Maurizio Sarri non è più l’allenatore della Juventus. Lo ha annunciato la società bianconera in un comunicato ufficiale nel primo pomeriggio sul proprio sito ufficiale. “Juventus Football Club comunica che Maurizio Sarri è stato sollevato dal suo incarico di allenatore della Prima Squadra. La Società desidera ringraziare il tecnico per aver scritto una nuova pagina della storia bianconera con la vittoria del nono Scudetto consecutivo, coronamento di un percorso personale che lo ha portato a scalare tutte le categorie del calcio italiano”.
Da profeta del bel gioco all’esonero: l’avventura discendente di Sarri con la Juventus
Il tecnico originario di Napoli paga l’eliminazione agli ottavi di Champions League contro il Lione e una stagione, in generale, poco esaltante. Il “Comandante” non è riuscito a portare il bel gioco che tutti si attendevano. Dopo l’addio con Allegri, i dirigenti bianconeri avevano scelto Sarri proprio per continuare a vincere “divertendo”, puntando così a quella Champions League che nell’annata precedente si era conclusa ai quarti di finale con l’inaspettata eliminazione per mano dell’Ajax. Da lì la scelta di rompere il rapporto con Max Allegri, protagonista con cinque scudetti consecutivi, e puntare su Sarri reduce dalla vittoria dell’Europa League con il Chelsea, primo trofeo da professionista per il “Comandante”.
I fasti di Napoli (pur senza trofei) non si sono ripetuti. Il “sarrismo”, considerato per qualche tempo il gioco più bello e spumeggiante a livello europeo, non si è praticamente visto con la Juventus. Certo Sarri ha vinto il nono scudetto consecutivo scrivendo un nuovo record nella storia bianconera. Se però analizziamo i numeri, balza agli occhi il minor numero di punti, negli ultimi 9 anni, con cui la ‘Vecchia Signora’ ha conquistato il tricolore. Al contrario sono tante le reti subite, ben 43 che fanno della retroguardia bianconera solo la terza della Serie A, dietro Lazio e Inter.
Inoltre, lo scudetto è l’unico trofeo conquistato dal “Comandante” sui quattro in stagione. Supercoppa addio a dicembre per mano della Lazio, così come la Coppa Italia è sfuggita ai calci di rigore per mano del Napoli. E in Champions, nonostante un’ottima fase a giorni, il tecnico ha deluso profondamente nel primo appuntamento ad eliminazione diretta, contro un avversario complicato ma sicuramente non proibitivo.
Zidane e Inzaghi in pole per la panchina
C’è poco tempo per preparare la nuova stagione che partirà il 19 settembre. La dirigenza bianconera ha dunque necessità di chiudere al più presto per il nuovo allenatore. Già accostati alla Juventus dopo l’addio di Allegri, rispuntano i nomi di Zinedine Zidane e Simone Inzaghi, che rappresentano le prime scelte ma difficili da raggiungere. Il tecnico francese, molto legato a Torino, è il profilo perfetto del tecnico vincente. Sulla panchina del Real ha conquistato tre Champions consecutive e due titoli della Liga, di cui l’ultimo quest’anno dopo una splendida rimonta sul Barcellona. Poco probabile che Zidane lasci Madrid, dove si trova benissimo. L’eliminazione agli ottavi di Champions per mano del Manchester City potrebbe però cambiare le carte in tavola.
Altro nome in cima alla lista bianconera è quello di Simone Inzaghi. Protagonista di una stagione da incorniciare sulla panchina della Lazio, che ha riportato in Champions League dopo 13 anni, rappresenta un ottimo profilo anche sul piano anagrafico. Inzaghi è giovane ma l’esperienza certamente non gli manca. L’ostacolo, in questo caso, è il patron dei biancocelesti: liberarsi dalla “morsa” di Lotito non è affatto semplice.