Jasmin Kurtic, quando gli uomini piangono

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“Piangere è essere sincero” cantano i Siberia. Ieri nel match tra Cagliari e Parma della 31esima giornata di Serie A Tim a scendere sono state le lacrime di Jasmin Kurtic, poi consolato da Joao Pedro. Il Parma, infatti, ha perso nei minuti di recupero per 4-3. L’ha decisa Cerri, specialista assieme a Caicedo della zona Cesarini. Il risultato mantiene i ducali al penultimo posto, a 20 punti e lo sloveno non ha trattenuto l’emozione.

Dal Palermo sloveno all’affermazione in A

Jasmin Kurtic, classe 1989, non stupisce per l’episodio di ieri, non è più una sorpresa da qualche anno. Giocatore duttile, capace di giocare in vari ruoli a centrocampo. Arrivato in sordina nel Palermo del 2011, quello che ha aperto alla “cantera slovena” con Ilicic, Bacinovic e Andelkovic. Che sia andata bene, però, è un altro discorso. 

Da quel 2011 le speranze erano quelle di aver trovato un talento low cost. Ci vorrà un po’ di gavetta in B e sudore nel centrocampo di Sassuolo, Torino e Fiorentina. Questo fino al 2015, ovvero quando arriva all’Atalanta in coincidenza con quella maturità che gli addetti ai lavori si aspettavano.

Jasmin Kurtic, quando gli uomini piangono

Con i bergamaschi si afferma e colleziona ben 92 presenze condita da 10 gol. La stagione 2016-2017 è la migliore, quella che lo vede più prolifico in zona gol. Dal compitino svolto in altri club di A fino al miglioramento realizzativo possiamo vedere la crescita di Kurtic.

SPAL e Parma nel segno di Kurtic

Il vero exploit, però, arriva con gli anni a Ferrara. Lì abbiamo imparato a conoscere Kurtic per le sue doti, le stesse che hanno fatto innamorare i fantallenatori. In squadre come quella di Semplici, allora allenatore della SPAL, Jasmin emergeva per carattere e incisività. 

Le presenze saranno 65 mentre 9 sono i centri delle sloveno. Anche in questo caso, nel 2018-2019, Kurtic ha vissuto un gran stagione con 6 gol in campionato. Con la maglia degli spallini si è affermato come metronomo, finalizzatore e lottatore a centrocampo, non risparmiandosi qualche giallo di troppo.

La chiamata del Parma non stupisce. D’Aversa per il suo ambizioso cantiere ducale voleva gente di sicuro affidamento. Nel 2020 un nome tra i tanti è proprio quello di Kurtic. All’allenatore sono piaciute sì le doti realizzative ma anche la grinta messa in gioco lì a centrocampo. A supporto dei vari Gervinho e Kulusevski il Parma aveva bisogno di centrocampisti più fisici. 

Non sorprendono, quindi, quelle lacrime sincere. Le lacrime di Kurtic esprimono l’amarezza e quel lato fragile di chi in campo dà sempre tutto e lotta su ogni pallone. Sono gli sfoghi di calciatori che per l’opinione pubblica meritano sempre di più e che invece vengono trascinati, a volte, nei fallimenti collettivi. Quello del Parma, più delle lacrime di Kurtic, sorprende per un inizio campionato senza D’Aversa, ora richiamato in piena emergenza, per un mercato poco oculato per la nuova dirigenza Krause. Sorprendiamoci per questo e non per momenti davvero umani.

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