Analisi tattica di Juventus-Inter, primo round della semifinale di Coppa Italia. Il percorso nella competizione è molto importante per entrambe le squadre perché rappresenta, realisticamente, l’obiettivo per vincere un trofeo importante in una stagione difficile per motivi diversi.
Vediamo insieme le scelte dei due tecnici per questo eterno duello.
Analisi tattica Juventus-Inter: le formazioni ufficiali
Allegri schiera la Juventus con il 3-5-1-1 più volte impiegato quando è disponibile Di Maria: Perin portiere di Coppa Italia e non solo confermato a difesa della porta; difesa a tre formata dai protagonisti (felici) delle ultime uscite ovvero Gatti, Bremer, Danilo; Cuadrado preferito a De Sciglio, Fagioli, Locatelli, Rabiot, Kostic lasciano presagire un centrocampo votato all’attacco; Di Maria libero di muoversi sul fronte offensivo; Vlahovic unica punta. Insieme i due hanno dimostrato di avere un’ottima intesa.
Inzaghi apporta alcune modifiche al suo undici iniziale rispetto anche all’ultima di campionato. Si era parlato a lungo negli ultimi giorni che fosse venuto il momento di Asllani, ma il giocatore Albanese deve ancora aspettare. Non passa inosservata l’assenza di Lukaku tra i titolari, ma le prestazioni deludenti del belga hanno sicuramente inciso sulla scelta. Spazio quindi a Dzeko; 11 goal realizzati dal bosniaco fin qui in stagione.
L’Inter si schiera con 3-5-2: Handanovic torna tra i pali; D’Ambrosio, Bastoni, Acerbi trio difensivo; Darmian, Barella, Mkhitarian, Brozovic, Dimarco nel folto centrocampo interista; Dzeko e Lautaro tandem d’attacco molto eclettico e capace di supportare il gioco viste le doti di palleggio di entrambi i protagonisti.
Analisi tattica Juventus-Inter, primo tempo: partita senza lampi
Pronti e via e la Juventus si rende subito pericolosa al 3’ con una bella combinazione tra Vlahovic e Di Maria che arriva al tiro impegnando Handanovic in una bella parata. Sembra il preludio per un arrembaggio bianconero ma è solo un fuoco di paglia.
Darmian alto a destra per tenere basso Kostic e Dimarco sul lato opposto per limitare le scorribande di Cuadrado. Queste le mosse di Inzaghi per togliere ossigeno alla manovra offensiva della Juventus. E l’espediente sembra funzionare; ne risente soprattutto il serbo che si vede poco nella prima mezz’ora.
Il primo quarto d’ora è, per tutte e due le squadre, un esercizio per mostrare come sono brave a ricompattarsi velocemente nel momento in cui la palla è agli avversari. Vietato concedere spazio ai contrattacchi avversari dove sia la Juventus che l’Inter sanno essere molto pericolosi.
Prima occasione da goal arriva al 33’: palla in area per Dzeko che la giostra con maestria liberando Brozovic al tiro dal limite, parata non difficile per Perin.
Risponde la Juventus che trova nel giro palla un buon cross di Cuadrado che Vlahovic gira debolmente verso la porta dell’Inter.
Sul finale del tempo è l’Inter a rendersi pericolosa con Dimarco fermato da Bremer e D’Ambrosio che alza un colpo di testa sotto porta da azione di calcio d’angolo.
Primo tempo giocato con grande attenzione tattica da parte delle due squadre. Sembra più decisa, a tratti, l’Inter che ai punti è risultata più pericolosa.
Ci si attende qualcosa di più dalla Juventus se vuole sfruttare la partita casalinga. Sono mancati gli uomini che avrebbero dovuto accendere il gioco juventino. Di Maria brilla solo a tratti, Kostic e Rabiot senza spunti significativi.
Per rompere l’equilibrio serve un break al centro del campo per aggredire la difesa prima che la squadra avversaria si compatti o la giocata di un giocatore. Gli uomini in campo in grado di cambiare marcia ci sono, senza considerare le panchine.
Vediamo se nel secondo tempo prevarrà la voglia di sfondare o l’equilibrio la farà ancora da padrone.
Analisi tattica Juventus-Inter, secondo tempo: domina lo stallo
La ripresa riparte come nel primo tempo. Fiammata Juventus poi si ricomincia lo stallo tattico tra due squadre molto compatte. L’Inter sembra più convinta e attacca con più uomini.
Dopo un’azione prolungata dell’Inter che porta Mkhitarian pericolosamente al tiro, Allegri rompe gli indugi e prova a cambiare le sorti dell’incontro. Al 66’ entrano Miretti e Chiesa per Fagioli e Chiesa.
Contromossa immediata di Inzaghi che sostituisce al 67’ Dimarco e Dzeko e inserisce Gosens e Lukaku.
Al 72’ Milik prende il posto di Vlahovic, molto nervoso al momento dell’uscita dal campo.
L’equilibrio rimane inalterato con le linee di passaggio intasate e le squadre che non riescono a penetrare nell’area avversaria.
Al 77’ uno spunto di Danilo che serve Cuadrado cross invitante su cui Milik non riesce a intervenire.
All’improvviso scoppia l’incendio
L’equilibrio si spezza all’81’: un cross innocuo di Rabiot diventa veleno puro per l’Inter. Gosens stringe in area e libera Cuadrado sulla destra che con una botta secca non lascia scampo a Handanovic.
Quando la partita sembra ormai al termine, al terzo e ultimo minuto di recupero, altro svarione difensivo, questa volta in area della Juventus, con Bremer che salta in maniera scoordinata toccando con la mano un pallone che sembrava innocuo. Rigore che Lukaku realizza in maniera esemplare. Meno esemplare l’esultanza che costa al belga l’espulsione e che soprattutto scatena una rissa esecrabile che coinvolge gran parte delle due squadre, panchine comprese. Ne fanno le spese Handanovic e Cuadrado espulsi a partita ormai conclusa.
Analisi tattica Juventus-Inter: le considerazioni finali
Brutta partita tutta tattica senza spunti significativi. Se fosse stata una partita a scacchi sarebbe stata una partita da stallo, che poteva finire in patta. Poi due gravi disattenzioni difensive hanno portato a due goal che non cambiano la situazione.
E se la partita è stata brutta, peggiore è stato il finale con una rissa che non fa onore né ai giocatori né al valore delle due società.
Per fortuna c’è una partita di ritorno che dovrà decidere il passaggio alla finale. I due tecnici saranno costretti a vincerla e speriamo che decidano di affrontarla con più coraggio, a viso aperto cercando di sfruttare le proprie doti e le proprie capacità più che gli errori degli avversari. Sono due squadre che vivono, per motivi diversi, momenti difficili però hanno la qualità per regalare al pubblico uno spettacolo più degno di quello offerto questa sera.