Domenica è andata in archivio l’ennesima stagione calcistica. Nell’ultimo turno del nostro campionato si è definita la griglia delle squadre che il prossimo anno parteciperanno alle diverse competizioni europee. A sorpresa, dato il calendario, dai primi quattro posti è stato escluso il Napoli, che, in casa contro l’Hellas Verona, non è riuscito ad andare oltre al pareggio. Il dettaglio da non sottovalutare è quello che, nel match del “Maradona”, poco hanno brillato gli uomini offensivi di Rino Gattuso. Quel che infatti il campionato ci ha lasciato in eredità è la consapevolezza che i bomber della nostra Serie A siano importanti ai fini del raggiungimento di obiettivi prestigiosi.
I bomber di Serie A del “passato”
Come si è potuto ammirare anche in passato, i grandi centravanti hanno sempre trascinato i propri club ai vertici delle graduatorie. In Italia, da sempre, militano attaccanti strepitosi, che, da soli, talvolta, sono riusciti a salvare le società da cadute fallimentari e in alcune circostanze le hanno elevate all’interno del panorama internazionale.
Tre esempi lampanti sono quelli di Miroslav Klose, Edinson Cavani e Gonzalo Higuain. Il primo, dal 2011 al 2016, ha aiutato la Lazio ad arrivare per ben due volte tra le prime quattro e a vincere una Coppa Italia (2012-2013). I restanti due, nel Napoli, hanno contribuito alla conquista di due Coppe Italia (’11-’12 e ’13-’14) e di una Supercoppa italiana. Grazie ai due titoli di capocannoniere, vinti nel 2012-13 e nel 2015-16, l’uruguagio e l’argentino hanno portato gli Azzurri al secondo posto in due occasioni.
Senza entrare nel dettaglio dei traguardi raggiunti, ma volendo citare i grandi bomber che abbiamo potuto ammirare in Italia, non possiamo che citare: Filippo Inzaghi; Mauro Icardi; Edin Dzeko; Zlatan Ibrahimovic; Luca Toni e Fabio Quagliarella; Ciro Immobile ed ultimo, ma non per importanza, Cristiano Ronaldo.
L’identikit del centravanti: l’uomo copertina
Senza dover prendere un calciatore in particolare come esempio, possiamo comunque provare a delineare delle caratteristiche comuni che includano tutti i grandi centravanti.
Il bomber d’area di rigore è quel giocatore che, nella maggior parte dei casi, riesce a risolvere delle situazioni intricate. Il centravanti è l’uomo copertina della squadra, quello che più di tutti attira l’attenzione, sebbene talvolta l’interprete chiave per le vittorie non sia direttamente lui. Solitamente veste la maglia n°9, ma vi sono anche delle rare eccezioni. Certamente l’attaccante mortifero è un leader, almeno dal punto di vista realizzativo; è colui che, con una giocata, può regalare il successo alla propria formazione.
Trascinatore nei momenti complicati, spesso il bomber di una squadra è il punto di riferimento all’interno del rettangolo di gioco. Consapevole di avere tutti i riflettori puntati su di sé, l’attaccante è anche conscio di esser parte di un progetto “più grande” e di essere soltanto uno degli undici calciatori che scendono in campo.
Il n°9, in definitiva, è l’uomo in più, colui che esalta le manovre corali e che deve capitalizzare le occasioni che i compagni riescono a creare per lui. Avere un cannoniere in rosa è fondamentale per riuscire a raggiungere risultati soddisfacenti e i grandi club ne sono consapevoli. Infatti, questi ultimi investono cifre sempre più alte per accaparrarsene uno. Anche l’andamento della stagione 2020/2021, dunque, ha posto in risalto l’importanza dei bomber della Serie A ai fini di una qualificazione in Champions League o di una “tranquilla” salvezza.
I bomber di questa Serie A: chi sono e cosa hanno concluso
Andiamo con ordine ed elenchiamo i capocannonieri di ogni squadra arrivata tra le prime sette in classifica: Lukaku, Ibrahimovic, Muriel, Ronaldo, Insigne, Immobile, Mkhitaryan. Simboliche le presenze del capitano napoletano e dell’esterno armeno della Roma: i due, infatti, sono lo specchio delle difficoltà che, in stagione, i due club hanno dovuto affrontare.
I tre top: Lukaku, Muriel e Cristiano Ronaldo
Lukaku, il calciatore più prolifico dell’Inter, ha messo a segno ben 24 reti e ha fornito 9 assist. La sua costanza e la sua tenacia sono state le vere chiavi per la conquista del 19° scudetto nerazzurro. Al pari del “9” belga, possiamo menzionare Luis Muriel: l’attaccante colombiano, infatti, pur da subentrante, ha totalizzato 22 centri e 9 assist, aiutando l’Atalanta a raggiungere il terzo e consecutivo piazzamento-Champions.
Diverso il discorso relativo al capocannoniere del campionato, Cristiano Ronaldo. Il bomber juventino, infatti, ha segnato 29 gol e ha aiutato la squadra ad ottenere importanti successi. I problemi dei bianconeri, però, quest’anno, sono stati il progetto tecnico poco chiaro e la centralità del ragazzo di Madeira, che sembra aver bloccato la crescita di alcuni compagni. Eppure, anche solo con la doppietta di Udine, il n°7 ha dato una spinta alla propria squadra per raggiungere la qualificazione in Champions League.
