Con tanta sofferenza e dopo 120 minuti di emozioni, l’Inter archivia la pratica Empoli col punteggio di 3-2. I nerazzurri tirano un sospiro di sollievo grazie a Stefano Sensi, l’uomo sicuramente meno atteso. I toscani continuano a esprimere un bellissimo calcio, specialmente in trasferta e sfiorano l’impresa dopo aver dominato e ribaltato il risultato nel secondo tempo. Alla fine, però, la qualità dei campioni d’Italia ha avuto la meglio, conducendoli ai quarti di finale della Coppa Italia, dove affronteranno la vincente di Roma-Lecce. Vediamo cosa ci riserva l’analisi tattica di Inter-Empoli, passando prima, come consueto, dalle formazioni iniziali.
Per il suo 3-5-2, Inzaghi dà spazio a diverse seconde linee. In porta c’è Radu, mentre la linea difensiva è composta da Dimarco, Ranocchia e D’Ambrosio. A centrocampo giocano Vecino, Vidal e Gagliardini, con Darmian e Dumfries sugli esterni. In attacco la coppia argentina formata da Correa e Lautaro Martinez.
Andreazzoli si affida come sempre al 4-3-1-2, con qualche modifica rispetto alla formazione titolare. Tra i pali viene schierato Furlan, con Fiamozzi, Romagnoli, Viti e Marchizza in retroguardia. In cabina di regia c’è Stulac, con Zurkowski e Bandinelli ai suoi lati. Asslani agisce alle spalle delle punte Cutrone e Pinamonti.
Primo tempo: l’Inter gioca meglio e chiude in vantaggio
L’analisi tattica di Inter-Empoli ci descrive una partita dalle mille facce e che vive di momenti alterni. Dei toscani in versione trasferta abbiamo già avuto modo di parlare qualche settimana fa. Anche stasera la squadra di Andreazzoli non tradisce sé stessa e approccia con coraggio e personalità, palleggiando da dietro nonostante la pressione dei nerazzurri. Pinamonti cerca di creare spazi con i suoi movimenti ad allargarsi sulla destra. Dalla parte opposta, invece, Bandinelli tiene impegnato Dumfries portandolo fuori posizione con i tagli verso il centro del campo.
Per gli uomini di Inzaghi, invece, la gara comincia subito in salita. Dopo appena 5 minuti, infatti, Correa si fa male ed è costretto ad abbandonare il campo. Al suo posto entra Sanchez. Senza lo stakanovista Brozovic, è Vecino a vestire i panni del playmaker. L’uruguayano si preoccupa di mantenere la posizione e in fase di impostazione si abbassa sulla linea dei difensori. Dimarco si apre sulla sinistra, mentre a destra l’esterno olandese partecipa alla costruzione rimanendo piuttosto bloccato. Elemento determinante per lo sviluppo del gioco dei nerazzurri è però Vidal. Il cileno è completamente onnipresente nel primo tempo. Detta i tempi, scala in copertura su Marchizza, ma soprattutto crea spazi a destra con i suoi inserimenti senza palla.
Il lavoro dell’ex centrocampista della Juventus mette in moto il tandem con Dumfries. I due orchestrano l’azione che porta al gol dell’1-0 di Sanchez, con un bel colpo di testa al minuto 13. Dopo il vantaggio, l’Inter rimette in partita i toscani con qualche sbavatura difensiva di troppo. Gli uomini di Andreazzoli tessono la maggior parte delle proprie trame offensive sulla sinistra, dove i movimenti di Bandinelli lasciano campo a Marchizza. Allo stesso tempo, concedono molto spazio alle spalle che l’Inter attacca con grande velocità, grazie ai numerosi recuperi. Tuttavia, i padroni di casa sono poco lucidi, sprecano le tante occasioni create e vanno all’intervallo con un vantaggio minimo ben poco rassicurante.
Secondo tempo: l’Empoli ribalta, ma Ranocchia salva l’Inter
Col risultato ancora aperto, Andreazzoli decide di giocarsi un triplo cambio prima della ripresa. Entrano Henderson, Ricci e Bajrami per Bandinelli, Zurkowski e Pinamonti. L’Empoli cambia modulo, passando al 4-3-2-1, che spesso si trasforma in un più offensivo 4-3-3. Approfittando anche di una qual certa distrazione dell’Inter, i toscani dominano la partita, trovando diverse soluzioni tattiche in più. Il baricentro si alza, con le mezz’ali che accompagnano l’azione con continuità. Henderson e Ricci, allargandosi, dilatano le linee difensive nerazzurre, consentendo ai due trequartisti Bajrami e Asslani di ricevere palla con più spazio negli ultimi 20 metri. Portando molti uomini in avanti, la pressione sui portatori di palla dell’Inter diviene più efficace e propizia molte palle recuperate.
