Gli inglesi hanno amato pochi giocatori nati in Francia, uno di questi è Henry: un campione di stile ed eleganza. Nasce a Les Ulis il 17 agosto 1977, ma è originario delle Antille, il padre nasce in Guadalupa e la madre è martinicana. Il distretto di Parigi da cui proviene è piccolo, non ha molto da offrire, ma riesce a farlo iniziare a giocare a calcio. Nel 1990 un osservatore del Monaco va a visionarlo, la partita che vedrà sarà giocata da un giocatore solo, finisce 6-0 con tutte le reti firmate da Henry. Approda a Monaco, dove finisce l’accademia ed entra a far parte della corte di Arsène Wenger, figura fondamentale per la sua carriera.
Monaco e Juventus
Nel 1994 debutta in prima squadra, e alla sua prima stagione chiuderà con 3 reti in 18 presenze. Nel 1996 viene eletto miglior Giovane francese, e nella stagione’96/’97 è determinante per la vittoria dei monegaschi del campionato. Un anno più tardi con 7 reti trascina la sua squadra in semifinale di Champions League, e il giocatore che poteva essere un’ottima promessa, oramai è diventato una certezza. Il 1998 rappresenta un anno speciale per lui, la nazionale lo convoca e trionfa al Mondiale in cui la sua Francia era padrona di casa. Henry a 21 anni diventa campione del mondo, nessuno sa però che il suo talento non è ancora germogliato del tutto. Nel 1999 la Juventus lo acquista, in questa stagione però non incide e in Italia rimarrà solo un anno. Un anno dopo, infatti, approda all’Arsenal di Arsène Wenger per 10 milioni di sterline, in Inghilterra avverrà la sua consacrazione definitiva.
Arsenal e la consacrazione definitiva
A dire la verità, nelle prime otto partite disputate in Premier League il francese non convince, fatica ad adattarsi ad un campionato così diverso, e segna 0 gol. Questo periodo però sarà solo di transizione, chiuderà infatti la stagione con 26 gol e 11 assist, i “Gunners” chiuderanno al secondo posto in campionato, e perderanno la finale di Coppa Uefa contro il Galatasaray. Nell’estate con la sua Francia conquista anche l’europeo diventando giocatore chiave anche in nazionale. Con l’Arsenal non scenderà mai sotto le 22 reti stagionali, vincendo per due volte la Scarpa d’Oro, due Campionati, tre Coppe d’Inghilterra e due Community Shield. Nel 2003 con Zidane e compagni riesce a vincere anche la Confederations Cup, con la nazionale dunque ha vinto praticamente tutto.
Barcellona e New York Red Bull
Nel 2007 viene acquistato dal Barcellona, una scelta da parte del giocatore dovuta alle dimissioni di David Dein, l’allora vice-presidente dell’Arsenal, e dal probabile addio del suo mentore Wenger. La prima stagione non è esaltante se pur giocata a buoni livelli. Nella stagione 2008-2009 però, si laurea con i “Blaugrana” campione di Spagna e d’Europa, vincendo la sua prima Champions League segnando 29 gol stagionali. Nella stagione successiva riesce a vincere anche la Supercoppa europea e il Mondiale per Club, vincendo così quasi tutto il possibile da giocatore. Nel 2010 appagato e forte di una carriera straordinaria firma con i New York Red Bulls, dove terminerà la carriera da giocatore.
Henry: un campione di stile ed eleganza, un giocatore unico
Siamo di fronte ad un giocatore straordinario, un po’ atipico, dalle lunghe leve ed una tecnica sopraffina. L’eleganza nel portare il pallone, il suo estro e la sua intelligenza calcistica lo hanno reso un calciatore irripetibile. Per molti fu un esterno alto, per altri una prima punta, ovunque giocasse riusciva ad abbagliare con le sue giocate, come un lampo nel buio. In prima linea contro il razzismo, grande uomo prima che grande campione. Senza ombra di dubbio uno dei talenti più cristallini della sua generazione, una gioia per gli occhi di chi ha potuto ammirarlo.