- Dopo le parole di Juric, sono arrivate quelle di Roberto D’Aversa nella conferenza stampa di presentazione di Hellas Verona-Parma. La sfida di domani chiuderà la 22^ giornata di Serie A. L’obiettivo è la salvezza e il tecnico ci crede al 100%; dubbi in attacco per via delle condizioni di Cornelius e Pellè.
Hellas Verona-Parma, le parole di D’Aversa
In apertura di conferenza stampa, D’Aversa ha presentato l’Hellas Verona, prossimo avversario del suo Parma: “Durante questa settimana i ragazzi si sono impegnati, ma anche la settimana scorsa lo avevano fatto nonostante poi il risultato è stato totalmente diverso da quello che ci aspettavamo nel derby. Dobbiamo riscattare la prestazione della scorsa gara in una sfida non semplice, perché sappiamo che l’Hellas Verona è una squadra organizzata, che difficilmente fa giocare la squadra avversaria, che gioca uomo su uomo. Dobbiamo essere pronti sia fisicamente che mentalmente nell’affrontare questo tipo di partita“
Subito dopo poi é arrivato il punto sugli infortunati: “Pellè ieri non si è allenato, oggi durante il riscaldamento ha risentito un fastidio e si è fermato. In quel ruolo devo valutare per bene chi far partire dall’inizio. Cornelius è stato fermo soltanto tre giorni, considerando che domenica ha giocato potrebbe partire dall’inizio. E’ comunque una valutazione che faremo fino alla fine con il Dottore perché bisogna ragionare sul minutaggio sia per il rischio degli infortuni sia per la qualità della prestazione. Questo vale per Andreas ma anche per Zirkzee, è un aspetto che considereremo per tutti gli attaccanti“.
Domani é come una finale
D’Aversa vuole che i suoi affrontino la gara come se fosse una finale: “Io credo che, indipendentemente dal fatto che manchino tante partite, quella di domani è una gara da affrontare come se fosse una finale. Lo è quella di domani e lo sono tutte le altre. Il campionato non finisce domani, molto dipende anche dalle altre ma noi non possiamo dipendere dagli altri risultati. Noi dobbiamo dipendere dal nostro percorso, da quello che vogliamo realmente, noi dobbiamo andare a Verona senza nessun tipo di alibi. Dobbiamo partire oggi pomeriggio con il pensiero di andare a fare una finale a Verona“.
Qualche parola poi sulle statistiche non positive relative al possesso palla: “Le statistiche le ho lette in settimana. Voi sapete bene che a me la statistica del possesso palla interessa veramente poco. In questi anni abbiamo fatto un calcio verticale, abbiamo cercato di far gol il più velocemente possibile. Nell’ultima partita la prestazione non c’è stata, nelle altre sì e si sono create diverse occasioni da gol mentre nell’ultima gara sin dall’inizio siamo venuti in meno in tutto, sia nella fase difensiva che in quella offensiva. I ragazzi stanno cercando di fare ciò che io chiedo, poi è importante se lo facciamo con convinzione oppure no. Ecco, penso che quell’aspetto lo dobbiamo ritrovare. Questa squadra credo abbia perso un po’ quel DNA che ci ha contraddistinto in questi anni, avevamo un’identità: tutte le squadre che ci affrontavano sapevano chi avrebbero affrontato. Quello che è successo prima del mio arrivo non mi interessa, non deve essere un alibi. Quello che dobbiamo fare è ritrovare quello spirito che ci ha contraddistinto in questi anni per cercare di fare risultati importanti. Con il lavoro, con intensità durante gli allenamenti, con voglia e unità di intenti senza stare a differenziare gruppo storico o giovani o quant’altro: tutti dobbiamo capire che siamo importanti per il raggiungimento dell’obiettivo“.
Obiettivo salvezza
Infine l’obiettivo principale deve essere quello di raggiungere la salvezza, missione che il tecnico é convinto di poter svolgere al meglio: “Nel confronto di ieri con i tifosi, colui che ha parlato maggiormente e rappresentato un po’ tutti ha parlato molto bene. Quello che ci hanno chiesto è l’impegno. Non dimentichiamo che il Parma come città, come squadra e giornalisti, solamente 6 anni fa è ripartito dalla Serie D. Ci hanno chiesto di onorare la maglia. Credo che ognuno di noi, a prescindere da tutto, deve cercare di fare la nostra professione al massimo. Il confronto è stato tra persone civili, giusto, hanno ribadito la loro vicinanza alla squadra in un momento di difficoltà e questo il pubblico di Parma lo ha sempre dimostrato, si è sempre contraddistinto rispetto a tutte le altre parti d’Italia. Non dimentichiamo che in Lega Pro, per la finale, c’erano 10.000 persone allo stadio a Firenze e di questo dobbiamo essere orgogliosi. Adesso non possono farci sentire la loro vicinanza allo stadio perché è chiuso ma qui non dipende più dai tifosi, dipende da noi. Analogie con le mie stagioni da calciatore preferisco non farne, ora faccio l’allenatore mentre quando giocavo partite così importanti ero molto pericoloso. Non vorrei che i miei giocatori facessero quello che facevo io e magari lasciare la squadra in dieci… Sotto quel punto di vista è meglio che non mi prendano da esempio. Quella cattiveria, quella determinazione, quella voglia – sportivamente parlando – di ragionare su morte tua vita mia. Non deve valere solo nello sport, ognuno di noi deve avere fame anche nella vita quotidiana, in qualsiasi lavoro ci deve essere l’ambizione di arrivare e fare il massimo. Noi dobbiamo andare a Verona sapendo che dobbiamo fare tre punti per raggiungere un obiettivo. A prescindere da chi ci troviamo davanti dobbiamo andare lì e cercare di fare, in qualsiasi maniera, un risultato importante. Quanto credo nella salvezza? Ci credo al 100%, altrimenti non sarei tornato“.