Vittoria con vista Europa per la Fiorentina nell’ultima di campionato. Davanti al proprio pubblico, i viola battono la Juventus per 2-0 e consolidano la settima posizione che vale la qualificazione alla prossima Conference League. La squadra di Italiano fa valere le proprie maggiori motivazioni e scende in campo con la giusta determinazione. Un atteggiamento propositivo che culmina con una eccellente e dominante prestazione corale ai danni della storica rivale. Per i bianconeri arriva, invece, il secondo k.o. di fila in trasferta, dopo il pari interno con la Lazio. Gli unici sorrisi per la squadra di Allegri arrivano in favore dei partenti Chiellini, Dybala e Bernardeschi. Non indugiamo ancora oltre e avventuriamoci in questa analisi tattica di Fiorentina-Juventus. Iniziamo con la presentazione delle formazioni.
Padroni di casa in campo col consueto 4-3-3. Terracciano in porta, Biraghi e Venuti sugli esterni a completare la retroguardia guidata dalla coppia centrale Igor-Milenkovic. Amrabat in cabina di regia con Bonaventura e Duncan ai suoi lati. Davanti, Piatek viene preferito a Cabral. In supporto al polacco agiscono le ali Saponara e Nico Gonzalez.
Gli ospiti rispondono con quello che sulla carta si presenta come un 3-5-2. Tra i pali ancora spazio a Perin, con De Ligt e la premiata ditta Bonucci-Chiellini, alla loro duecentesima (e ultima) partita da titolari insieme, in difesa. Sulle fasce troviamo Bernardeschi a destra e Alex Sandro dall’altra parte. In mezzo al campo, nuovamente titolare Locatelli a guidare il reparto, con Rabiot e Miretti ai suoi lati. In attacco Kean e Dybala.
Primo tempo: dominio viola che culmina col vantaggio nel finale
Le diverse motivazioni che spingono le due squadre a profondere gli ultimi sforzi nell’atto conclusivo di questo campionato hanno un impatto notevole sull’analisi tattica di questo Fiorentina-Juventus. I viola hanno bisogno di una prestazione convincente e di punti per accaparrarsi un posto in Europa. Per questo, gli uomini di Italiano propongono fin da subito un atteggiamento molto propositivo.
La squadra imposta da dietro a 3, con Amrabat davanti (o talvolta in mezzo) ai due centrali di difesa e i terzini fin da subito molto alti. Senza troppi timori, il tecnico siciliano lascia la propria retroguardia nell’uno contro uno con gli attaccanti bianconeri. Tale mossa apparentemente azzardata non produce rischi. La Juventus infatti, trascorre la prima frazione quasi prevalentemente nella propria metà campo e, soprattutto, non ha alcun interesse ad alzare i ritmi o a velocizzare la manovra. Inoltre, il centrocampista marocchino gioca una gara perfetta, di grande corsa e con tanto lavoro efficace in interdizione.
Oltre a cercare l’ampiezza con i terzini molto alti e le due ali larghe, i padroni di casa non danno riferimenti in mezzo al campo. Nonostante la parità numerica con i rispettivi bianconeri, i centrocampisti viola riescono sempre a trovare la giocata, grazie al loro continuo movimento. Bonaventura, in prima battuta, viene basso ad aiutare Amrabat nell’impostazione. Poi, però, va ad agire tra le linee portando superiorità numerica sulla destra. Anche Duncan si muove alle spalle della mediana juventina. Il ghanese alterna una posizione più centrale, quando Piatek si stacca per venire incontro, a una più defilata sulla sinistra.
Ed è proprio da questo lato che la Fiorentina trae lo sviluppo principale del suo gioco. Grazie al tandem composto da Biraghi, con la sua qualità nel crossare, e Saponara, vera spina nel fianco con la sua abilità nell’uno contro uno. La squadra di Allegri soffre molto da quella parte con Miretti e Bernardeschi, che quasi mai trovano il tempo giusto per accorciare sugli esterni viola. A destra, invece, Alex Sandro è più attento nel contenere Nico Gonzalez, con i due che mantengono il duello aperto sulla corsia in entrambe le fasi di gioco.
Piatek si muove molto in supporto ai compagni in fase di impostazione. Tuttavia, viene ben contenuto dai centrali bianconeri, soprattutto in marcatura in area. Per non lasciare isolato il polacco, sia le mezz’ali con gli inserimenti senza palla, sia lo stesso Nico Gonzalez con tagli verso il centro vanno ad avvicinarsi al compagno o comunque a buttarsi negli ultimi 16 metri. Ed è proprio così che i viola, praticamente quasi allo scadere della prima frazione, trovano il gol del vantaggio.
L’ex centravanti di Milan e Genoa contende uno dei pochi palloni arrivatigli in verticale di testa. Nella mischia che si genera in area ne esce vincitore proprio Duncan. il numero 32 fa esplodere il sinistro, batte Perin e porta i suoi sull’1-0.
Analisi tattica Fiorentina-Juventus: troppo poco dai bianconeri
Come già detto in apertura di questa analisi tattica di Fiorentina-Juventus, i bianconeri si schierano solo apparentemente con un 3-5-2. O meglio, è così quando il possesso è dei viola. Nel momento in cui, invece, è la squadra di Allegri a impostare, De Ligt si allarga sulla destra, mentre Rabiot fa la stessa cosa a centrocampo sulla sinistra. Si va così a formare un 4-4-2. L’olandese prova anche ad affacciarsi in avanti in questa nuova veste. Le sue sortite offensive sono però limitate dall’emergenza difensiva sul suo lato contro gli esterni toscani.
