Intervista a Bendtner: la dipendenza nel mondo dello sport

0

Bendtner e la dipendenza nel mondo dello sport. Uno dei tanti esempi di ingaggi milionari, cifre da capogiro e tante storie che si sono infrante poco dopo il raggiungimento del successo. Questo il destino di numerosi calciatori, ma anche di molti atleti, che non hanno saputo amministrare le proprie finanze e che non hanno sopportato il “peso” dei propri contratti milionari.

Il dibattito sulla stabilità emotiva e caratteriale di certi sportivi è sempre all’ordine del giorno. Con certi ingaggi faraonici è sempre dietro l’angolo la possibilità di non saper reggere la responsabilità di gestire i propri guadagni e sempre più semplice constatare la comparsa di una deleteria dipendenza nel mondo dello sport.

Nicklas Bendtner: il Poker da bancarotta

Proprio poco tempo fa Nicklas Bendtner, famoso attaccante danese, ha raccontato al “The Guardian” una delle serate più folli della propria vita. L’ex bianconero, infatti, ha dichiarato di aver perso 450.000 euro in una sola serata, giocando all’interno di un casinò. Il ragazzo allora 23enne, entrato ubriaco all’interno della struttura, ha speso ogni suo avere nel giro di poche ore, salvo poi riuscire a ricucire la perdita, rimanendo in passivo di 22.000 euro.

E’ proprio Bendtner che, a causa della dipendenza, ha confessato di aver sperperato “denaro che, in realtà, non possedeva”. Inoltre, durante la diretta di un talk-show condotto con la moglie, l’ex giocatore ha anche ammesso di aver perso 6 milioni di sterline giocando a Poker, sottolineando quanto possa essere pericolosa la dipendenza nel mondo dello sport.

Bendtner e la dipendenza nel mondo dello sport

Episodi così controversi ed altisonanti sono pane per i denti dei giornalisti, sempre pronti a cavalcare questo tipo di notizie. Casi così eclatanti tanto che, nel mondo del calcio, hanno ridotto carriere luminose ad esistenze vuote e malate.

George Best, fenomeno mondiale degli anni ’60 e ’70, è stato rovinato dall’alcol, dal desiderio dell’avere sempre di più e dagli eccessi. Numero 7 del Manchester United, il ragazzo Nord-irlandese, vincitore del pallone d’oro a soli 22 anni, ha visto la sua carriera spegnersi attorno alle 28 primavere.

E’ una sua stessa ammissione quella di aver speso tutto per macchine, donne ed alcol e di aver sperperato la rimanente parte. Genio e sregolatezza, dentro e fuori dal campo, Best è morto nel 2005 a seguito di un’infezione epatica.

Altro personaggio emblematico è Paul Gascoigne, centrocampista inglese con un passato anche alla Lazio. Il nativo di Gateshead sviluppò fin da piccolo una seria dipendenza per il gioco, soprattutto in relazione alle slot machines, e solo il calcio lo riuscì a salvare, anche se non totalmente. 

Dopo il ritiro fu operato per un’ulcera, tentò il suicidio e venne internato in una clinica per il recupero dei dipendenti da alcol. Gascoigne, negli anni, è riuscito a sperperare il patrimonio di 26 milioni di dollari. Trovato numerose volte in stato d’ebrezza, è stato ricoverato d’urgenza nel 2013, a seguito di una crisi cardio-respiratoria. Nonostante una sua diretta promessa (“Voglio tornare alla realtà, a differenza di Best io voglio guarire”), il ragazzone britannico non è riuscito a svincolarsi dai propri problemi almeno per i 7 anni successivi.

Intervista a Bendtner: la dipendenza nel mondo dello sport

Semplice sottomissione o malattia psichiatrica?

Non bastano queste brevi righe, relative alla vita di Bendtner e alla sua dipendenza, per presentare agli occhi del lettore la grandezza dei personaggi sopra citati. Best è uno dei giocatori più famosi di sempre, inserito nella lista dei migliori calciatori della storia. Gascoigne è un uomo che è stato intrappolato più volte all’interno dei circoli viziosi delle proprie dipendenze. Entrambi “vittime” di un disagio psicologico e comportamentale.

Sicuramente le dichiarazioni di Bendtner arrivano ancora una volta al cuore dell’appassionato sportivo. Le parole dell’ex-calciatore non possono che richiamare alla memoria gli uomini che han visto le proprie vite e carriere andare in fumo per colpa dei propri demoni interiori.

Un altro caso passato alla cronaca è quello dell’ex cestita Delonte West, diverso però per la ragione del proprio declino. Il ragazzo di Dallas, infatti, soffre di bipolarismo ed è proprio questa la ragione della sregolatezza della vita che sta conducendo lontano dai riflettori dell’NBA. 

Le risoluzioni e gli argini imposti alle debolezze

Sono decisamente diversi gli epiloghi di queste storie: Best purtroppo è deceduto sotto i violenti colpi della propria sottomissione all’alcol. Gascoigne s’è sottoposto, da poco, ad un intervento chirurgico per installare nel proprio stomaco un sensore. Quest’ultimo gli causa dolori lancinanti qualora dovesse assumere un quantitativo di alcol elevato.

Delonte West, invece, non avendo un problema di natura comportamentale ma bensì psichiatrica, ha richiesto più volte l’intervento di “terzi”. Nonostante i precedenti scarsi risultati, ora sembra che il patron dei Dallas Mavericks si stia attivando per salvare la vita del suo ex giocatore.

Intervista a Bendtner: la dipendenza nel mondo dello sport

Lo “spettatore neutrale” considera da sempre lo sportivo come un uomo (o donna) privilegiato, ricoperto dal denaro e circondato dal lusso; la realtà dei fatti è distante da questa visione idilliaca.

Sono numerosi infatti i casi di ragazzi che non hanno retto il confronto con il mondo milionario che li ha circondati. Chi s’è perso per strada, chi il percorso non l’ha nemmeno intrapreso ed ha sperperato il primo stipendio, chi, ancora, ha saputo raggiungere l’apice e poi è fragorosamente caduto.

E’ indubbio che le motivazioni e le ragioni di questi decadimenti siano tra le più disparate. Mancanza di supporto, incapacità di gestire le pressioni, la voglia di vivere al di sopra delle proprie più rosee possibilità. Alcuni addirittura, adorando l’ostentazione, non sono mai riusciti a dar peso al denaro guadagnato.

Sta di fatto che, ancora una volta, prepotentemente, siamo chiamati a capire che la dipendenza nel mondo dello sport non è un argomento da sottovalutare ma che, anzi, deve farci fermare a riflettere. Solo così capiremo quanto questo demone possa stravolgere e sconvolgere le vite di alcuni di questi ragazzi: statuari fuori, estremamente deboli dentro.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui