Nell’anticipo di lusso della 14^ giornata di Serie A va in scena la sfida tra due storiche rivali, Juventus e Fiorentina: Prandelli vuole continuità dopo gli ultimi due pareggi contro Sassuolo e Verona, soprattutto per risalire in classifica e allontanare la zona retrocessione. Sono 162 i precedenti fra le due squadre in Serie A: bilancio favorevole ai bianconeri con 78 vittorie, 51 pareggi e 33 successi della Viola. L’ultima vittoria dei gigliati risale al 15 gennaio 2017, 2-1 con gol di Kalinic e Badelj.
Juventus-Fiorentina, Prandelli: «Le squadre perfette non esistono»
Nella conferenza stampa alla vigilia di Juventus-Fiorentina ha parlato il tecnico dei toscani Cesare Prandelli: «Per battere le grandi squadre devi avere non solo attenzione e concentrazione sui particolari, ma quando ti concedono qualcosa devi avere la sfacciataggine di attaccare l’area di rigore con parecchi giocatori. Se partiamo con questa mentalità penso che possiamo fare un’ottima gara. Penso che anche per la Juve la terza partita in pochi giorni possa creare qualche squilibrio, capita a tutte le squadre, per questo dovremo essere forti. Le squadre perfette non esistono, nel momento in cui capiamo che possiamo fare qualcosa in attacco dobbiamo provarci, anche rischiando qualcosa».
Le caratteristiche più temibili dei bianconeri: «Temo la qualità della Juve e la sensibilità sul gol dei giocatori d’attacco, temo Chiesa che è un giocatore straripante soprattutto quando parte in contropiede. Quest’anno i bianconeri hanno più concorrenti per lo scudetto, soprattutto le milanesi hanno ridotto il gap».
Un giudizio su Pirlo: «Mi sembra che stia bruciando le tappe e i n due mesi ha fato una fisionomia alla squadra, non è semplice. La squadra ha già una sua fisionomia di gioco».
Un nuovo modo di interpretare le partite
Prandelli punta molto sulla giusta mentalità: «In questo momento dobbiamo pensare a come scendiamo in campo. Nelle ultime partite si sono viste determinazione e voglia di superare le difficoltà, dobbiamo mantenere questa mentalità. I due pareggi in casa sono frutto di un gran lavoro contro due squadre difficili da affrontare. L’aspetto mentale va di pari passo con le prestazioni, e da questo punto di vista siamo pronti. Non voglio vedere giocatori scontenti o che non accettano certe decisioni, siamo tutti coinvolti. Il mio obiettivo è arrivare a 40 punti, e per farlo ci vorrà anche una mentalità da provinciale. Dovremo combattere perché nessuno ci regala nulla. Stiamo intraprendendo una strada semplice, dove ogni giocatore è responsabile della sua zona di campo e dunque ci possono essere tanti livelli individuali. E’ vero che non creiamo tante occasioni, ma non ne abbiamo nemmeno subite molte».
Con Prandelli, la Fiorentina sta intraprendendo una nuova strada rispetto al recente passato con Iachini: «La prima cosa che ho cambiato è il modo di interpretare le partite. So per esperienza che quando una squadra parte con un obiettivo alto e poi si trova in difficoltà, è difficile far capire che la cosa più importante è riconquistare il pallone. Se si continua a pensare in maniera costruttiva, si perde di aggressività. Può essere una risorsa quando troveremo una maggiore capacità realizzativa e più equilibrio. I giocatori hanno risposto bene in queste partite, penso abbiano capito che la strada è questa e non si torna indietro. Anche le squadre basate molto sulla costruzione del gioco non dimenticano mai la fase difensiva».
Fiorentina quarta per possesso palla ma 17esima per tiri in porta
Sui singoli: «Igor si è sempre allenato benissimo. Non sono d’accordo sul periodo di appannamento di Caceres, si tratta semplicemente di scelte tattiche. Per quanto riguarda Callejon sono molto contento di quello che sta facendo sul campo. Tatticamente è uno dei giocatori che negli ultimi anni è stato un professore nei tempi di gioco. La squadra sta giocando con un sistema che per lui non è congeniale, stiamo cercando di capire in quale ruolo Josè può essere importante».
Su Castrovilli: «La prima volta che l’ho visto ero in tribuna e sono rimasto estasiato da questo ragazzo che rischiava l’uno contro uno in mezzo al campo, libero da qualsiasi pensiero e pressione. Lui deve ritrovare questa capacità di rischiare, no gli rimprovererò mai un dribbling in mezzo al campo per andare verso la porta avversaria, ha tutte le qualità per farlo».
La Fiorentina è quarta in Serie A per possesso palla e diciassettesima per tiri in porta: «La differenza si spiega proprio sulla percentuale del possesso palla. Se tu palleggi tanto, i giocatori avversati chiudono gli spazi e non riesci a concludere. I numeri vanno letti, dipende anche se fai possesso palla nella tua metà campo o in quella avversaria, o in costruzione o nella finalizzazione. I dati dicono che chi riesce a concludere lo fa con tre-quattro passaggi».