All’inizio degli anni ’90, concluse le Notti magiche del mondiale nostrano, UEFA e FIFA provarono a rivoluzionare il mondo del calcio: l’epoca del “Golden Goal” era agli albori. Ma, nonostante i suoi buoni propositi, si rinunciò ben presto all’innovazione, prima modificando il Golden nel cosiddetto “Silver Goal”, poi abolendolo del tutto. Ormai la regola si può trovare soltanto nei giochi per console dedicati al calcio, ma, nell’ottica dei promotori, doveva costituire una vera e propria rivoluzione.
Gli albori del Golden Goal
Era il lontano 1992 quando, in Inghilterra, si cominciò a parlare del Golden Goal. Il mondiale di Italia ’90 aveva messo in luce una questione piuttosto problematica nel mondo del calcio. Infatti, entrambe le semifinali della competizione, nonché un quarto ed un ottavo di finale, erano state decise soltanto ai calci di rigore, dopo dei tempi supplementari scialbi.
Il tatticismo ultra-difensivo predominante in quegli anni aveva portato le squadre a sbilanciarsi sempre meno in avanti pur di non prendere un gol in ripartenza. Tutto questo andava a scapito dello spettacolo, principale fonte di interesse e guadagno per TV e radio.
Per ovviare a questo problema, si pensò dunque di introdurre una nuova regola, che, nell’ottica dei suoi promotori, avrebbe potuto incentivare un gioco più offensivo e spregiudicato da parte delle squadre coinvolte. Si pensò così di mutuare un’idea, quella del “sudden death” (“morte improvvisa“), nata nell’ambito dell’hockey su ghiaccio praticato in Nordamerica.
Il primo Gol d’Oro della storia
Il concetto era molto semplice: una volta giunti ai tempi supplementari di una partita ad eliminazione diretta, la squadra che avesse segnato per prima avrebbe vinto la gara. Insomma, chi segna vince, per richiamare alla memoria una regola che chiunque da piccolo ha sfruttato almeno una volta, giocando con gli amici.
Il primo golden goal della storia fu quello messo a segno dall’australiano Anthony Carbone, che ai Mondiali Under-20 del 1993 gelò l’Uruguay al 99° minuto della gara.
Per la Nazionale italiana, invece, la prima applicazione della regola avvenne invece agli Europei Under-21 del 1994. Nel primo tempo supplementare della sfida contro il Portogallo di Figo, infatti, Orlandini con un sinistro dalla distanza portò il trofeo nella bacheca azzurra.
Il Golden Goal nelle competizioni maggiori
Ma il Golden Goal non era ancora pronto per il debutto sui palcoscenici più grandi. La sua introduzione nelle partite delle nazionali maggiori slittò infatti dal Mondiale di USA ’94 all’Europeo inglese del ’96. In quella circostanza, d’altro canto, fu subito decisivo per l’assegnazione del trofeo. Il tedesco Bierhoff, allora in forza all’Udinese, segnò un gol rocambolesca con la complicità del ceco Kouba.
Allo stesso modo, 4 anni più tardi, il Gol d’Oro di Trezeguet smorzò al 103° ogni velleità della Nazionale azzurra di conquistare il 2° Europeo della sua gloriosa storia.
Un’altra “Sudden Death” per gli azzurri
Per l’Italia, d’altronde, le delusioni portate dall’introduzione del Golden Goal superarono di gran lunga le gioie. Chiunque sia nato prima della fine degli anni ’90 infatti stenterà a dimenticare il Mondiale giocato in Corea del Sud e Giappone nel 2002. L’eliminazione dell’Italia avvenne per mano (o meglio, per colpo di testa) di Ahn Jung-hwan, al 117° di una partita pesantemente condizionata dalle decisioni arbitrali di Byron Moreno.
Poco prima, la UEFA aveva deciso di utilizzare il Golden Goal anche in gare di club. In particolare, esso servì a dirimere la Supercoppa europea del 2000 (Galatasaray-Real Madrid 2-1) e soprattutto la finale della Coppa UEFA dell’anno successivo. Il goffo autogol di Geli a 3′ dal termine mise fine alle speranze del Deportivo Alavés di vincere il suo primo trofeo internazionale contro il Liverpool.
Un tentativo di correzione: dal Golden al Silver Goal
Nonostante gli auspici iniziali, comunque, la regola del Golden Goal trovava ormai uno scetticismo dilagante. Disilluse le speranze iniziali, si vedevano infatti partite che dopo dei tempi regolamentari entusiasmanti si spegnevano in supplementari condizionati dalla paura. Come era ben immaginabile fin dall’inizio, le squadre rientravano in campo dopo il 90° con l’unico scopo di non subire la “morte improvvisa“, senza preoccuparsi di attaccare.
La UEFA, preso atto dell’inefficacia del Gol d’Oro, cercò dunque di modificare la regola per ottenere gli effetti sperati. Nacque così il Silver Gol: era l’aprile del 2003. La nuova regola prevedeva che, nel caso in cui una squadra fosse stata in vantaggio al termine del primo tempo supplementare, avrebbe vinto la partita senza dover giocare il secondo.
L’abolizione del Silver (e Golden) Goal
In realtà, la regola ebbe poco successo: l’idea iniziale del Golden Goal veniva così a snaturarsi completamente, e di certo lo spettacolo non ne traeva vantaggio. Anzi: le partite somigliavano a quelle precedenti l’introduzione del Golden Goal a tal punto che ben presto si decise di abolirla.
Al termine degli Europei del 2004, i vertici di UEFA e FIFA tolsero di mezzo ciò che si era rivelato, in fin dei conti, una sorta di aborto spontaneo nelle regole del calcio. Il Golden Goal era durato ben 10 anni, mentre il Silver Goal appena 1.
Ciononostante, quest’ultimo si rivelò decisivo per il cammino della Grecia nella massima competizione europea, che la vide poi trionfare per la prima (e finora unica) volta della sua lunga storia.
Un altro prestito dall’hockey americano: gli shootout
Gli stessi anni fra il ’90 e il 2000 furono forieri di numerosi ulteriori tentativi di innovare le regole del calcio. Un altro esperimento che (per fortuna) non prese piede in Europa (almeno in gare ufficiali) furono i cosiddetti “shootout“. Anch’essi provenivano dall’hockey nordamericano e furono ben presto adottati prima in NASL e poi in MLS per aumentare la spettacolarità, in questo caso dei rigori.
Invece dei classici tiri dagli 11 metri, infatti, era previsto che il rigorista partisse palla al piede dai 30 metri con 5 secondi per segnare a tu per tu col portiere. Inutile sottolineare come qualsiasi giocatore tecnicamente dotato avesse vita facile nel superare l’estremo difensore in vari modi.
Il Trofeo Birra Moretti del 2004
In Italia, l’unica applicazione degli shootout avvenne in occasione del Trofeo “Birra Moretti”, disputato nell’agosto 2004 da Juventus, Inter e Palermo. Il rigore decisivo per assegnare il trofeo ai bianconeri venne “calciato” da Miccoli, che con un delizioso pallonetto superò il portiere palermitano.