José Mourinho: quanto conta la sua comunicazione?

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José Mourinho è un allenatore destinato a far parlare di sé, sia per i risultati calcistici che per le sue conferenze stampa. In ogni contesto lo Special One si dimostra un uomo dalla grande personalità, e dallo stile inconfondibile.

Un tratto veramente interessante del suo modo di allenare è la comunicazione, sia con i giocatori che con i giornalisti. In questo articolo andremo ad analizzare proprio questo aspetto, ripercorrendone i passi e i cambiamenti avvenuti nel corso degli anni.

La domanda che ci siamo posti è stata questa: quanto conta la sua comunicazione nell’economia della squadra? Dopo aver visionato filmati, interviste, conferenze stampa e allenamenti abbiamo provato a darci una risposta.

José Mourinho: l’uomo nel mirino

Sin dai tempi del Porto José Mourinho è spesso stato il one man show della squadra. È però con l’approdo al Chelsea prima e all’Inter poi che l’allenatore ha raggiunto l’apice della popolarità.

Le sue conferenze stampa sono diventate presto un cult del calcio moderno, con quel “zero tituli” che ancora riecheggia nelle orecchie degli amanti del calcio. Quel che fosse è passato in sordina è che con il suo modo di fare ha sempre attirato tutte le attenzioni su di sé, distogliendole dal resto della squadra.

Capiamo bene che a certi livelli le pressioni sono alle stelle, e chi se non l’allenatore può deviarle su un altro focus? Lo stile di José Mourinho dunque è stato questo, così com’è il suo obiettivo. 

José Mourinho: quanto conta la sua comunicazione?

A dirla tutta sembra anche avere funzionato, con molte vittorie e molti titoli conquistati. L’Inter del triplete giocava libera nella testa, con poche pressioni sul gruppo perché tutti erano focalizzati sul suo allenatore, amato e odiato, ma sempre sulla bocca di tutti.

Anche quando siede in panchina durante le partite ha sempre avuto un atteggiamento unico, talvolta plateale. Con i suoi comportamenti è in grado di svoltare le partite, aumentando l’intensità dei suoi giocatori.

Basti pensare all’ultima amichevole della Roma con il Betis, espulsi allenatore e tre giocatori. Questa è la dimostrazione che i giocatori sono pronti già ad andare in guerra per la squadra, un aspetto che forse mancava alla Roma l’anno scorso.

Manchester United e Tottenham: uno stile diverso, risultati diversi

Se ci avete fatto caso lo stile di José Mourinho una volta tornato in Premier League, dopo l’esperienza al Real Madrid, è cambiato drasticamente. Abbiamo potuto vedere un allenatore pacato, fuori dalla luce dei riflettori e molto più posato.

Sarà un caso che non ha ottenuto i risultati visti in precedenza? Certo, su questo non c’è la certezza matematica, sta di fatto però che le stagioni fallimentari combaciano con il suo abbassare i toni.

Soprattutto con il Tottenham abbiamo notato un José Mourinho molto diverso, molto attento a pesare le parole e mai fuori posto. La squadra sembrava infatti disunita, a tratti confusa e senza un obiettivo comune.

Anche con il Manchester United non è sembrato lo stesso allenatore, nell’occhio del ciclone sì, ma spesso perché attaccato addirittura dai giocatori. Questione di feeling? Non ci è dato saperlo, sicuramente l’atteggiamento dello Special One è sembrato radicalmente diverso.

José Mourinho: quanto conta la sua comunicazione?

Mourinho e la Roma: il ritorno alle origini

Già dalla prima intervista con la Roma José Mourinho sembra essere tornato quello di prima. Difende i giocatori, li coccola, crea un gruppo e distoglie l’attenzione da loro a se stesso. Il risultato? I giocatori vanno in guerra per lui, e in campo non mollano nemmeno un centimetro.

Abbiamo parlato prima dell’amichevole contro il Betis, con 3 giocatori espulsi più quella del mister, ma in realtà una grande foga si è vista anche in Campionato. Se si continuerà così ne vedremo delle belle, ci sarà da divertirsi!

José Mourinho: l’allenatore del gruppo

Perché dunque è così importante nel suo modo di allenare la comunicazione? La risposta che ci siamo dati è semplice: Mourinho è un grande gestore di gruppi. Per questo motivo difenderli a spada tratta, assumersi tutte le responsabilità e sviare l’attenzione su se stesso è fondamentale.

La forza di Mourinho sta nel creare gruppi uniti e forti, che pensano all’unisono e viaggiano in un’unica direzione. Ricordate Eto’o all’Inter? Era disposto a fare il terzino pur di essere utile alla causa, la risposta risiede qui.

Sarà dunque interessante vedere se questo inizio spumeggiante ai microfoni si protrarrà nel corso della stagione, e vedere se José Mourinho è tornato quello di un tempo. Allo stesso modo, staremo a vedere quanto bene riuscirà a fare in questa nuova panchina, se sarà in grado di zittire i suoi detrattori.

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