Il caso di Lazio e Roma: tanti gol, pochi risultati
Un ragionamento contrario si può proporre per Lazio e Roma. Ciro Immobile, come ampiamente dimostrato in altre annate, anche quest’anno s’è confermato in qualità di attaccante letale. Con i suoi 20 centri, il n°17 ha provato a scuotere i biancocelesti, senza però riuscirvi.
Sull’altra sponda del Tevere, invece, abbiamo assistito ad una vera e propria staffetta tra numeri nove (Dzeko e Borja Mayoral). In due, i ragazzi di Fonseca hanno timbrato il cartellino in 17 occasioni (solo tre in meno rispetto al centravanti laziale). Mkhitaryan, dunque, con 13 gol, ha dovuto fare gli straordinari e si è dovuto caricare la squadra sulle proprie spalle, diventando, inaspettatamente, il miglior realizzatore della rosa di Fonseca.
Gli infortuni colpiscono Napoli e Milan
Come la Roma, anche un’altra compagine di Serie A si è dovuta affidare ad un bomber atipico. Il Napoli, infatti, a causa degli infortuni di Osimhen e di Mertens, è dovuto dipendere dal proprio capitano, l’esterno d’attacco Lorenzo Insigne. Proprio a causa della mancanza di un centravanti, i partenopei hanno faticato per buona parte della stagione e i ritorni del ragazzo nigeriano e del centravanti belga non sono bastati per raggiungere la fase a gironi della prossima Champions League.
L’ultima analisi è quella relativa alla situazione del Milan. A differenza degli azzurri, i rossoneri han beneficiato della presenza di Ibrahimovic per una buona parte dell’anno. Nella seconda metà di campionato, però, a causa degli infortuni e di alcune squalifiche, il Diavolo ha perso il proprio condottiero svedese ed ha iniziato a perdere colpi. In sole 19 apparizioni, il n°11 ha segnato 15 gol e ha fornito due assist, aiutando il club a diventare “Campione d’Inverno”. La forza dei ragazzi di Pioli, poi, è stata determinante per poter agguantare il secondo posto, nonostante abbia patito grandemente l’assenza del proprio leader più carismatico.
L’importanza del n°9
I numeri dei bomber della Serie A appena conclusa non possono rimanere fini a sé stessi. Gol, assist, prestazioni altisonanti e periodi di crisi sono stati il fondamento dei risultati di ogni compagine del campionato. Lukaku e Muriel hanno trascinato le proprie squadre alla vittoria dello scudetto e in Champions League con alcune giornate d’anticipo; Immobile e la coppia Dzeko-Borja Mayoral sono stati discontinui e non hanno permesso a Lazio e Roma di competere attivamente per il quarto posto.
Il Napoli prima ha perso i propri centravanti e poi, una volta recuperati, ha riguadagnato terreno sulle “fuggitive”. Purtroppo, però, sul rettilineo finale, la stanchezza per una rincorsa così estenuante si è fatta sentire. Infine, Milan e Juventus sono state guidate da Ibrahimovic e da Cristiano Ronaldo ma hanno dovuto entrambe sfruttare la forza del gruppo, a causa di alcune “assenze” non giustificate da parte dei due goleador.
Riflessioni finali sui bomber della Serie A
L’assioma “chi trova un goleador, trova un tesoro” è stato davvero ripetuto da ogni società durante l’anno che si è appena concluso. Il quesito che ci si è posti è poi stato il seguente: il bomber è lo specchio della propria squadra o la formazione è il riflesso di quel che l’attaccante produce? Una risposta certa non l’abbiamo, eppure esempi di dipendenza dal proprio cannoniere li vediamo anche in squadre di medio-bassa classifica.
Vlahovic, n°9 della Fiorentina, con 21 centri in Serie A ha salvato la squadra dalla retrocessione; Destro prima e Shomurodov poi hanno invece garantito la permanenza in massima serie al Genoa. Al contrario, Benevento e Parma, che non hanno trovato un vero riferimento offensivo, non hanno impensierito abbastanza le retroguardie avversarie e, alla fine, sono retrocesse.
In definitiva, il campionato di Serie A 2020/2021 ci ha insegnato che possedere un bomber capace di scardinare le difese rivali è un requisito quasi imprescindibile. Per raggiungere traguardi importanti serve un n°9 all’altezza delle aspettative. Proprio per questo, è necessario che i club nostrani investano in attaccanti sempre più letali: per arricchire lo spettacolo delle nostre competizioni e per provare l’assalto alla Champions League.
Con Ronaldo, Lukaku, Muriel e Zapata, Immobile, Osimhen e Vlahovic, la nostra Serie A è in buone mani. Inoltre, ora, non è possibile escludere che le nostre società possano acquistare nuovi goleador per la prossima stagione. Del resto, l’eventuale approdo di un cannoniere irrefrenabile all’interno di uno spogliatoio regalerebbe grandi gioie ai tifosi, che non vedrebbero l’ora di ammirare le gesta del nuovo idolo all’interno degli stadi, quando finalmente riapriranno le proprie porte.