Analisi tattica di Italia U21–Norvegia U21, valida per la terza giornata della fase a gironi dell’Europeo di categoria. Una partita da vivere con intensità, senza pensare all’altra sfida tra le under 21 di Francia e Svizzera, senza retro-pensieri senza malizia. Per non avere rimpianti. Giocare pensando solo al campo, giocare solo per la vittoria l’unico antidoto a ogni sospetto. E vogliamo ancora credere che possa avere la lo spirito sportivo sul bieco calcolo utilitaristico.
L’Italia con il 5-3-2 con Bellanova e Parisi a presidiare le fasce, Gnonto libero di spaziare sul fronte offensivo e Pellegri atteso alla definitiva esplosione. Tanta qualità a centrocampo e la solida difesa collaudata. L’ha preparata così Nicolato. Bisogna non correre i rischi che abbiamo corso contro la Svizzera dopo aver avuto, per un tempo, la partita in mano.
La Norvegia sceglie un 4-4-2 che, per gli interpreti scelti da Smerud, fa intendere che non voglia rinunciare alla, seppur labile, possibilità di passare il turno. Ma tutto passa attraverso la vittoria con almeno due gol di scarto sull’Italia.
Analisi tattica Italia U21-Norvegia U21, primo tempo: sterile supremazia azzurra
Si conferma subito aggressiva la Norvegia che sembra impostare la formazione più sul 4-3-3 in fase offensiva e 4-5-1 in fase difensiva. Le attenzioni dei norvegesi si concentrano su Tonali per limitare la formazione del gioco italiana. Ma Rovella sembra in grande forma e si propone in supporto alla fase di costruzione. Nel primo tempo un bel duello lo contrappone a Kitolano, centrale interessante che gioca nel Sparta Rotterdam. Si confermano molto alti Bellanova e Parisi e quando la palla arriva nella loro zona l’azione si fa pericolosa.
La fase di costruzione della Norvegia è macchinosa e quindi predilige il lancio lungo per Botheim e Jatta poi si cerca il recupero sulle seconde palle o sulle spizzate dei due attaccanti. Nei primi 30′ il gioco della Norvegia non sembra creare pericoli per la difesa Italiana, non ostante Okoli sembri in difficoltà, mentre gli azzurri sono riusciti a rendersi pericolosi più volte. La difesa dell’Italia si alza su indicazione di Nicolato, per cercare di mettere in fuorigioco gli avversari e per creare uno spazio tra linea difensiva e porta che può consentire il recupero dei difensori in caso di infilata. Sicuramente una scelta tanto coraggiosa quanto pericolosa.
Poco efficace il gioco d’attacco della Norvegia e allora Smerud chiede ai suoi di giocare più la palla dal centrocampo e usare in modo non sistematico il lancio lungo. Così sembra più efficace il gioco dei norvegesi.
Continua ad essere però pericolosa l’Italia peccato che Pellegri e Gnonto vengano spesso anticipati dai rispettivi marcatori. E quando riescono nell’anticipo trovano sempre un muro difensivo a proteggere la porta della Norvegia.
Analisi tattica Italia U21-Norvegia U21, secondo tempo: prevale la stanchezza e l’Italia subisce
Nessun cambio tra il primo e il secondo tempo. Cambia ancora atteggiamento tattico la Norvegia cercando di sfruttare gli uomini di fascia per limitare l’azione degli italiani e per rendere più pericolosi le proprie azioni d’attacco. La linea difensiva italiana si abbassa come tutta la squadra e sembra risentire della pressione norvegese.
L’Italia agisce di rimessa e continua a fallire buone occasioni. La Norvegia, al 58′ fa entrare Nusa e Bobb per Jatta e Evjen. Maggiore velocità e tecnica e la pericolosità della Norvegia aumenta.
Nicolato, al 62′, cambia la coppia d’attacco inserendo Cambiaghi e Colombo per Pellegri e Gnonto. Ricerca di quello spunto offensivo che è mancato.
Brutto errore di Carnesecchi al 65′ che sbaglia il tempo d’uscita ma male tutta la difesa dell’Italia in particolar modo Okoli che marca in maniera alquanto leggera Botheim che non ha problemi a realizzare il gol del vantaggio della Norvegia.
L’Italia rischia il tracollo e preme sull’acceleratore la Norvegia inserendo al 70′ Ceide Sahraoui per Ceïde. Risponde Nicolato inserendo Cambiaso per Bellanova e Miretti per Rovella calato fisicamente nel secondo tempo. Poi al 77′ esce Scalvini per Cancellieri, e l’Italia si gioca il tutto per tutto perché al momento l’Italia è fuori dal torneo. Quando all’80’ si arrende esausto Kitolano entra al suo posto Zafeiris.
La reazione dell’Italia c’è ma si stampa sulla traversa una deviazione di Cambiaghi a pochi metri dalla porta. Saltano tutti gli schemi è un arrembaggio e a una azione da gol di una squadra ne segue subito dopo una dell’altra. Sembra avere un pizzico di energia in più la Norvegia ma l’Italia lotta fino al 95′ senza ottenere il risultato sperato.
Le considerazioni finali
Abbiamo temuto il biscotto ma abbiamo fatto da soli la frittata. L’Italia eliminata insieme alla Norvegia; nel girone passano Francia e Spagna. Il rammarico aumenta perché questa eliminazione ci esclude anche dalle prossime olimpiadi.
Molti sono stati i momenti che hanno rappresentato la Sliding Doors di questo Campionato Europeo.
La partita con la Francia e gli errori della Uefa che ha improvvisamente e inspiegabilmente rinunciato alla tecnologia, come se tutti noi domani decidessimo di ritornare alla penna a sfera e alla carta rinunciando ai nostri computer.
Ma, a essere sinceri, anche l’enorme differenza di prestazione tra primo e secondo tempo sia contro la Svizzera che contro la Norvegia. In entrambi i casi a un primo tempo in un caso dominato e questa sera condotto con autorevolezza è seguito un secondo tempo sottotono, con un calo fisico e atletico evidente soprattutto negli uomini più importanti per il gioco azzurro: Tonali, Rovella, Bellanova e Parisi per fare solo alcuni nomi.
E questa sera si è aggiunta anche l’incapacità di sfruttare i momenti della partita in cui la squadra stava dimostrando di aver la forza di imporsi sull’avversario. Molte occasioni, soprattutto nel primo tempo, non sfruttate per mancanza di precisione, di cattiveria agonistica di fame di gol.
Questo è un ciclo che si chiude anche in maniera ingiustamente amara per quello che questi ragazzi hanno mostrato in questi ultimi anni. Forse il torneo è capitato nel momento non di massima brillantezza di molti dei protagonisti. Un vero peccato, sicuramente avrebbero meritato di più.
Si chiude anche il ciclo del mister Nicolato che ben ha collaborato con la federazione e con i tecnici della Nazionale A. Rimane la certezza di aver trovato una generazione di giovani giocatori Italiani che potranno, anzi alcuni di loro lo sono già, rappresentare il futuro della nostra nazionale e un patrimonio per l’intero calcio Italiano.