Fiorentina-West Ham (1-2): analisi tattica e considerazioni

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Nella notte di Praga svaniscono i sogni di gloria europea della Fiorentina, sconfitta per 2-1 dal West Ham nella finale della Conference League, di cui a breve andremo a svolgere l’analisi tattica. I viola dominano per lunghi tratti, ma vengono beffati nelle uniche due occasioni in cui gli inglesi si affacciano pericolosamente in avanti. La prima, che porta al vantaggio degli Hammers, arriva su una imperdonabile dormita difensiva che si conclude col fallo di mano in area di Biraghi. Dal dischetto, Benrahma non fallisce. La squadra di Italiano reagisce bene e dopo 5 minuti trova il pareggio con Bonaventura. Al 90′, però, arriva il secondo grave errore della retroguardia toscana. Bowen, ben imbeccato da Paquetá, non fallisce davanti a Terracciano e porta la coppa in Inghilterra. Riviviamo le fasi del match tra Fiorentina e West Ham attraverso il racconto della nostra analisi tattica. Cominciamo con la presentazione delle formazioni.

Fiorentina-West Ham (1-2): analisi tattica e considerazioni

Schieramento di partenza speculare: 4-2-3-1 per entrambe. Nei viola, c’è Terracciano tra i pali, protetto dalla retroguardia con Dodô e Biraghi terzini e coppia centrale con Ranieri ad affiancare Milenković. Centrocampo di sostanza con Amrabat e Mandragora e Bonaventura più alto ad assistere il reparto avanzato. Jović viene preferito come terminale offensivo, assistito dagli esterni Kouamé e Nico González.

I londinesi rispondono con Areola in porta, linea difensiva con Coufal ed Emerson esterni bassi e Zouma e Aguerd in mezzo. In mediana agiscono Rice e Souček, mentre Paquetá supporta l’unica punta Antonio assieme alle ali Bowen e Benrahma.

Analisi tattica Fiorentina-West Ham, primo tempo: dominio viola senza pungere

Il copione dell’analisi tattica di Fiorentina-West Ham appare chiaro già dai primissimi istanti e si mantiene pressoché invariato per tutto il prosieguo del match. Da una parte, abbiamo i viola, con la consueta idea di calcio molto propositiva. Dall’altra, gli inglesi che invece prediligono una partita di attesa e ripartenza, contrassegnata da grande compattezza e intensità e una fase offensiva quasi nulla nella prima frazione.

Moyes allestisce un’organizzazione difensiva con un 4-4-2 in cui i due esterni alti Bowen e Benrahma sono molto applicati nell’aiutare i terzini. Paquetá, invece, rimane alto insieme ad Antonio a portare la prima linea di pressione sul giro-palla da dietro della Fiorentina.

Dal canto suo, la squadra di Italiano impiega poco tempo a prendere in mano le redini della gara. I viola cercano di avere buone spaziature sul fronte offensivo per creare superiorità numerica esternamente. La prima impostazione è affidata alla linea a 3 composta dai due centrali e da Amrabat, che si abbassa in mezzo a quest’ultimi o si porta sul centro-destra. In questo modo, viene superata la pressione dei due attaccanti inglesi, in evidente inferiorità. Da qui, però, sorgono i problemi. Il West Ham difende basso e non concede profondità. In più i due reparti da 4 si mantengono molto stretti e compatti, creando una densità tale da impedire qualsiasi giocata filtrante o imbucata tra le linee

Analisi tattica Fiorentina-West Ham: per i viola una mole di gioco faticosa, ma senza sbocco

Lo sviluppo sugli esterni diventa dunque determinante per provare ad allargare le maglie della difesa avversaria. Tuttavia, l’ottimo lavoro in copertura dei terzini e il supporto delle ali degli Hammers rende difficoltosi e deficitari i rifornimenti dal fondo e Jović viene servito poco e male. L’attaccante serbo è spesso costretto ad abbassarsi per ricevere palloni giocabili, ma a parte il gol annullato sul tramonto del tempo, non viene mai messo nelle condizioni di battere a rete. Ed è questo il tallone d’Achille dei primi 45 minuti di gioco degli uomini di Italiano.

Fiorentina-West Ham (1-2): analisi tattica e considerazioni

Dominio territoriale e del possesso assoluti, ma scarsa pericolosità. Il palleggio è avvolgente, ma lento e orizzontale. Mancano ritmo e celerità e dopo una fase iniziale di ricerca delle punte attraverso lanci lunghi, la Fiorentina prova con le combinazioni tra mezz’ala, esterno alto e terzino. Ma, ancora una volta, con scarsi risultati.

Per gli inglesi, invece, esiste un’unica ed elementare trama di gioco. Recuperare il pallone e imbeccare immediatamente Antonio nei duelli coi due centrali. Nel mezzo, tanta intensità e contatti duri e nient’altro. Lo 0-0 appare inevitabile, nonché la più giusta sintesi e conclusione della prima parte dell’analisi tattica della finale tra Fiorentina e West Ham.