Al minuto 61, proprio sugli sviluppi di una ripartenza avviata da un break, Bajrami trova la rete dell’1-1. Inzaghi vede i suoi in grande difficoltà e risponde al pareggio dei toscani con tre nuovi innesti. Barella, Calhanoglu e Perisic sostituiscono Vidal, Vecino e Darmian. Gagliardini si posiziona in mezzo al campo, lasciando le due mezz’ali appena entrate libere di svariare per ritrovare un po’ di qualità. I cambi apportano i propri benefici gradualmente e negli ultimi 20 minuti, l’Inter torna a riaffacciarsi frequentemente dalle parti di Furlon. I nerazzurri schiacciano i toscani attaccando con tanti uomini. Per aumentare ancora di più lo sforzo offensivo, l’ex allenatore della Lazio gioca anche la carta Dzeko al posto di Gagliardini e passando al 3-4-3.
L’Empoli resiste agli assalti e prova a sfruttare lo sbilanciamento degli avversari. Fondamentali sono gli scatti in profondità di Cutrone, sempre ben servito dalle verticalizzazioni di Henderson. Al minuto 76, gli sforzi del giovane attaccante vengono premiati, quando il suo colpo di testa trova la rete dopo una sfortunata deviazione di Radu. I toscani accarezzano così l’impresa e rinforzano la difesa con Ismajli al posto di uno stremato Marchizza. Nel momento di maggior difficoltà, l’Inter si affida a Dzeko, prezioso nel partecipare alla manovra con i suoi movimenti incontro. Nel finale i nerazzurri si riversano nell’area toscana andando alla disperata ricerca del pareggio, che arriva al minuto 91, grazie a una bellissima girata volante di Ranocchia. Il 2-2 manda le squadre ai supplementari.
Analisi tattica Inter-Empoli: i supplementari
I padroni di casa mantengono il loro schieramento molto offensivo, con Sanchez trequartista alle spalle delle punte. Questo assetto, però, espone la squadra alle pericolose ripartenze dei toscani, sempre lucidi e precisi nel trovare tracce verticali. Inzaghi allora impiega pochi minuti per ripristinare il 3-5-2, mandando dentro Sensi al posto di Lautaro. Barella si piazza in mezzo al campo, mentre il neoentrato va a fare la mezz’ala sinistra. Il suo ingresso rappresenta un’importante boccata d’ossigeno, perché porta vivacità e pericolosità quando si accentra verso la porta.
La squadra di Andreazzoli regge, ma ancora una volta paga dazio a causa di un eccesso di sicurezza dei suoi. A pochi scampoli dalla fine del primo tempo supplementare, la difesa toscana perde una sanguinosa palla al limite dell’area. Sanchez è lesto a servire proprio Sensi che non lascia scampo a Furlan con un grande destro. Negli ultimi 15 minuti di partita, la squadra di Inzaghi congela il possesso, affidandosi ancora una volta a Dzeko. L’Empoli non dà comunque cenni di resa e va a caccia dell’ennesima rimonta col solito instancabile Cutrone, ma senza riuscire a trovare il guizzo vincente.
Analisi tattica Inter-Empoli: le considerazioni finali
L’Inter conquista i quarti di finale, ma esce da questa partita con un’importante lezione da tenere sempre a mente. Dopo l’ottimo primo tempo, i nerazzurri approcciano molto male la ripresa, rischiando di mandare all’area uno degli obiettivi stagionali. La squadra però ha mostrato uno spirito di reazione forte e alla fine volontà e qualità hanno avuto la meglio. Una menzione particolare va ovviamente a Stefano Sensi, man of the match. Nonostante le voci che lo danno come promesso sposo alla Samp, l’ex Sassuolo si prende il suo momento di gloria, dopo un periodo molto buio, fatto di infortuni e tanta panchina, regalando la qualificazione ai suoi. Uno dei tanti segni del destino che ci ricordano perché il calcio è il gioco più bello del mondo.
L’Empoli, invece, non smette mai di stupire nella sua versione lontana dal Castellani. I toscani onorano al meglio l’impegno, facendo quello che gli riesce meglio: giocare con spensieratezza, cercando di divertire e divertirsi. Questo sfoggio di personalità e a tratti sfrontatezza rappresenta anche un po’ un rovescio della medaglia se vogliamo. Perché quando affronti squadre di un certo livello, certi errori li paghi a caro prezzo. Anche per i toscani, dunque, arriva una importante lezione da tenere a mente per il prosieguo del loro cammino. A maggior ragione per domenica, dato che arriva la Roma.