Inter-Milan (3-0): analisi tattica e considerazioni

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analisi tattica Sassuolo-Atalanta

Per la quarta volta stagionale, Inter e Milan si ritrovano faccia a faccia, per contendersi la finale di Coppa Italia. Dopo lo 0-0 dell’andata, finalmente arrivano un bel po’ di gol. Tre per l’esattezza, tutti di fattura nerazzurra. Primo tempo con assoluto protagonista il toro Martinez, che incorna i rossoneri per ben due volte. Nei minuti finali del match, arriva invece la rete di Gosens del definitivo 3-0. Un risultato che però mente sulla prestazione dei rossoneri, che costruiscono tanto, ma non sono molto fortunati con gli episodi. La squadra di Inzaghi attende soltanto il nome della sfidante contro cui dovrà vedersela il prossimo 11 maggio allo Stadio “Olimpico” di Roma. Vediamo allora più nel dettaglio i momenti chiave di questo Inter-Milan attraverso la nostra analisi tattica. Diamo però prima uno sguardo alle formazioni.

Entrambe le squadre scendono in campo con i consueti schieramenti. 3-5-2 per i nerazzurri, con Handanovic tra i pali, difesa guidata da De Vrij insieme a Skriniar e Bastoni. Perisic e Darmian sugli esterni, Brozovic, Calhanoglu e Barella a centrocampo. Tango argentino in attacco con la coppia formata da Correa e Lautaro Martinez.

4-2-3-1, invece, per i rossoneri. Maignan in porta, Theo Hernandez e Calabria terzini, con Kalulu e Tomori centrali. Cerniera in mezzo al campo composta da Bennacer e Tonali. Nel tridente sulla trequarti a sostegno dell’unica punta Giroud ci sono Leao, Kessié e Saelemaekers.

Primo tempo: partenza a razzo di Lautaro Martinez

La prima frazione del derby di ritorno vede un’Inter per lunghi tratti dominante sul Milan sul piano dell’analisi tattica. La squadra di Inzaghi vuole inibire le frecce sulla catena di sinistra dei rossoneri. Per questo motivo, Barella esce alto in pressione su Theo Hernandez. Darmian, invece, applica una marcatura molto stretta su Leao, impedendo al portoghese di poter ricevere frontalmente e puntarlo. Gli uomini di Pioli sono così costretti a ricorrere al lancio lungo per innescare i giocatori offensivi. Varie volte nei primi 45 minuti viene ricercata questa giocata del tutto improduttiva.

Dal canto suo, l’Inter dimostra molta più tranquillità nel palleggio, garantita dalla massiccia presenza di giocatori nella metà campo avversaria e dal continuo movimento senza palla. Non a caso, dopo appena 4 minuti di gioco, i nerazzurri sbloccano la gara. Ottima e paziente gestione del possesso da sinistra verso destra, cross di Darmian e fantastica girata al volo di Lautaro Martinez, che si stacca dalla marcatura e batte Maignan. I nerazzurri colpiscono a freddo e non danno tregua al Milan, andando a pressare con grande aggressività. Per lo sviluppo della manovra, il lato forte resta sempre quello adiacente alle panchine. Darmian assicura una spinta costante, mentre Barella crea la superiorità numerica col suo dinamismo in sovrapposizione.

Inter-Milan (3-0): analisi tattica e considerazioni

I rossoneri impiegano un bel po’ a macinare gioco. Kessié, confermato trequartista anche per tenere d’occhio Brozovic in fase di non possesso, svaria molto per offrire tracce verticali di passaggio per i compagni. Ma l’incapacità di innescare il proprio binario sinistro rende stagnante la fase d’attacco. L’Inter è sempre in controllo, si difende bassa con ordine, ma è micidiale nelle ripartenze. Il merito è ancora una volta di Lautaro, eccellente nel venire incontro, lavorare il pallone spalle alla porta e dare così sfogo alla manovra. Il Milan si ritrova in evidente difficoltà. Tonali l’uomo tatticamente più prezioso. In fase d’attacco, si allarga sulla sinistra per coprire la posizione lasciata sguarnita da Theo. In fase di non possesso, assorbe gli inserimenti dei centrocampisti interisti, sbrogliando diverse situazioni pericolose. 

La partita si mantiene vivace, con buon ritmo e intensità. Soprattutto quando, nella seconda parte del primo tempo, Leao comincia a scaldare i motori. Le squadre si allungano, si aprono gli spazi e bastano un recupero o un errore per scatenare un repentino capovolgimento di fronte. Mentre il Milan sbatte contro la muraglia nerazzurra, con le parate di Handanovic e le chiusure di Skriniar, l’Inter affonda il morso. Al minuto 40, Martinez colpisce ancora su un ennesimo contropiede. Ottima verticalizzazione di Correa a premiare il taglio in profondità del toro. Colpo sotto su Maignan in uscita e palla in rete per il 2-0.

