Hellas Verona: Antonìn Baràk, l’ammazzagrandi

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Antonìn Baràk è l’uomo in più di questo sempre più sorprendente Hellas Verona. In bonus da svariate partite, il numero 7 gialloblù sta attraversando un momento di forma eccezionale. 

Baràk e l’esplosione con l’Hellas Verona

Giocatore da sempre discontinuo ed incostante, questa stagione Antonìn Baràk si è definitivamente assestato sui livelli che gli competono con la maglia dell’Hellas Verona. La compagine allenata da Ivan Juric sta pian piano raggiungendo l’agognata salvezza e gran parte del merito va attribuita al talentuoso centrocampista ceco. Il fantasista è un autentico tuttofare. Attacca, difende e, soprattutto, è il cervello della squadra. Antonino lega il gioco, è il fulcro di ogni azione. Non ha paura di affrontare avversari più blasonati, a dimostrarlo sono i fatti. Ha segnato contro il Milan, il Napoli e, per ultima, la Juventus diventando il capocannoniere della squadra. La permanenza nel massimo campionato passa soprattutto dal suo educato mancino.

Il rapporto tra Baràk e l’allenatore dell’Hellas Verona

Baràk sta consolidando sempre più il suo legame con Ivan Juric, tecnico dell’Hellas Verona. “Il modo in cui Baràk interpreta il gioco è fantastico, sta facendo un grandissimo campionato. È un vero leader, spero che continui così perchè può fare ancora meglio.” Il trequartista ceco, di rimando, ha così risposto alle parole al miele del serbo, parlando anche del rapporto con il padre allenatore: “Mio padre è allenatore. Se Juric fa correre, mio padre è ancora più duro. Posso dire di essere un giocatore forte, ma ce ne sono tanti. Se voglio essere un campione e vincere, devo essere forte dentro la mia testa.”

Il rendimento al fantacalcio

Ventidue partite giocate e sei marcature messe a referto per il ventiseienne di Pribram. Due assit, tre ammonizioni, una media voto di 6,34 che sale di molto quando diventa “fantamedia” (7,14). Sarebbe potuto essere molto di più se non fosse stato per quell’unico cartellino rosso, sventolatogli, in occasione del match interno contro la Sampdoria di Claudio Ranieri, dal giovane fischietto friulano Riccardo Ros ad ormai tempo scaduto (novantaquattresimo minuto). Un pestone scellerato ai danni dell’incolpevole omonimo Antonino La Gumina che complicò di non poco il già improbabile tentativo di rimonta degli Scaligeri. Numeri che, al di là di questo singolo episodio, non possono che migliorare e consacrare il giovane calciatore nel calcio che conta.

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