Inter-Torino, le dichiarazioni di Longo alla vigilia

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Cinque punti sulla zona retrocessione non sono sufficienti per stare tranquilli, ma il Torino di Longo cerca il colpo a “San Siro” contro l’Inter per chiudere al più presto il discorso salvezza. I granata sono reduci dal successo casalingo in rimonta ai danni del Brescia e domani cercheranno quei tre punti esterni che mancano da troppo tempo: l’ultima vittoria del Toro in trasferta risale a gennaio, 0-2 all’ “Olimpico” contro la Roma.

Longo, testa all’Inter: «Affrontiamo una big, dovremo fare una grande prestazione»

Alla vigilia di Inter-Torino, il tecnico granata Moreno Longo analizza il campionato post coronavirus, con tredici partite in un mese e mezzo. «E’ un format sconosciuto a tutti, oggi lo testiamo settimanalmente conoscendone pregi e difetti. Non è possibile allenarci, si può soltanto gestire la fase di recupero dei calciatori che sono chiamati a giocare ogni tre giorni. Le partite si preparano nel pochissimo tempo a disposizione, ecco perché la capacità di adattamento risulta importante in questo momento».

Longo accoglie positivamente la novità delle cinque sostituzioni: «Penso che possa essere un’opportunità futura per l’evoluzione del calcio. Cinque cambi possono essere utili a un allenatore anche per la gestione del gruppo, ma chiaramente devono essere effettuati solo se necessari, e non solo per dare minutaggio o perché li abbiamo a disposizione. Un allenatore interviene se ci sono problematiche».

Testa all’Inter: «Andiamo a “San Siro” ad affrontare una grandissima squadra con ottimi giocatori. Ci confrontiamo con una big, allenata da un grande allenatore, e dovremo fare una prestazione maiuscola per portare punti a casa. Dovremo essere attenti a cross e calci da fermo, uno dei punti di forza dell’Inter. Nelle ultime nove partite in casa sono andati in gol nove giocatori diversi. E’ una squadra evoluta sotto l’aspetto tecnico-tattico e per noi sarà un banco di prova importante».

Sul possibile turnover: «Non mi piace dare troppe indicazioni sulla formazione prima della gara, se non dopo averle comunicate alla mia squadra. Detto ciò, quando scelgo i giocatori per la prossima partita, indipendentemente dalle ammonizioni, dallo stato di forma o da una situazione tattica che può darci qualche vantaggio, cerco sempre di schierare la formazione migliore. Giocando ogni tre giorni, bisogna comunque considerare tanti fattori e assecondare qualche scelta diversa in funzione dei recuperi».

Le parole di Longo su Belotti, Meitè e Verdi

Resta impressa negli occhi la scena della squadra riunita in campo attorno all’allenatore granata dopo la vittoria col Brescia. «Credo molto in questo aspetto. L’unità e la coesione del gruppo sono fattori determinanti per il raggiungimento di qualsiasi obiettivo. Il Torino ha fatto di queste caratteristiche la sua storia, dunque il fattore ambiente deve essere per noi un valore aggiunto».

Su Belotti: «E’ un grandissimo attaccante, in questo momento è in fiducia e può fare gol sempre. Parliamo spesso con lui e cerchiamo di creare le condizioni migliori affinchè possa esprimersi al meglio, siamo a disposizione delle sue caratteristiche. Quando alleno questi calciatori, mi piace farli esprimere secondo le loro qualità non tanto attraverso uno schema fisso, ma in base alla loro condizione fisica, mentale e tattica».

Meitè: «Sta offrendo grandi prestazioni, con lui ho un rapporto schietto e sincero. Sa quello che penso di lui e ritengo che non abbiamo visto ancora il miglior Meitè. Può raggiungere livelli ancora più alti e su questo stiamo lavorando con lui».

Verdi: «Si è presentato bene nel post lockdown, dopo l’infortunio che gli aveva fatto perdere continuità. Ora gioca in una posizione corretta e viene servito bene, con palla a terra e facendolo giocare più vicino alla porta, dove può dare il meglio di sè».

Il tecnico rimanda alla fine del campionato qualsiasi discorso su una possibile riconferma come allenatore del Toro. «L’unica cosa che conta adesso è il Torino. Lo dico anche ai ragazzi, gli interessi personali in questo momento non devono esistere. Mancano sette partite e conta solo l’unità d’intenti per raggiungere il nostro obiettivo».

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