L’analisi tattica di Inter-Milan parte sciogliendo il dubbio che ha tenuto banco in questa settimana. Leão, contrariamente alle più pessimistiche ipotesi, è regolarmente in campo. Vediamo quale contributo è riuscito a dare al Milan che in sua assenza ha sofferto troppo e raccolto poco: sconfitta all’andata con l’Inter e sconfitta in campionato con lo Spezia. Una grande squadra non può dipendere da un solo giocatore ma Pioli vorrà far pesare psicologicamente il ritorno del portoghese sia sulla sua squadra che sugli avversari. Sorprende l’esclusione di Kjær dall’undici iniziale così come la presenza di Calabria, che non aveva impressionato positivamente nella partita di andata. Più scontata è la presenza di Thiaw, convincente nelle ultime uscite. Per il resto formazione scontata con il 4-2-3-1 dove i tre che agiranno dietro a Giroud sono Messias, B. Díaz e Leão appunto. Attorno a questi uomini girano le sorti e le speranze del Milan.
L’Inter di Inzaghi non ha problemi di formazione, parte con i favori del pronostico e conferma i giocatori su cui il mister in questo momento ripone più fiducia.
Il modulo sarà sempre il 3-5-2; Calhanoglu preferito a Brozovic, Mkhitaryan confermato al centro del campo insieme a Barella. Dimarco e Dumfries sugli esterni dove il Milan può essere pericoloso. La coppia di punte è quella più assortita, quella tecnicamente più funzionale al gioco di Inzaghi, quella da cui oggi non può prescindere: Dzeko e Martinez. Il gioco dell’Inter passa anche dalle loro giocate e l’Inter ha anche un Lukaku in crescita di condizione pronto a subentrare in qualsiasi momento.
Ma vediamo come si è sviluppato l’incontro.
Analisi tattica Inter-Milan, primo tempo: domina l’equilibrio
Parte bene il Milan. Più attento e aggressivo mentre è più scomposta e nervosa l’Inter. Nei primi minuti partita spezzettata, tanti falli.
Tanti duelli sul campo: Calabria e Messias contro Dimarco e Bastoni, su un lato Theo Hernandez e Leão contro Dumfries e Darmian. Sulle fasce ben presidiate da tutte e due le squadre, è difficile costruire gioco e far partire l’azione. Se riesce a una delle due contendenti la superiorità numerica o l’azione personale sono pericoli per gli avversari.
Sono allora i movimenti di Tonali da una parte e Barella dall’altra che muovendosi sul fronte d’attacco si fanno trovare liberi dai compagni riuscendo così a portare la propria squadra con il pallone in area avversaria. A Mkhitaryan e Krunic il lavoro più oscuro, più sporco a chiudere su ogni uomo libero. Anche i due portieri si fanno trovare pronti con interventi importanti.
Al 43′ si infortuna Mkhitaryan, un fattore nella partita d’andata, entra Brozovic che fa a fare il centrale con Barella e Calhanoglu ai suoi lati.
Il primo tempo finisce 0-0 ma si ha l’impressione che una scintilla possa da un momento all’altro far partire un incendio per una delle parti.
Analisi tattica Inter-Milan, secondo tempo: Lautaro goal, Inter in finale
L’analisi tattica di Inter-Milan evidenzia come l’Inter, nel secondo tempo, sia ripartita con il piglio della squadra che vuole prendere il controllo del gioco. Il palleggio è fluido la squadra occupa bene gli spazi. È la conseguenza della presenza di Brozovic, che ha meno dinamicità e meno inserimento di Mkhitaryan ma del palleggio è un maestro.
Il Milan prova ad impostare a quattro abbassando Theo Hernandez e tenendo i centrali in posizione per allargare l’Inter e provare a trovare giocatori liberi sulla tre quarti. Il palleggio dell’Inter innervosisce il Milan che sente il tempo scorrere e non riesce a sbloccare la partita.
Al 64′ deve uscire Thiaw per crampi. Ha dato tutto disimpegnandosi molto bene. Al suo posto entra Kalulu.
Al 66′ esce Dimarco, crampi anche per lui e Dzeko oggi domato, con le buone e con le cattive da Tomori. Entrano Gosens e Lukaku.
Theo Hernandez contratto, non libera mai la sua sgroppata solo Leão ci prova anche se si vede che non è al meglio.
Al 73′ l’Inter chiude la pratica qualificazione grazie al goal di Lautaro Martinez al termine di una azione insistita con assist di Lukaku.
Al 76′ Pioli prova il tutto per tutto: entrano Sælemækers e Origi per Diaz e Messias.
La partita non ha più nulla da dire. Nel basket NBA questo che segue lo chiamano garbage time. Lotta, scaramucce e cambi: entrano Correa e Gagliardini per Lautaro Martinez e Barella.
Le considerazioni finali
L’analisi tattica di Inter-Milan evidenzia come alla finale di Champions League sia arrivata la squadra che ha meglio giocato nei due incontri, che è arrivata a questo punto della stagione con uno stato di forma migliore, con la rosa più completa che gli consente di giocare con più soluzioni tattiche, di cambiare gli uomini senza diminuire la propria pericolosità. Il Milan è arrivato a questa semifinale già in difficoltà, con il suo uomo migliore reduce da un infortunio, con qualche giocatore non al meglio della condizione.
Onore al Milan che ha dato tutto quello che poteva sul campo. Va in finale l’Inter, la squadra che più ha meritato e che ha tutti i mezzi per potersi giocare la finale di Istanbul, sabato 10 giugno 2023, alla pari con chiunque e di riportare la Champions League nuovamente in Italia.