Europei Italia: dove possiamo arrivare?

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La fase a girone degli Europei ha dato grande fiducia a tutta Italia sulle possibilità della Nazionale. La partita di ieri sera però ci ha lasciato con qualche perplessità, soprattutto per quanto concerne la forza mentale dei giocatori.

In questo articolo cercheremo di capire in che modo l’Italia si sta comportando in questo europeo, i suoi pregi e i difetti. Oltre a questo andremo a vedere quali squadre, al momento, ci sono sembrate più pronte per essere protagoniste dell’Europeo.

La partita di ieri sera ha sancito il passaggio del turno degli Azzurri che, dopo anni di buio, ritornano ad essere tra le migliori otto in ambito continentale. Quante possibilità ha l’Italia di arrivare fino infondo agli Europei? Quali sono i punti di forza e quelli deboli della Nazionale?

Europei – Italia: il carattere degli Azzurri

Gli Europei hanno sancito che l’Italia è tornata a essere una squadra importante, sia a livello di gioco che di gruppo. Nelle prime uscite ai gironi ha dimostrato di poter dominare il gioco, senza subire gol e facendone.

Certo, le avversarie non erano di caratura importante, è anche vero che nelle gestioni precedenti a Mancini abbiamo sempre avuto difficoltà a fare il risultato, anche contro le piccole.

Bisogna dunque riconoscere al gruppo una mentalità vincente, capace di fissare l’obiettivo e fare di tutto per raggiungerlo. Anche nel caso in cui non si raggiungesse l’atto finale della competizione usciremmo con una certezza: l’Italia è tornata ad avere la mentalità delle grandi squadre.

Le piccole vanno battute, e a volte bisogna dimostrare di essere superiori anche a livello di gioco. Crediamo che, dall’inizio della gestione Mancini, tutto ciò sia stato fatto e spesso anche con facilità.

Finalmente si vede un gruppo capace di pensare all’unisono, di remare dalla stessa parte e di mettere gli individui al servizio della squadra. Questo può essere il preludio a un periodo interessante per il calcio italiano che, negli ultimi anni, ha vissuto di individualità inadeguate e di mancanza di coesione.

Europei Italia: dove possiamo arrivare?

I pregi in fase di possesso

Agli Europei l’Italia sta dimostrando di avere diversi pregi, sia di carattere come detto in precedenza, sia di gioco. Il primo tra tutti è la capacità di dominare il campo, sia in fase di possesso che di non possesso.

Raramente ci è capitato di sentirci schiacciati, è capitato molto più spesso di sentirci sicuri con la palla e magari di subire qualche ripartenza. Il gioco dell’Italia ha preso una svolta molto moderna ed europea. 

Costruzione dal basso, interscambi tra i centrocampisti, occupazione degli spazi e la funzionalità di chi è in campo dimostrano come in questo momento siamo all’avanguardia. Abbiamo dimostrato di poter esprimere un buon calcio, resta da capire se saremo in grado di farlo anche con le grandi.

Un pregio dell’Italia agli Europei è quello della costruzione, che finora è stata quasi sempre efficace. È vero, contro l’Austria c’è stata un po’ di difficoltà anche nel primo possesso, ma l’Italia ha saputo dimostrare di poter costruire anche in altri modi.

Questo è importante perché non sempre si può esprimere il proprio gioco come si vuole, e quindi è giusto essere in grado di adottare strategie diverse, senza snaturare i propri principi di gioco.

Negli ultimi trenta metri poi spesso riusciamo a entrare in area avversaria, più con gli scambi che con giocate individuali. Questo è sintomo di una forte intesa tra le parti, che è in grado di garantire fantasia e pericolosità.

I pregi in fase di non possesso

Il dominio del gioco, oltre che alla fase di possesso, passa anche per la fase di non possesso e in questo siamo cresciuti molto. La riconquista della palla avviene per fasi di gioco, spesso in riaggressione immediata soprattutto quando il baricentro della Nazionale è alto.

