Inter, Marotta: “Siamo competitivi. Nandez? Ci vuole calma”

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L’amministratore delegato dell’Inter Beppe Marotta è stato intervistato al termine della prima uscita stagionale contro il Lugano. Il dirigente ha parlato ai microfoni della Rsi facendo il punto sulla squadra in vista della prossima stagione e sul mercato.

Inter, Marotta: “Siamo competitivi. Nandez? Ci vuole calma”

Marotta ha esordito confermando la competitività della rosa:”Le sensazioni sono giuste perché credo che abbiamo a disposizione una squadra che rappresenta quello che noi cerchiamo. Noi cerchiamo la conferma, sappiamo di avere sulla maglia la coccarda del tricolore e quindi è evidente che dobbiamo riconfermarci in quel ruolo“. Ha poi proseguito parlando del nuovo tecnico Simone Inzaghi:“È un allenatore che ha fatto molto bene nella Lazio, lo considero il giusto proseguimento del solco tracciato da Antonio Conte. Noi come società siamo al suo fianco per supportarlo a fronte di ogni difficoltà che sicuramente potrebbe verificarsi. Ma ovviamente spero non ci sia perché ritengo, come già detto, che sia l’organico che l’allenatore sono sicuramente di prim’ordine”

Nandez e il calciomercato

L’Ad interista ha fatto il punto sul calciomercato e sulle trattative in corso: Il nostro mercato è basato soprattutto sulle opportunità e la creatività. Sarà un mercato difficile per noi, ma lo è per tutti. Sappiamo delle contrazioni economiche a cui sono soggetti tutti i club europei e quindi sarà un mercato in cui bisogna avere pazienza e attendere i colpi, senza dimenticare che noi partiamo da una base solida che è quella di un gruppo che è stato meritatamente campione d’Italia”.

L’Italia e la vittoria dell’Europeo 

Infine non poteva mancare un commento sulla grande vittoria della nazionale italiana: Credo che la Nazionale sia la giusta espressione del calcio nostrano, fatto di grandi giocatori e talenti. Questo non può che essere un fattore rilevante e allo stesso tempo uno spot importante per i club, che devono avere più coraggio nel valorizzare i giovani dei propri settori giovanili, in simbiosi con le critiche che in Italia rappresentano un forte elemento di pressione”.

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