Il Milan vince a Cagliari e Pioli ritrova per questo campionato delle buone basi per competere: una larga panchina, la reazione giusta allo svantaggio e finalmente Adli. Contro i sardi il ragazzo ha fatto vedere finalmente le sue qualità su cui l’allenatore potrà lavorare.
Milan, Adli regista può essere la svolta per Pioli
Se fosse sembrato che Pioli avesse trovato delle difficoltà per la regia del Milan con Bennacer e Krunic fuori, invece si ritrova un colpo inaspettato: Adli. Il ragazzo francese a giugno sarebbe dovuto partire, ma la caparbietà del ragazzo ha avuto ragione. Adli è rimasto a Milano e ha avuto la pazienza di aspettare. La testa e l’affetto verso il Milan è pari a quello di un tifoso, ma inizialmente non sembrava bastare. Per Maldini e Massara doveva essere un riferimento per la trequarti, ma il suo impiego lo scorso anno è stato quasi nullo. L’unica partita da titolare era stata contro il Verona. Uno dei flop della scorsa stagione insieme ai vari De Ketelaere e Origi. Contro il Cagliari viene chiamato in causa, senza nemmeno aver giocato un minuto dall’inizio del campionato.
Il ragazzo si inserisce bene e scoccano i primi luccichii di una partita quasi brillante, con meno rischi e molto ponderata. Il giovane talento fa quello per cui è stato chiamato: dare equilibrio alla manovra. Inizia male con il gol di Luvumbo, su cui magari una sua copertura migliore avrebbe impedito il gol potente dell’attaccante. Poi si riprende dall’errore e le sue qualità di regista emergono. Pioli si ricrede nonostante la sfiducia, e ritrova un talento grezzo per il suo centrocampo.
Con Krunic fermo almeno per un mese e Bennacer lontano a lungo, per Adli c’è una possibilità più unica che rara di prendersi il Milan. Intanto si prende gli elogi di Pioli, che per una volta deve dargli ragione ad essere rimasto. C’è ottimismo da entrambe le parti e adesso dovrà dimostrare continuità, voglia di apprendere e rispetto per la maglia (anche se l’ha già fatto più volte). Anche Sousa si sbilancia che per qualità tecnica e idee gli ricorda un certo Zinedine Zidane: blasfemia o intuizione? Il campo e i piedi del ragazzo parleranno, ma la strada è ancora tutta da percorrere.