Quella tra Galatasaray e Fenerbahce non è una partita come le altre. È la rappresentazione calcistica di tutto ciò che una rivalità culturale può creare. Le due squadre risiedono nel cuore di Istanbul, una città unica nel suo genere, crocevia da sempre di due culture diverse, quella europea e quella asiatica. Per questo motivo si è creata un’atmosfera irripetibile, occidente e oriente si fondono assieme creando la magia di questa splendida città. Il ponte di Galata unisce le due metà che compongono la città, a est quella più antica, più ricca e musulmana, a ovest quella che fa da sede alla cristianità e che è più moderna, Fener.
Galatasaray e Fenerbahce, l’origine dei club
Nel Palazzo Imperiale di Galata nel 1481 fu fondata la seconda scuola più antica di Turchia: la Galata Sarayı Enderun-u Hümayuu. Nel 1905, alcuni studenti fondarono in questa sede una polisportiva. I colori delle divise in un primo momento furono il giallo e il nero, cambiati poi per scaramanzia in “dorato con un tocco d’arancio” e in rosso “scuro come una ciliegia”, che insieme diventano “come una fiamma”, così disse il fondatore del club.
Il Fenerbahce, invece, ha un’origine diversa. Nacque in segreto nel 1907 da tre studenti universitari, poichè il governo non gradiva chi familiarizzava con le tradizioni inglesi. Nonostante tutto, da una semplice idea, si è creato qualcosa di inimmaginabile: una società che ancora oggi è tra le più importanti della Turchia. I colori sociali sono il giallo, che significa”faro” (Fener in turco), che costituiva il punto di ritrovo, e il bianco dei narcisi che lo adornavano. In seguito questi diventerà blu, formando la divisa che oggi conosciamo. Ben presto la classe operaia iniziò a tifare per questa nuova squadra, lasciando il Galatasaray ai borghesi.
Due squadre, due tifoserie
Due origini diverse, due zone della stessa città così vicine ma così distanti, religioni distinte e classi sociali opposte. Queste sono le motivazioni di tanto sentimento dietro a una singola partita. Un derby così sentito che spesso è teatro di scontri, di violenza e anche di morti. Quando però queste componenti non ci sono, è una delle vetrine più belle del mondo del calcio, con tifoserie che creano coreografie magnifiche e i giocatori che battagliano. Il calcio alla fine è soprattutto questo, emozioni in movimento, che rotolano tra i calci di un pallone. E noi continuiamo a emozionarci, godendoci la magia che queste partite sono in grado di creare.