La Juventus non ha fretta e nemmeno alcun particolare interesse a velocizzare la manovra. Viene molto cercato Kean, soprattutto con palla addosso. Ma il classe 2000 è in difficoltà contro la marcatura stretta e fisica di Igor e Milenkovic. Dybala gioca molto lontano dalla porta, quasi da centrocampista aggiunto per cercare di rendere più qualitativa la fase di impostazione. Col baricentro molto basso e le punte distanti tra loro, diventa difficile per i bianconeri riversarsi celermente nella metà campo avversaria. Per questo gli unici spunti arrivano con sporadici cambi di gioco sulla sinistra, dove Alex Sandro riesce a partire alle spalle del generoso Nico Gonzalez.
Di fatto, gli ospiti non producono alcuna palla gol effettiva e nemmeno una conclusione verso la porta di Terracciano. Il centrocampo fa fatica, sia in fase di contenimento con Miretti, sia in costruzione con Locatelli.
Secondo tempo: Fiorentina on point contro una Juve fiacca
All’intervallo, Allegri regala il debutto stagionale al terzo portiere Pinsoglio e sostituisce Chiellini, frenato da un duro scontro con Piatek nell’azione del gol, con Rugani. I bianconeri accennano ad un minimo di reazione, portando il baricentro più avanti e alzando l’intensità del pressing. La Fiorentina, impossibilitata a costruire dal basso, ricorre direttamente al lancio lungo per Nico Gonzalez. L’attaccante argentino vince tutti i duelli aerei con Alex Sandro e facilita lo sviluppo dell’azione.
I centrocampisti sono prontissimi ad accorciare sulle sponde del compagno e ad aprire il gioco sulla fascia sinistra. Ancora una volta, da questa parte Biraghi e Saponara mettono in grande difficoltà la Vecchia Signora, che fatica anche ad imbastire ripartenze veloci quando riesce a recuperare palla. Con Kean sempre braccato e visto il poco sostegno nell’accompagnare l’azione, è sempre Dybala a farsi vedere per cucire il gioco. La Joya si sacrifica giocando molto lontano o spalle alla porta. I suoi appoggi sono però fondamentali per consentire ai centrocampisti di attivarsi con i cambi di gioco.
Al minuto 60, il tecnico livornese manda dentro Aké al posto di Bernardeschi. La squadra passa temporaneamente ad una sorta di 4-3-3. Il neoentrato parte largo a destra. Dybala agisce in posizione centrale, mentre Kean parte leggermente defilato sulla sinistra. Italiano risponde inserendo forze fresche sulla catena di destra con Odriozola al posto di Venuti. Per alcuni minuti, la viola rifiata lasciando il possesso agli ospiti e disponendosi in maniera ordinata dietro la linea della palla. Si tratta di una fase transitoria in vista del forcing finale, al quale partecipano altri giocatori in uscita dalla panchina.
Al minuto 69 c’è spazio per Ikoné, entrato al posto di Saponara. L’ex Lille prende inizialmente la fascia di competenza del numero 8, ma dopo alcuni minuti s’inverte con Gonzalez, passando sulla destra. Allegri concede qualche minuto anche a Vlahovic e McKennie, che rilevano Kean e Miretti. La squadra ritorna al 4-4-2. Il texano agisce largo sulla sinistra, con Rabiot che stringe la propria posizione vicino a Locatelli.
L’ultima mossa per i padroni di casa è rappresentata dal doppio cambio di Torreira e Cabral per Duncan e Piatek. Dopo una fase di totale dominio territoriale, in cui i viola mettono in pratica un vero e proprio esercizio di stile, nel finale tornano a premere con insistenza. Determinanti sono ovviamente le energie fresche apportate dai subentrati. In particolare dal centrocampista uruguayano che al minuto 91 disorienta Bonucci e guadagna un calcio di rigore, poi trasformato da Nico Gonzalez. È l’ultimo squillo di una partita vinta per 2-0 dai padroni di casa.
Analisi tattica Fiorentina-Juventus: le considerazioni finali
La Fiorentina vince con amplissimo merito la sfida che le consente di tornare a disputare una competizione europea dopo 5 anni. Sotto la guida del proprio tecnico, i viola disputano una strepitosa stagione culminata con un ottimo risultato. I segreti dietro questo successo risiedono sicuramente in un collettivo forte, che ha saputo voltare pagina dopo aver perso a gennaio il proprio bomber, senza mai snaturarsi né rinunciare ai propri principi di gioco. Una squadra che s’è tolta delle soddisfazioni importanti disputando grandi prestazioni anche contro le grandi, proponendo sempre un’idea propositiva e volta all’attacco. Il doppio impegno della prossima stagione richiede inevitabilmente degli interventi per ampliare la rosa ed evitare, come spesso accade alle nostre squadre, che la partecipazione alle coppe diventi più un fardello che un’occasione positiva di crescita.
Quanto alla Juventus, il finale di stagione rispecchia un po’ tutto l’andamento di questo 2021/2022. La squadra chiude con una sconfitta, ma soprattutto con una produzione offensiva praticamente nulla. Il dato con l’annata passata è impietoso. Il quarto posto è arrivato sì con maggiore serenità, ma i bianconeri chiudono il campionato con due sconfitte in più e addirittura 20 gol segnati in meno. Anche la difesa è un osservato speciale, avendo la Vecchia Signora concesso praticamente un gol a partita. I numeri, insomma, sono chiari e rilasciano un verdetto inequivocabile. Per tornare competitivi servono investimenti di qualità in ogni reparto. E soprattutto trovare degni sostituti di chi stasera ha indossato la maglia bianconera per l’ultima volta.