Analisi tattica Fiorentina-West Ham, secondo tempo: arrivano i gol

Nella ripresa, il canovaccio dell’analisi tattica di Fiorentina-West Ham non varia, ma Italiano decide di giocarsi subito la carta Cabral per Jović. I viola approcciano bene, portando anche un pressing alto e deciso efficace e tenendo gli inglesi nella loro trequarti. Il neoentrato e Nico González vengono cercati molto con lanci lunghi, per poi trovare gli inserimenti delle mezz’ali con le loro sponde.

Fiorentina-West Ham (1-2): analisi tattica e considerazioni

Gli Hammers rispondono come possono, sfruttando anche situazioni apparentemente innocue come i falli laterali, grazie a lunghe gittate fino all’area di rigore. Ed è proprio su questa circostanza che la squadra di Moyes trova un inaspettato vantaggio. Non senza però la grave complicità della difesa viola, che, al minuto 60, si perde colpevolmente in area Bowen. Biraghi, nel tentativo di rimontarlo, gli sporca il pallone con la mano, provocando un calcio di rigore, non fallito, 120 secondi dopo, da Benrahma.

Poco prima della battuta del penalty, i due allenatori varano altre mosse. Moyes manda dentro Kehrer per l’infortunato Zouma. Italiano, invece, sceglie Saponara per la fascia mancina al posto di un evanescente Kouamé. Ci vuole qualche minuto di assestamento per consentire ai viola di digerire quest’istante autolesionistico, ma la reazione arriva.

La giocata di cui vi abbiamo parlato in questa parte dell’analisi tattica di Fiorentina-West Ham produce i suoi frutti. Al minuto 67, Nico González vince il duello aereo con Emerson su lancio lungo di Amrabat. Il colpo di testa dell’argentino si trasforma in assist per l’inserimento di Bonaventura, finalmente libero tra le linee, che in area controlla di sinistro e batte Areola con un destro ad incrociare all’angolino.

Fiorentina-West Ham (1-2): analisi tattica e considerazioni

Analisi tattica Fiorentina-West Ham: la beffa all’ultimo respiro

La Fiorentina è galvanizzata dalla ritrovata parità e fa valere la fisicità dell’argentino e dell’attaccante brasiliano nei duelli aerei. Il West Ham, in difficoltà, si affida ai guizzi di Paquetá che, oltre a pressare e rincorrere in lungo e in largo i centrocampisti avversari, ha anche l’energia per sprintare e saltare l’uomo. 

La fatica comincia a presentarsi minacciosa. Al 76′, Fornals prende il posto di Benrahma. Al minuto 84, invece, Ranieri è costretto ad abbandonare il campo per via dei crampi. I viola perdono uno dei loro uomini migliori, autore di una partita impeccabile assieme a Milenković nel contenere l’esuberanza fisica di Antonio. Igor prende il posto del classe ’99. Un ammanco che costa caro perché, proprio al 90′, Bowen scatta in profondità sorprendendo la retroguardia toscana, sfilando alle spalle del centrale brasiliano su verticalizzazione perfetta di Paquetá. Davanti a Terracciano, l’esterno inglese mantiene la lucidità e trova la rete del nuovo vantaggio del West Ham.

Fiorentina-West Ham (1-2): analisi tattica e considerazioni

Nel recupero, Italiano aumenta l’arsenale offensivo della sua squadra mandando dentro Barak per Mandragora e portando Biraghi più avanti, da punta aggiunta. Moyes invece si copre, togliendo Antonio e rimpiazzandolo con Angelo Ogbonna. L’assalto finale non basta però alla Fiorentina per rimontare ancora e prolungare la sfida ai supplementari.

Le considerazioni finali per questa finale di Conference League

Dopo il successo della Roma nella prima storica edizione della stagione scorsa, l’Italia non riesce a difendere il trono di questa competizione. La Fiorentina, come abbiamo cercato di raccontarvi in questa analisi tattica della finale contro il West Ham, ha profuso tanto impegno ed energie, ma alla fine ha dovuto cedere all’inesperienza e all’incapacità di tenere alta la concentrazione in tutti i momenti della gara. La sensazione di avere in pugno il pallino del gioco ha forse distratto la squadra di Italiano. Ne è testimonianza l’azione del primo gol. Nel secondo, invece, si è avvertita l’assenza di quella sinergia difensiva persa con l’uscita del giovane Ranieri, premiato dal suo allenatore con la partenza da titolare. Peccato per i viola che si vedono sfuggire la seconda finale della stagione.

Quanto al West Ham, invece, torna a vincere un trofeo europeo dopo quasi 60 anni e lo fa da imbattuta. Un successo che arriva grazie alla grande applicazione e allo spirito di sacrificio di una squadra che sacrifica l’estetica in nome del pragmatismo. Trovare la via del gol sfruttando le uniche indecisioni dell’avversaria, dopo una partita spesa quasi interamente nella propria metà campo, è indice di sicurezza e forza mentale. Una squadra che ricorre spesso a maniere spigolose, ma dimostra di essere sempre sul pezzo, anche se subisce o comunque fatica nella produzione offensiva. Ancora una volta la concretezza e l’efficienza assurgono a valori determinanti per trionfare in campo internazionale.

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