Un avvio pirotecnico quello dell’11^ giornata di campionato, grazie al sonoro 4-0 inferto dalla Juventus all’Empoli nella sfida dell'”Allianz Stadium”. I bianconeri ottengono così il secondo successo consecutivo e scavalcano momentaneamente l’Inter in classifica. A dispetto del risultato, la partita si mantiene viva ed equilibrata per quasi un’ora, con gli uomini di Allegri che passano in vantaggio al minuto 8 con Kean e raddoppiano con McKennie solo al 56°. Sotto di 2 gol, i toscani mollano completamente la presa, abbandonandosi alle scorribande dei padroni di casa, che dilagano trascinati dalla doppietta di Rabiot negli ultimi 10 minuti di gioco. Finalmente arrivano segnali incoraggianti per la Vecchia Signora per prendere lo slancio definitivo e invertire il trend finora assolutamente deludente. Vediamo insieme alcuni di questi progressi attraverso la nostra analisi tattica di Juventus-Empoli. Come sempre, però, diamo prima uno sguardo alle scelte di formazione dei due allenatori.
Il tecnico livornese si affida ancora una volta, in assenza di Di Maria, al 3-5-2. Szczesny tra i pali, terzetto difensivo composto da Rugani, Bonucci e Danilo, schierato sul centro-sinistra. Kostic e Cuadrado a tutta fascia, Locatelli in cabina di regia, affiancato da Rabiot e McKennie. Davanti, la coppia formata da Vlahovic e Kean.
Zanetti conferma invece il suo 4-3-2-1. Vicario in porta, retroguardia composta dai terzini Parisi e Stojanovic, con Luperto e l’ex De Winter in mezzo. Davanti a loro, Marin funge da playmaker, mentre Bandinelli e Haas agiscono da mezz’ali. Il tandem d’attacco vede Destro e Satriano, supportati alle spalle dal trequartista Pjaca.
Primo tempo: Juventus subito arrembante
L’analisi tattica di Juventus-Empoli, almeno fino al gol del 2-0, presenta quelle che sono le caratteristiche ormai consolidate delle due squadre. Da una parte, abbiamo i bianconeri, che alternano momenti di pressione feroce (in modo particolare a inizio gara) ad altri in cui difendono molto bassi, concedendo l’iniziativa agli avversari. Dall’altra parte, i toscani, che con grande personalità fondano il loro gioco su una manovra fluida che coinvolge tanti giocatori.
L’avvio di partita dei padroni di casa, anche in questa occasione, è decisamente propositivo. Squadra col baricentro in avanti, pressing molto alto e organizzato, per impedire la costruzione pulita dal basso degli uomini di Zanetti. La marcatura più studiata e attenta è sicuramente quella che coinvolge Marin, fulcro e cervello dell’impostazione empolese. Su di lui, gli uomini di Allegri ruotano a seconda dei movimenti del rumeno in mezzo al campo. Pertanto, o una punta o un centrocampista che si alza appositamente. Le due mezz’ali degli ospiti vengono invece prese a uomo dagli omologhi bianconeri, in un perfetto gioco delle coppie.
Anche Cuadrado e Kostic sono molto coinvolti in fase di non possesso. I due si abbassano immediatamente sulla linea dei difensori, componendo così una retroguardia a 5. In tal modo, la Juventus tiene ben presidiate le fasce, ma consente poi agli stessi esterni di spingere con tanto campo davanti. Particolarmente ispirato è il serbo sul binario di sinistra. Questi, sfrutta le sovrapposizioni interne di Rabiot per poter giocare l’uno contro uno con Stojanovic. Il mismatch è tutto a favore dello juventino, che fa piovere continuamente cross nell’area di Vicario. Gli uomini di Allegri riempiono sempre molto bene l’area, contando su due punte molto fisiche e abili negli smarcamenti, e sugli inserimenti del solito McKennie. Proprio grazie a questa situazione di gioco, arriva il gol che sblocca la gara, al minuto 8. Traversone dentro dell’ex Francoforte, che trova il movimento di Kean ad attaccare il primo palo alle spalle De Winter.
Analisi tattica Juventus-Empoli: la risposta toscana dopo il dominio bianconero
Nei primi 20 minuti, la Juventus mette in grande difficoltà l’Empoli grazie agli strappi di Kostic e all’intraprendenza di Kean, soprattutto in ripartenza. La squadra di Zanetti ci mette un po’ a ingranare, palesando difficoltà nel palleggio contro la pressione bianconera. Pjaca, che in fase di non possesso tallona Locatelli, non riesce a incidere tra le linee, oscurato dall’ex centrocampista del Sassuolo, e anche piuttosto impreciso dal punto di vista tecnico. Sono proprio i suoi errori in appoggio a innescare i più pericolosi contropiede degli uomini di Allegri.
Tuttavia, come vi abbiamo già anticipato nella parte iniziale di questa analisi tattica di Juventus-Empoli, i padroni di casa non garantiscono continuità alla propria prestazione nell’arco della stessa frazione di gioco. Nella parte centrale del primo tempo, infatti, la squadra si abbassa, rannicchiandosi nella propria trequarti e concedendo maggiore libertà ai toscani nel gestire il palleggio. A questo punto, gli ospiti salgono di rendimento e si affacciano stabilmente nella metà campo avversaria portando sempre tanti uomini al seguito. Anche per loro, il lato forte è quello sinistro, dove Parisi spinge tanto, supportato dagli inserimenti di Bandinelli. La palla si muove con buona fluidità, ma a mancare è la presenza delle punte, assolutamente avulse dalla manovra.