Altre volte, ma con meno frequenza, la riconquista avviene in modo più ponderato, con il mantenimento delle posizioni e un atteggiamento più attendista. Bisogna considerare che ogni partita vive diverse fasi, spesso determinate dalla condizione atletica delle due squadre.

Di norma, in ogni caso, l’Italia preferisce riaggredire immediatamente, effettuando una transizione negativa il più veloce possibile. Questo per ritornare ad avere il possesso e poter essere nuovamente in dominio.

Infine come ultimo pregio non possiamo che inserire la fase difensiva, che è tornata a essere quella che negli anni ci ha contraddistinto. Il mantenimento delle distanze, la cattiveria agonistica e l’abilità nell’uno contro uno stanno facendo la differenza.

Questo è merito sia delle individualità, sia del sistema di gioco che calza a pennello con i giocatori. Vedremo se il muro Azzurro sarà in grado di reggere fino alla fine subendo pochi gol.

Europei Italia: dove possiamo arrivare?

I difetti dell’Italia agli Europei

Nonostante i tanti pregi sopracitati ci sono alcuni difetti da limare, e la partita di ieri ne è stata la prova. Il primo tra tutti fa proprio parte della già descritta fase difensiva. Se si è dimostrata formidabile nelle partite in cui l’Italia ha dominato il gioco, è sembrata traballante ieri sera.

La partita con l’Austria ha fatto notare come, se la squadra avversaria riesce in palleggio ad arrivare negli ultimi 30 metri, la difesa inizi a subire. Nella fattispecie ieri si è subito spesso il possesso avversario dalla parte destra della nostra difesa.

Dettaglio preoccupante dal momento in cui la zona è coperta da Di Lorenzo e Barella, sicuramente sostanziosi senza palla. Bisogna dunque andare a limare alcuni dettagli soprattutto nelle scalate e nelle scelte prese dai giocatori.

Un altro difetto, sicuramente meno visibile, è l’interpretazione del ruolo degli esterni alti. Prendiamo in causa per un momento Insigne, un giocatore tecnicamente eccellente ma che non ha un allungo importante.

La sua esplosività è nel breve, se costretto a fare campo senza palla perde sicuramente di efficacia. Il vantaggio di giocare con gli esterni a piede invertito è quello di giocare più dentro il campo, e crediamo sia l’obiettivo di Mancini.

Questo per poter liberare spazio ai laterali bassi, nella fattispecie Spinazzola, e permettere loro di galoppare. Nelle prime uscite, soprattutto quella di ieri, i laterali alti si sono trovati a giocare spesso troppo larghi perdendo di efficacia e facendone perdere ai terzini.

Basti pensare alle pochissime scorribande di Di Lorenzo, e che spesso Spinazzola è stato costretto a sovrapporsi internamente. Ci chiediamo dunque se forse non sia il caso di entrare più dentro il campo, per poter esprimere al meglio le proprie doti aumentando di pericolosità.

Considerazioni finali

Chiudiamo l’articolo sugli Europei dell’Italia, e di come si è comportata fino a qui, con alcune considerazioni finali. Il modo di giocare dell’Italia è diventato finalmente più europeo e moderno, sdoganando i principi classici italiani.

Questo grazie sia a Mancini e al suo staff che ai giocatori che si mettono in gioco giorno dopo giorno. Vogliamo tornare un momento sulla partita di ieri sera, considerata facile dai più, ma che facile non lo era per niente.

È stata la rappresentazione del carattere del gruppo, della sua solidità e anche dei limiti che possiede. Ciò non toglie che alla fine, a distanza di anni, la squadra è tornata a far sognare i tifosi.

Ci sono squadre più attrezzate? Sì. Ci sono squadre che rimangono favorite in confronto a noi? Sì. Ciò non toglie che il progetto degli Azzurri è valido, e che è giusto appoggiarlo in pieno perché è riuscito a ridare euforia a un’intera Nazione.

Dunque continua a farci sognare Italia e continua a farci correre assieme a te, per arrivare il più lontano possibile in questi Europei

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