi di Seger, Kaneryd e Andersson. A farsi carico ancora una volta delle sorti della squadra è la solita Kosovare Asllani.
L’Inghilterra però non resta a guardare e, senza mollare un centimetro, rimane alta in pressione per non farsi schiacciare. Una resistenza resa possibile anche grazie alla granitica prova della centrale difensiva e capitana Williamson, insuperabile nei duelli e lucidissima nella gestione della palla. Anche Wiegman si gioca un asso dalla panchina. Al minuto 57, manda dentro Alessia Russo nella consueta staffetta con White. L’attaccante di chiare origini italiane impiega poco più di 10 minuti per andare in gol. E lo fa con un’intuizione geniale, di tacco, a conclusione dell’ennesima splendida azione costruita dalle britanniche nei varchi della difesa avversaria.
Con la Svezia ormai definitivamente fuori dalla partita, c’è spazio anche per il poker. A mettere la firma sul 4-0 ci pensa Kirby con un dolce pallonetto che si adagia in rete nonostante la deviazione di Lindahl.
Va in finale la squadra più forte
Senza alcun dubbio, l’Inghilterra vola in finale degli Europei femminili con grandissimo merito, essendo riuscita a demolire un’avversaria comunque forte come la Svezia. La capacità di reggere nel momento difficile testimonia la forza mentale della squadra, che, al tempo stesso, è costellata da tante giocatrici di altissimo livello. Una superiorità dimostrata in ogni punto del campo, in particolare nel reparto offensivo. Sia con le titolari che con le subentrate. Una vera corazzata in grado di asfaltare qualsiasi ostacolo.
Il piano tattico delle scandinave di rimanere con le linee compatte sacrificando anche le esterne d’attacco regge solo nei primi 20-25 minuti. Per il resto, poco sostegno a Blackstenius, stretta nella morsa di Williamson e Bright, e pochi guizzi di Fridolina Rolfo. Infine, una fragilità difensiva evidente contro la forza, la velocità, la tecnica e la bravura superiore delle avversarie.