L’Inter batte a San Siro lo Spezia per 3-0 nell’anticipo del sabato della 2^ giornata di campionato. Gli uomini di Inzaghi conquistano 3 punti con ampio merito, grazie ad una prestazione sontuosa e con evidenti miglioramenti rispetto alla ben più complicata trasferta di Lecce. I nerazzurri dominano e controllano la gara per tutti i 90 minuti, concedendo pochissimo ai liguri, che cadono sotto i colpi di Lukaku e Lautaro. Il belga ispira le prime due reti dei padroni di casa. Quella del Toro, al minuto 35, con l’assist, e quella di Calhanoglu a inizio ripresa. A 8 minuti dal termine, arriva anche il terzo gol, confezionato dalla coppia di attaccanti neoentrata. Dzeko rifinisce e Correa chiude definitivamente i giochi. Sono diversi gli aspetti che testimoniano la superiorità dell’Inter sullo Spezia e che analizzeremo nella nostra analisi tattica. Partiamo prima, però, dalle scelte dei due allenatori.
Inzaghi si affida, come sempre, al suo collaudato 3-5-2. Handanovic tra i pali, linea difensiva composta dagli inamovibili Bastoni, De Vrij e Skriniar. A centrocampo, Brozovic in cabina di regia, affiancato da Calhanoglu e Barella e con Dumfries e Dimarco sugli esterni. Davanti, la coppia formata da Lukaku e Lautaro Martinez.
Gotti risponde con uno schieramento speculare, ma deve fare a meno di Verde. In porta confermato Dragowski, protetto dalla retroguardia con Caldara, Kiwior e Nikolaou. Sugli esterni agiscono Reca da una parte e Gyasi dall’altra. In mezzo al campo, invece, Sala e Bastoni sostengono Bourabia. In attacco Nzola e Agudelo.
Primo tempo: un’Inter arrembante mette alle corde lo Spezia
L’analisi tattica di Inter-Spezia ci presenta due squadre sostanzialmente differenti, nonostante siano disposte ugualmente. Grazie ai propri valori tecnici superiori, i nerazzurri assumono fin dall’inizio il controllo delle operazioni, attuando una strategia di appropriazione della metà campo avversaria. Gli uomini di Inzaghi tengono il baricentro molto alto, pressando in avanti uomo su uomo. Soffocati dalla presenza aggressiva dei padroni di casa, i liguri faticano a costruire gioco e devono quindi ricorrere al lancio lungo verso l’isolato Nzola. Il centravanti di origine angolane, però, è stretto nella morsa dei tre difensori, contro cui può nulla.
In fase di non possesso, invece, la squadra di Gotti si dispone con una difesa a 5, arretrando i due esterni Reca e Gyasi. Un assestamento assolutamente inevitabile visto che l’Inter tiene sempre molto alti i propri quinti Dumfries e Dimarco. Anche Agudelo partecipa, per quanto possibile, all’azione difensiva, francobollandosi a Brozovic e impedendogli di ricevere palla per manovrare. Per sopperire alla mancanza del croato, sono Barella e Calhanoglu che a turno si abbassano per venire a impostare. Le sortite offensive dei nerazzurri sono costruite attorno a due situazioni.
Da un lato, l’attacco della profondità per provare a sorprendere la difesa spezzina sempre molto alta. A dettare la verticalità è sempre Lukaku, che sfila via continuamente nello spazio tra Kiwior e Nikolaou. Dall’altro, proprio la ricerca degli esterni, con Dimarco che rimane largo a sinistra, costringendo Gyasi a profondi ripiegamenti, mentre Dumfries a destra cerca di infilare Reca in velocità, tagliando poi direttamente verso la porta. La squadra di Inzaghi, grazie alla qualità dei suoi centrocampisti, non fatica a innescare i movimenti senza palla dei giocatori offensivi e comincia a costruire diverse occasioni, mettendo in affanno gli ospiti.
Analisi tattica Inter-Spezia: la strategia premiata dei nerazzurri
Finché, al minuto 35, il piano tattico nerazzurro produce i suoi frutti. Lancio di Barella che premia l’ennesimo scatto di Lukaku. Allungando la difesa, il belga crea spazio a Lautaro Martinez, che, ricevuta la sua sponda, non ci pensa un attimo e calcia di sinistro di prima intenzione verso la porta di Dragowski. La palla si infila all’angolino: l’Inter è in vantaggio.
Non sazi dell’1-0, i padroni di casa non accennano a diminuire l’intensità e il volume del proprio gioco. Continua l’assedio sulle fasce: per trovare spazio, Brozovic si abbassa sulla linea difensiva, consentendo così a Skriniar e Bastoni, a turno, di poter accompagnare l’azione. I due braccetti fungono, all’occorrenza, da centrocampisti o addirittura da esterni aggiunti, creando superiorità numerica. Si chiude così la prima parte della nostra analisi tattica di Inter-Spezia, col Biscione meritatamente avanti.
Secondo tempo: l’Inter chiude la pratica contro uno Spezia inconcludente
La prima mossa della ripresa che sconvolge l’analisi tattica di Inter-Spezia viene effettuata da Gotti. Gli ospiti si risistemano con un 4-4-2. Reca si abbassa a fare il terzino sinistro, mentre Caldara si apre sulla destra. Il nuovo assetto consente a Gyasi di giocare leggermente più avanti e con qualche preoccupazione difensiva in meno. I padroni di casa, invece, proseguono sullo stesso canovaccio della prima frazione e, ancora una volta, vengono premiati. Al minuto 52, i nerazzurri sfondano nuovamente sulla destra, trovando il movimento di Lukaku e la sovrapposizione di Skriniar. La difesa ligure allontana a fatica e sulla respinta, si avventa per primo Calhanoglu. Con una conclusione precisa, il turco trova il gol del 2-0.
Nonostante il doppio passivo, la squadra di Gotti riesce, a differenza del primo tempo, a imbastire qualche trama offensiva. Soprattutto sulla destra, dove con Gyasi e Sala arriva qualche cross. Peccato però che entrambi difettino (e non poco) di precisione. L’ex tecnico dell’Udinese decide allora di affidarsi a forze fresche dalla panchina. Al minuto 66, entrano Hristov e Strelec ai posti di Caldara e dello stesso Sala. Il primo va a giocare da esterno basso di destra, mentre il secondo affianca Nzola, con conseguente arretramento di Agudelo a centrocampo accanto a Bourabia. Inzaghi risponde prima con Dzeko e Gosens per Lukaku e Dimarco. Poi, al 75°, manda dentro Correa e Gagliardini per Calhanoglu e Lautaro, spostando Barella sul lato sinistro per andare ad arginare il movimento ad allargarsi da quella parte di Agudelo.
Il giocatore colombiano si ritrova, però, pochi minuti dopo a dover cambiare posizione per l’ennesima volta. L’ingresso in mezzo al campo di Kovalenko per Bastoni, infatti, trasloca il numero 33 sulla fascia mancina. Tuttavia, nessuno degli accorgimenti di Gotti riesce a dare il giusto input alla squadra, che finisce, anzi, col subire anche la terza rete sull’ennesima giocata in profondità dei nerazzurri. A dettarla è stavolta Dzeko, che supera Dragowski in uscita e accomoda il pallone per l’altro neoentrato Correa.
Col punteggio in cassaforte, Inzaghi può far rifiatare Brozovic facendo esordire Asllani davanti al proprio pubblico. Il doppio cambio finale di Gotti con Holm ed Ellertsson non aggiunge altro all’analisi tattica di Inter-Spezia.
Analisi tattica Inter-Spezia: le considerazioni finali
L’Inter vola trascinata dai gol e dalle giocate dei due attaccanti. Il punteggio netto e la mole di gioco costruita derivano infatti dal grande lavoro combinato delle due punte. Si muovono in sincronia, si cercano, danno appoggio ai compagni. A giovarne è poi ovviamente tutta la squadra, che ritrova poco a poco i propri ritmi, trame e riferimenti, anche grazie all’intraprendenza di Dumfries. Ottima la prova anche dei centrocampisti, fulcro essenziale del gioco di Inzaghi per dominare e gestire la partita lungo tutto l’arco dei 90 minuti.
Da rivedere, invece, lo Spezia, sofferente sui due lati del campo. L’assenza di Verde toglie sicuramente qualità e soluzioni alla fase offensiva, stasera pressoché nulla. Nzola troppo solo contro la retroguardia nerazzurra e poco assistito con palloni giocabili. Agudelo un po’ spaesato e costretto a una partita di grande sacrificio e con continui spostamenti tattici che ne minano inevitabilmente sia la lucidità che la pericolosità. Grande sofferenza anche difensivamente contro lo strapotere fisico di Lukaku e troppi varchi facili concessi, dopo un inizio attento.