I 12 anni di Andrea Agnelli alla guida della Juventus

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28 novembre 2022, ore 21:30 circa. Come un fulmine a ciel sereno il mondo del calcio italiano viene scosso da una notizia alquanto inaspettata: Andrea Agnelli e gli altri membri del CDA della Juventus danno le dimissioni dalla guida della società piemontese. Un notizia shock arrivata nella pausa per i Mondiali in Qatar, e al termine di una prima fase di stagione altalenante, ma chiusa nel migliore dei modi con sei vittorie consecutive. Si conclude quindi un’era che sotto la presidenza di Andrea Agnelli, ha visto la Juve tornare a dominare in Italia, ottenendo maggiore rilevanza anche in campo europeo. Proviamo a rivivere i 12 anni del presidente Agnelli come “primo tifoso” della Vecchia Signora

Il ritorno di un membro della famiglia Agnelli nel ruolo di Presidente

Risollevare una squadra reduce da alcune annate deludenti non è di certo un compito facile. Eppure, Andrea Agnelli è stato l’uomo giusto al momento giusto. Il 19 maggio 2010 l’amministratore di Exor è stato eletto presidente della Juventus. Una carica importante e prestigiosa, che lo ha reso il quarto membro della famiglia dopo il nonno Edoardo, lo zio Gianni e il padre Umberto, ad esercitarla. Un ritorno in società da parte di uno dei membri di una delle famiglie più importanti d’Italia che mancava da ben 48 anni. Nonostante un primo anno sotto la guida Luigi Del Neri terminato in settima posizione, il nativo di Torino non si è perso d’animo. Merito anche del lavoro della sua squadra dirigenziale, infatti, è riuscito a riportare la Vecchia Signora nelle posizioni di merito.

I 12 anni di Andrea Agnelli alla guida della Juventus

Questo accollandosi anche qualche rischio. Chiaro esempio è la chiamata di Antonio Conte. In occasione dell’inaugurazione dello Juventus Stadium, infatti, serviva una figura in panchina che rispecchiasse lo stile Juve. Per questo la scelta non poteva non ricadere su una delle ex bandiere del club piemontese. Una scelta azzardata considerando come il tecnico salentino fino a quel momento avesse ottenuto ottimi risultati solo sulle panchine di Bari e Siena con due promozioni dirette in Serie A. Una scelta però, che ha portato alla fine i suoi frutti dimostrando la lungimiranza e la grande fiducia in Antonio Conte da parte dell’ormai ex presidente. 

L’importanza di una dirigenza forte alle spalle

19 trofei in 12 anni. Un dato significativo di questo lungo ciclo di Andrea Agnelli come presidente della Juventus. I tanti trionfi in Italia conditi anche da belle campagne europee con l’approdo in finale di Champions League per ben due volte, non sono solo merito dei giocatori e dell’allenatore, ma anche di una dirigenza forte alle spalle. Rispettivamente con accanto Beppe Marotta, Pavel Nedved, Fabio Paratici, la compagine bianconera è tornata ad affermarsi in campo nazionale ed internazionale. 

I 12 anni di Andrea Agnelli alla guida della Juventus

Una dirigenza che nel corso di questi anni si è contraddistinta per l’ingaggio di calciatori di spessore. Da Higuain a Pogba, fino ad arrivare a de Ligt, Pjanic, Morata, Dybala e al super colpo Cristiano Ronaldo. L’approdo di CR7 sotto la Mole oltre ad essere una grande strategia di marketing, aveva come obiettivo quello di riportare finalmente in bacheca la tanta ambita Coppa dalle “grandi orecchie”. Anche se i risultati non sono stati del tutto rispettati, il presidente è stato capace di far vivere un sogno ai propri sostenitori. Altro grande lavoro svolto in questi anni dalla società piemontese a ha che vedere con la Juventus Next Gen.

L’under 23 in queste ultime stagioni in particolare ha sfornato diversi talenti interessanti. Tra questi impossibile non menzionare Miretti, Fagioli, Soulé e Iling-Junior oramai in pianta stabile in prima squadra. Un progetto questo che sta finalmente portando i suoi frutti. Altra dimostrazione è il successo in Coppa Italia Serie C nella stagione 2019/20.

Gli ultimi anni di Andrea Agnelli alla guida della Juventus

Che la perfezione non esista siamo tutti d’accordo, ma ciò che fa scalpore è come spesso proprio coloro che riescono ad eccellere siano allo stesso tempo la causa del loro fallimento. Sarebbe un’eresia considerare i 12 anni della presidenza Andrea Agnelli un fallimento. Non si può non dire però, che le ultime stagioni siano stati entusiasmanti sia dal punto di vista sportivo che non. Le cose sono iniziate ad inclinarsi dall’esonero di Massimiliano Allegri al termine della stagione 2018/2019.

Voluto fortemente dal presidente dopo le dimissioni di Antonio Conte, è con il tecnico toscano che la Juventus ha raggiunto grandi risultati. L’inaspettata eliminazione ai quarti di finale di Champions League contro l’Ajax però, ha convinto il resto della dirigenza ha terminare un ciclo. Cercando di arrivare ai livelli delle altre big europee, si scelse di affidare la guida della squadra a Maurizio Sarri per dare uno stile di gioco più moderno.

I 12 anni di Andrea Agnelli alla guida della Juventus

Nonostante la vittoria dello Scudetto, l’ex allenatore di Napoli e Chelsea non ha convinto appieno la società. A causare l’esonero di Sarri sono stati oltre che i deludenti risultati sportivi in campo europeo, anche la mancanza del cosiddetto “stile Juve”. Proprio come qualche anno prima, è stato il Presidente Agnelli a scegliere il nuovo allenatore della Juventus. Questa volta la scelta è caduta clamorosamente su Andrea Pirlo, nominato pochi giorni prima tecnico dell’under 23. Proprio l’ex fuoriclasse bianconero, infatti, era riuscito a convincere tutti con idee di calcio innovative nonostante zero esperienze in panchina alle spalle.

Una scelta coraggiosa e rischiosa proprio come per Conte nella stagione 2011/12, ma che alla fine non si è rivelata all’altezza nonostante i successi in Supercoppa e Coppa Italia. A tutto questo si è arrivato al ritorno di Allegri in panchina dopo due anni sabbatici. Un ritorno ben visto da gran parte della tifoseria, ma che in realtà si è rivelato al di sotto delle aspettative.

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