Inter-Milan (3-0): analisi tattica e considerazioni

Negli ultimi minuti, la squadra di Inzaghi gioca sul velluto. Gestisce il pallone con qualità e velocità, andando sempre a ricercare i movimenti nello spazio. Tutti i giocatori sono coinvolti in entrambe le fasi di gioco. Da Bastoni che si ritrova spesso nell’area del Milan a Perisic che ripiega sulla propria linea difensiva. Nei rossoneri, invece, al di là degli sprazzi di Leao, nessun altro si mette in luce. Saelemaekers invisibile, Giroud praticamente non pervenuto.

Secondo tempo: meglio il Milan, ma è ancora l’Inter a colpire

La nostra analisi tattica di Inter-Milan prosegue con un doppio cambio per Pioli nell’intervallo. Dentro Brahim Diaz e Messias, fuori Saelemaekers e Tonali. I rossoneri hanno bisogno di cambiare atteggiamento. Kessié si abbassa sulla linea di centrocampo. Theo si alza ancora di più, sfruttando lo spazio lasciato libero da Leao che ora agisce molto più dentro al campo. Il binario sinistro comincia finalmente a funzionare e l’ingresso dello spagnolo apporta un po’ di intraprendenza tra le linee. Pur tenendo sempre un occhio su Brozovic, l’ex Real con i suoi guizzi riesce a spaccare la linea mediana dei nerazzurri.

La squadra di Pioli alza il proprio baricentro, a rischio di lasciare la difesa esposta alle ripartenze nerazzurre. Tuttavia, i rossoneri hanno il merito di schiacciare nei pressi della loro area gli uomini di Inzaghi, costretti a proteggere la porta con le unghie e con i denti. L’Inter fatica a riversarsi in avanti contro la grande aggressività messa in campo dai cugini. Per questo, al minuto 70, scampato il pericolo di veder riaperta la gara dal gol di Bennacer annullato dal Var, l’ex allenatore della Lazio prepara un doppio cambio. Sostituita la coppia d’attacco con Dzeko e Sanchez. Pochi istanti dopo, Pioli risponde cambiando modulo.

Entrano Gabbia e Krunic al posto di Calabria e Bennacer. In fase d’impostazione, la difesa passa a 3, con Kessié unico frangiflutti a protezione della stessa. Sulla trequarti Diaz e lo stesso Krunic. Davanti, una linea di 4 con Theo e Messias larghi e Leao più vicino a Giroud. Rispetto al primo tempo, il centravanti francese viene quanto meno coinvolto maggiormente nelle azioni offensive. Tuttavia, non riesce mai a pungere o a rendersi pericoloso dalle parti di Handanovic. La pressione costante dei rossoneri costringe comunque Inzaghi a rinforzare il reparto difensivo. Entrano perciò prima Vidal per Calhanoglu, poi D’Ambrosio e Gosens per Bastoni e Perisic.

L’ingresso del cileno consente al centrocampo di trovare qualità e maggiore calma nella gestione. La squadra può respirare un po’ di più e a riaffacciarsi in avanti. L’ex Juventus, al minuto 82, premia il movimento di Brozovic. Il croato semina facilmente Diaz, entra in area e serve un pallone col contagiri sul secondo palo. Ad attenderlo c’è lo specialista dell’attacco dal lato debole, Robin Gosens. Il tedesco, con la compartecipazione di Kalulu, segna il 3-0 e spegne definitivamente le ormai velleitarie speranze rossonere.

Inter-Milan (3-0): analisi tattica e considerazioni

Analisi tattica Inter-Milan: le considerazioni finali

Da quando ha vinto il derby d’Italia in casa della Juventus, l’Inter non ha più fallito un colpo. I nerazzurri si apprestano a vivere un finale di stagione caldissimo che può regalare grandi soddisfazioni e successi. La conquista della finale arriva grazie ad una prestazione in cui alla qualità offensiva si affianca anche una rocciosa solidità difensiva. La squadra vive un ottimo momento di forma, sia dal punto di vista fisico, che mentale. E questa vittoria non può che aggiungere ulteriore carburante anche, e soprattutto, in vista della volata finale per lo scudetto. Potendo contare poi su un Lautaro in stato di grazia, sotto lo sguardo di un tifoso speciale presente al “Meazza”, l’imperatore Adriano.

Come dicevamo in apertura di questa analisi tattica di Inter-Milan, per i rossoneri il risultato non testimonia fedelmente quanto espresso in campo. Al netto di un inizio gara di grande difficoltà, la squadra riesce gradualmente a prendere iniziativa. Semplicemente, a differenza dei cugini, non è altrettanto determinata nel concretizzare le occasioni costruite. Per questo, la sconfitta non dovrebbe ridimensionare o svilire i sogni dei giocatori di Pioli. L’impressione, ulteriormente confermata da questo derby, è però che i giocatori offensivi stiano attraversando un momento di evidente calo fisico. Giroud impalpabile, male Saelemaekers e anche Messias dalla panchina. Un’unica lampadina nel buio attacco rossonero può accenderla Diaz, apparso ispirato e autore di qualche sprazzo dal suo ingresso in campo. 

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