L’Italia illude e cade a “Wembley” sotto i colpi di un’indomita Inghilterra, che vince 3-1 e si qualifica matematicamente ai prossimi campionati Europei grazie ad una prestazione superba di cui a breve andremo a parlare nella nostra analisi tattica. Nella partita degli attaccanti, rifulge su tutti Jude Bellingham, che non entra direttamente nel tabellino, ma mette la firma nei momenti decisivi del match. Eppure è la nostra Nazionale a passare in vantaggio dopo 15 minuti di grande affanno. Alla prima occasioni in cui ci affacciamo davanti, Scamacca colpisce da vero rapace d’area di rigore. La reazione britannica non tarda ad arrivare. Alla mezz’ora, Bellingham si procura il rigore poi trasformato da Kane per il pareggio. Nella ripresa, al 57′, un’altra sua percussione palla al piede spacca in due i nostri reparti e si conclude con l’assist per la stoccata vincente di Rashford.
Subita la rimonta, la squadra di Spalletti perde il bandolo della matassa e cade la terza volta sotto il secondo colpo di Kane. Andiamo a rivivere i momenti più importanti di questo Inghilterra-Italia attraverso la lente della nostra analisi tattica. Prima, però, soffermiamoci un attimo sulla presentazione delle formazioni.
Padroni di casa in campo col 4-2-3-1. Tra i pali c’è Pickford, la linea difensiva è composta dai terzini Trippier e Walker e dalla coppia centrale con Stones e Meguire. Lo schermo del centrocampo vede coinvolti Rice e Phillips, mentre alle spalle del veterano e unica punta Kane c’è la meglio gioventù britannica col tridente Rashford, Bellingham e Foden.
Spalletti risponde col suo 4-3-3, fortemente rimaneggiato rispetto alla sfida contro Malta. In porta Donnarumma, protetto da una retroguardia completamente rinnovata. In mezzo ci sono Scalvini e Acerbi, mentre esternamente giocano Di Lorenzo e Udogie, promosso titolare dopo l’ottimo spezzone della scorsa partita. A centrocampo, l’unico confermato è Barella, con Cristante in mezzo e Frattesi l’altra mezz’ala. Al centro dell’attacco una punta di peso come Scamacca, con Berardi ed El Shaarawy ai suoi lati.
Analisi tattica Inghilterra-Italia, il primo tempo: padroni di casa all’alto, ma gli Azzurri ci sono
Un quarto d’ora di sofferenza e apnea. È così che si potrebbe sintetizzare l’avvio dell’analisi tattica, con un’Inghilterra partita forte e l’Italia rintanata nella propria trequarti. L’approccio dei padroni di casa è all’insegna dell’intensità e dell’aggressività. La squadra di Southgate tiene il baricentro altissimo, pressa a tutto campo, come dimostra Phillips, che rompe continuamente la linea fiondandosi su ogni nostro portatore di palla, mentre Rice mantiene la posizione davanti alla difesa.
I vice-campioni d’Europa dominano sul piano del palleggio e del predominio territoriale, recuperando presto il possesso. L’Italia cerca di limitare i danni, difendendo con un 4-4-2, in cui Frattesi esce alto a supporto di Scamacca nella prima linea di pressing. I problemi per noi arrivano, però, dal solito noto Bellingham, pericolo pubblico numero uno. La stellina del Real, assieme a tutti gli altri compagni del reparto avanzato, si muove tanto, scambiandosi di posizione continuamente. Lui e Kane sono i due deputati, a turno, ad abbassarsi per cucire il gioco, mentre Foden e Rashford si accentrano e si dispongono in verticale, per allungare la squadra, o ai lati delle nostre mezz’ali, per creare superiorità numerica e lasciare campo libero alla discesa dei terzini.
L’Inghilterra arriva abbastanza agilmente negli ultimi 25 metri, ma da lì in poi fatica a sfondare. Le maglie si stringono, i reparti collassano al centro e per i padroni di casa non c’è modo né di entrare in area di rigore né di arrivare alla conclusione. Non a caso, il primo intervento di Donnarumma arriva solamente al 27′, anche se sarà il preludio di una tempesta travolgente.
Analisi tattica Inghilterra-Italia: la sfida a distanza dei due (veri) centravanti
Possiamo, insomma, vedere il bicchiere mezzo pieno per l’Italia all’inizio di questa analisi tattica, grazie alla nostra compattezza per resistere all’Inghilterra. La ciliegina sulla torta arriva poi esattamente al minuto 15, quando troviamo un insperato vantaggio alla prima vera occasione.
Contro il forsennato pressing britannico, la nostra Nazionale alleggerisce cercando la fisicità di Scamacca o la velocità dei due esterni. Alzare il pallone, però, non è nelle nostre corde, per cui il modo migliore per colpire è quello di sfruttare gli spazi concessi dal baricentro altissimo degli avversari con qualche break. Ed è esattamente ciò che fa Udogie, che va in progressione sulla sinistra guidando la transizione. L’azione si sposta sulla destra, sull’asse Berardi-Di Lorenzo che porta il terzino del Napoli a mettere un interessante cross al centro dal fondo. Frattesi manca l’appuntamento col pallone, ma non Scamacca, che sblocca la partita.