Difendendo bassa, la Juventus non riesce a ripartire velocemente, per questo si affida a Vlahovic, che viene incontro e gioca di sponda per gli esterni. Kostic rimane il vero motore della squadra, e con i suoi guizzi e le sue giocate riesce a costruire le più importanti palle-gol per i compagni d’attacco. Situazioni che però i bianconeri non sono in grado di capitalizzare.
Secondo tempo: la Juventus raddoppia e si abbatte come una valanga sull’Empoli
Nella ripresa, il copione dell’analisi tattica di Juventus-Empoli segue quello del finale della prima frazione. E cioè con i toscani che fanno la partita e cercano di coinvolgere maggiormente le punte. La squadra imposta a 3, con Marin che si schiaccia sulla linea dei due centrali e i terzini che salgono. Pjaca, seguito come un’ombra da Locatelli, si abbassa a centrocampo per ricevere e appoggiarsi in verticale su Satriano. Anche in questo caso, però, l’attaccante uruguayano fatica a gestire con qualità i palloni servitigli.
La squadra di Allegri, invece, si affida come sempre alle ripartenze, collezionando calci d’angolo. Al minuto 56, sugli sviluppi di uno di questi, McKennie svetta più in alto di tutti e con un gran colpo di testa batte Vicario per la seconda volta. Il gol del raddoppio fa calare definitivamente il sipario sulla squadra di Zanetti, sebbene questi, qualche minuto dopo, provi comunque a ravvivare i suoi, effettuando un doppio cambio. Entrano Baldanzi e Bajrami per Pjaca e Satriano, con conseguente passaggio al 4-3-2-1, con i neoentrati alle spalle di Destro.
I bianconeri, in ottica Benfica, rispondono con Paredes e Milik ai posti del texano e di Vlahovic. L’argentino si piazza davanti alla difesa, mentre Locatelli va a fare la mezz’ala destra. Con i toscani privi di convinzione, la Juventus si scatena. La pressione torna ad essere alta e feroce e dal recupero palla fioccano occasioni con i soliti temibili sospetti Kean e Kostic. Si aprono gli spazi e la squadra viaggia spensierata, fluida e veloce. Al minuto 75, Zanetti tenta ancora di scuotere il suo attacco mandando dentro Lammers ed Henderson per Destro e Bandinelli. Kean e Rugani si fermano per qualche problemino fisico e lasciano il campo ad Alex Sandro e Miretti. Quest’ultimo viene adattato a giocare alle spalle della punta polacca, mentre Danilo passa a fare il braccetto di destra della difesa a 3.
Gli ultimi 10 minuti di gara
Negli scampoli finali, la Juventus costruisce e spreca una miriade di occasioni, ma riesce comunque ad andare in rete altre due volte con Rabiot. La prima nuovamente su situazione di calcio d’angolo. La seconda, ormai verso lo scadere del recupero, a conclusione di una perfetta ripartenza rifinita dall’unica incursione in avanti di Danilo sulla destra.
Analisi tattica Juventus-Empoli: le considerazioni finali
Finalmente si sbloccano gli altri. A dispetto di quanto accaduto nel derby, il secondo successo di fila in campionato della Juventus porta firme diverse da quella di Dusan Vlahovic. A rubargli la scena questa volta è il suo partner d’attacco Kean, apparso particolarmente brillante e voglioso di determinare la gara. Le reti dei centrocampisti (addirittura 2 da calcio d’angolo!), poi, certificano che questa squadra può e deve contare sul collettivo e non soltanto esclusivamente sul singolo che si traveste da eroe di turno e si immola per la causa da solo.
Importanti anche le prestazioni di Kostic e Locatelli, in costante miglioramento dal punto di vista fisico. Così come Cuadrado, tornato, almeno nel secondo tempo, più vicino alla sua migliore versione a cui siamo tutti abituati e di cui i bianconeri hanno assolutamente bisogno. Dopo questi 2 indizi incoraggianti, si attende l’ultimo, quello decisivo contro il Benfica, per avere la prova definitiva che la Juventus ha finalmente iniziato la propria stagione.
Un campo ben seminato, ma poco proficuo. Per quanto concerne l’Empoli, come dimostrato da questa stessa analisi tattica della sfida contro la Juventus, rimane il solito problema. La squadra esprime un bel calcio, gioca con personalità anche contro le big, ma nel momento di finalizzare accusa una devastante carestia. Tutto il reparto offensivo ha segnato solo 3 delle 9 reti messe a segno in campionato dai toscani. Un dato assolutamente in controtendenza rispetto alla mole e alla qualità di gioco prodotta. Zanetti non è finora riuscito a trovare il cast appropriato per far decollare definitivamente la sua creatura. La fotografia di questa difficoltà è rappresentata dalla continua ricerca di soluzioni dalla panchina a gara in corso. Davvero un peccato per un club che potrebbe continuare a togliersi soddisfazioni importanti e che negli anni si è fatto foriero di bravissimi allenatori.