L’Inter di Conte si gioca la possibilità di fare la storia, affrontando lo Shakhtar Donetsk nella semifinale di Europa League. Un precedente sorride ai nerazzurri, che non arrivavano a questo punto in una competizione europea dal 2010, quando con Mourinho sollevarono la Champions League nella magica notte di Madrid vincendo uno storico ‘Triplete’. E’ l’ottava volta che l’Inter arriva alle semifinali di Europa League, competizione che ha già vinto tre volte quando ancora si chiamava Coppa Uefa nel decennio tra il ’90 e il 2000. Nel 1991 il successo nella finale tutta italiana (andata e ritorno) contro la Roma, nel 1994 contro il Salisburgo nel doppio confronto e nel 1998 in gara secca ancora contro un’italiana, la Lazio. Per Antonio Conte si tratterà invece della seconda semifinale europea in carriera, dopo quella di Europa League persa contro il Benfica nel 2014 sulla panchina della Juventus.
Inter-Shakhtar Donetsk, Conte: «Rispetto per gli avversari ma nessuna paura»
Nella conferenza stampa della vigilia di Inter-Shakhtar Donetsk, ecco le dichiarazioni del tecnico nerazzurro Antonio Conte. «Penso che lo Shakhtar non abbia subito grandi cambiamenti dopo il cambio di allenatore da Fonseca a Castro. E’ sempre una squadra forte, piena di talenti e con una grande organizzazione. La società ha dimostrato in questi anni di mantenere un livello sempre alto. Ricordo quando affrontai lo Shakhtar da allenatore della Juventus, quando eliminammo il Chelsea campione uscente. C’erano giocatori allora poco conosciuti come Mkhitaryan, Fernandinho, Luiz Adriano, Alex Teixeira, Srna e Pyatov. E’ la dimostrazione che continuano ad avere giocatori forti, complimenti a loro perché riescono a trovare talenti molto interessanti».
Conte analizza la tattica degli ucraini: «Loro giocheranno secondo le proprie caratteristiche, alternando fasi di pressione alta a fasi di pressione più bassa per dare campo all’avversario e cercare di colpirlo in contropiede. Hanno una propria identità e hanno raggiunto un livello di tutto rispetto in Europa. A Castro devo riconoscere che ha convinto tanti giocatori di talento a giocare per la squadra, facendo anche una fase difensiva abbastanza attenta».
Rispetto ma niente timore dell’avversario: «La parola “paura” non fa parte del mio vocabolario né di quello dei miei calciatori. Noi abbiamo grandissimo rispetto dello Shakhtar perché è una squadra che si è confermata a livello europeo con giocatori di grande qualità. E’ la squadra più forte nel nostro percorso di Europa League. Siamo però in semifinale per una ragione e venderemo cara la pelle per cercare di arrivare in finale».
Nerazzurri unica squadra italiana rimasta in Europa: «Non siamo i salvatori della patria»
Il tecnico si esprime sulla visita del presidente Zhang, che sarà vicino alla squadra in questa gara importantissima. «Fa sempre piacere sia a me che ai calciatori quando il presidente viene a stare con noi. La sua presenza è per tutti un valore aggiunto».
Inter unica italiana rimasta in Europa: «Non ci consideriamo i salvatori della patria, abbiamo fatto il nostro cammino senza guardare gli altri. Quest’anno abbiamo onorato tutte le competizioni a cui abbiamo partecipato arrivando sino in fondo. In campionato siamo arrivati secondi e in Coppa Italia alla semifinale, e anche qui siamo in semifinale. Il nostro obiettivo è guardare a noi stessi per migliorarci. Per quello che abbiamo fatto in questa stagione posso solo ringraziare i miei giocatori. Nel post lockdown, soprattutto, sono stati encomiabili da ogni punto di vista».
Conte non pensa a un’eventuale vittoria del trofeo come un successo solo dal punto di vista personale. «Se arrivasse un successo a livello europeo, sarei contento più per il club che per me stesso. Non penso ad arricchire la bacheca personale ma quella del club che decide di assumermi».
Su Sanchez, assente contro lo Shakhtar: «Parliamo di un giocatore che è stato assente per tre quarti della stagione. Oggi ci stiamo accorgendo che tipo di arma non ho potuto utilizzare per tutto questo tempo, non averlo a disposizione mi dispiace molto. Dovremo chiedere un sacrificio maggiore ai nostri due attaccanti, l’alternativa è Esposito oppure ci inventeremo qualche altra cosa là davanti. Certo Alexis ci sarebbe servito».