Il gol dà fiducia all’Italia, che comincia a tirar fuori la personalità e ad alzare l’intensità della pressione. Barella prende Phillips, mentre Frattesi esce su Rice. Cristante fa quel che può inseguendo Bellingham, ma quando l’ex Dortmund riesce a ricevere alle sue spalle crea pericoli. Come al minuto 28′, quando una combinazione di tecnica e velocità con Kane lo lancia verso Donnarumma. Di Lorenzo interviene alla disperata, ma prende in pieno l’inglese, inducendo l’arbitro prima e il VAR poi a sanzionare l’entrata col penalty. Dagli 11 metri il bomber del Bayern non fallisce.
La partita a questo punto si stappa. Entrambe attaccano con tanti uomini, concedendo parecchi spazi dietro. La nostra Nazionale cerca di sfruttare la superiorità numerica a centrocampo, soprattutto con gli inserimenti di Frattesi dentro l’area, mai seguito da alcun mediano britannico. Diamo il meglio quando coinvolgiamo le catene esterne e riusciamo a ribaltare il lato in maniera veloce. Il nostro impegno non basta e la prima frazione si conclude comunque sul punteggio di 1-1.
Analisi tattica Inghilterra-Italia, il secondo tempo: i padroni di casa si esaltano negli spazi
Nella ripresa, il copione dell’analisi tattica di Inghilterra-Italia si presenta esattamente come quello di inizio partita. La squadra di Southgate torna a mordere e approfitta di ogni nostro minimo errore. Al minuto 57′, Bellingham si rende prezioso per un recupero sulla propria trequarti e, lanciato da Foden, si scatena a tutta velocità, facendo fuori Scalvini e scaricando per Rashford, che riceve, si accentra e piazza la palla all’angolino, dove Donnarumma può solo guardare.
La rimonta completata dagli inglesi assesta un colpo duro agli Azzurri, che perdono fiducia e certezze. L’Inghilterra si rannicchia dietro, lasciando a noi l’iniziativa, ma gli uomini di Spalletti, oltre al giro-palla insistito, non riescono a guadagnare campo, con gli attaccanti che vengono sempre incontro al pallone, senza avere possibilità di essere serviti pericolosamente in area. Poco dopo l’ora di gioco, il tecnico toscano vara un triplice cambio, inserendo Kean, Bastoni e Dimarco per Scamacca, Acerbi e Udogie. Southgate risponde invece con Guéhi per Stones al centro della difesa. Pochi minuti dopo, entra anche Henderson per rilevare Phillips, a rischio secondo giallo.
Mentre noi brancoliamo nel buio, i padroni di casa giocano con grande fluidità, sfruttando la posizione tra le linee di Bellingham e il lavoro da collante di Kane. Il centravanti del Bayern si abbassa tanto, quasi da regista avanzato, mentre Foden e Rashford vengono dentro al campo per combinare in velocità col trequartista del Real.
La fotografia della nostra passività e uscita mentale dalla partita arriva dalla terza rete britannica. Pessima gestione di una palla scoperta da parte dei nostri due centrali: su un lancio dalle retrovie del neoentrato Guéhi, Bastoni è troppo approssimativo nel tentativo di anticipo su Kane, mentre Scalvini non dà copertura alle spalle al compagno. Kane può così impossessarsi del pallone e avanzare indisturbato verso Donnarumma, per poi batterlo con la consueta freddezza.
Spalletti cerca risposte dai suoi ridisegnando il tridente offensivo con altri due slot di cambi. Al 78′, dentro Raspadori per Berardi, con Kean che va sulla destra e il giocatore del Napoli da centravanti. Al minuto 87, invece, l’ingresso di Orsolini per El Shaarawy trasloca lo juventino a sinistra per permettere al bolognese di agire sulla preferita corsia di destra. Anche Southgate smuove l’arsenale offensivo, mandando in campo Grealish per Bellingham. Foden si piazza dietro la prima punta, mentre Rashford cambia fascia di competenza. Non muta, invece, il 3-1 che manda i Tre Leoni in Germania la prossima estate.
Inghilterra-Italia, le considerazioni finali
Concludiamo questa nostra analisi tattica di Inghilterra-Italia con un ultimo pensiero. Se la sfida di stasera era un test per misurare il valore della nostra Nazionale, allora dobbiamo riconoscere che il gap che ci separa dalle squadre top d’Europa è ancora abbastanza profondo. In realtà, la prestazione della squadra di Spalletti ci lascia qualche flebile speranza sulle potenzialità e le occasioni di miglioramento di questo gruppo. Certo, non abbiamo le individualità dei nostri avversari, in grado di spaccare la partita e cambiare il corso degli eventi da un momento all’altro con giocate superiori, ma almeno possiamo fare affidamento su un’idea di gioco che valorizza le nostre caratteristiche.
Quando l’Italia ha mosso palla con qualità e coinvolgendo quanti più effettivi possibili, come fatto nella prima frazione, ha costretto gli inglesi a rintanarsi dietro. E solo Pickford ha evitato un risultato diverso con cui andare all’intervallo. Il gol realizzato da Scamacca testimonia, poi, che questa squadra non può prescindere dal centravanti, quello vero. Per quanto riguarda, invece, la tenuta mentale, c’è ancora da lavorare. Ci sono molti giovani, anagraficamente parlando e in termini di esperienza in campo internazionale, e questo può influire sulla lettura delle situazioni e sull’atteggiamento giusto da mantenere per reagire. Anche mentalmente siamo stati dominati dai padroni di casa, per nulla scoraggiati dall’infastidirci e dal provocarci, sfruttando anche l’eccessivo laissez faire del giudice di gara, a cui non abbiamo saputo rispondere con grinta e coraggio.