Juventus-Inter è storia. Per la terza volta in questa stagione. Succede tutto nei minuti finali del Derby d’Italia: prima il vantaggio dei bianconeri targato Cuadrado poi il pareggio nerazzurro firmato dagli undici metri, in pieno recupero, da Lukaku e infine l’ennesima brutta pagina di sport, che queste due compagini sono solite “regalare” quando si scontrano. La semifinale d’andata di Coppa Italia finisce nella confusione più totale, da cui ne escono male proprio i due autori delle reti, entrambi espulsi. Con loro anche Handanovic e in generale il calcio italiano.
Oltre al contorno poco felice con cui è terminata la partita, i restanti 80′ non hanno regalato grandi emozioni, frutto di due squadre molto (e bene) chiuse in difesa. Quali sono stati i top e flop di Juventus-Inter? Ecco le nostre scelte.
Juventus-Inter, top e flop: i top del match
Danilo: capitano della Juventus, dentro e fuori dal campo. Impeccabile nei 90 minuti, con chiusure e contrasti che hanno reso la vita quasi impossibile al duo nerazzurro Lautaro–Dzeko. Padroneggia nel terzetto difensivo, caricando i suoi compagni e aiutandoli anche nella fase offensiva. Quando capisce che manca il cinismo davanti, è lui che ci prova dalla distanza. Tuttofare.
Dzeko: faticare ha faticato. Proprio come l’avversario bianconero nella medesima posizione. Il bosniaco però si sacrifica tantissimo, abbassandosi nel ruolo di mezzala per creare spazzi e gestire il gioco. Un ritorno al ruolo di inizio carriera. Fa a sportellate con i colossi difensivi e cresce d’intensità fino alla sostituzione. Manca solamente la cattiveria negli ultimi metri. Sacrificio.
Mkhitaryan: qualità, idee e intelligenza tattica al servizio di Inzaghi. Carbura nella prima frazione di gioco prendendo le misure del campo, ragionando e spostando la partita sui binari imposti da lui. Intensità e tecnica diretti verso la fase offensiva. Verticalizza bene per Brozovic e va vicino alla rete nella seconda frazione, con un violento diagonale. Il cervello dell’Inter.
Gatti: impossibile precluderlo dalla lista dei top. Una crescita esponenziale per l’ex Frosinone che si sta conquistando, meritatamente, la titolarità. Le movenze sono quelle di Chiellini e Barzagli, l’aggressività pure. Gioca senza paura, con calma e precisione, anticipando Lukaku e costringendolo al primo cartellino. Colonna portante.
Juventus-Inter, top e flop: i flop del match
Vlahovic: in una partita dove i top sono i difensori, quasi per forza i penalizzati sono gli attaccanti. Il serbo rispetta la legge. Continua a faticare enormemente e lo sa anche lui, frustrato e deluso quando è uscito dal campo. Non basta la grinta e il supporto dei tifosi in questo momento. Il serbo vale quasi zero in una squadra che produce poco gioco come i bianconeri. Lavora sempre spalle alla porta, sente il fiato di Acerbi sul collo e non riesce nemmeno a fare da sponda. Un vero e proprio problema da risolvere.
Lautaro: vale lo stesso discorso dell’attaccante bianconero anche per il bomber argentino. Che contro la Juventus di bomber ha avuto poco e niente. Nessun movimento, nessuna giocata, nessuna idea in zona offensiva. Figuriamoci il gol. Sbaglia quasi tutto e non riesce nemmeno ad arrivare alla conclusione. Decadenza.
Bremer: non si meritava questo posto fino al 92esimo. L’errore è troppo grave. Sia per il momento in cui è arrivato (quando la partita era in dirittura d’arrivo), ma anche per la banalità del gesto. Non aveva fatto male durante la partita, annullando i movimenti di Lautaro. A questi livelli gli errori pesano il doppio. Ingenuo.
Il vero flop del match
Le prestazioni dei singoli sono quasi state annullate dallo scempio di fine partita. Come la storia lontana e vicina insegna, Juventus-Inter non è mai una partita tranquilla. Quella di Coppa Italia lo era stata fino all’entrata di Lukaku sulle gambe di Gatti. Prima qualche solito e costante diverbio tra i giocatori nerazzurri e l’arbitro ma in generale una condotta pulita e pacifica.
Alcuni tifosi si saranno svegliati per la rissa di fine partita. Due delle squadre ai vertici della Serie A non hanno gioco. La dura realtà. Una partita monotona senza spunti interessanti da far vedere agli aspiranti calciatori.
Da precludere alla vista dei ragazzini delle scuole calcio gli ultimi minuti, dove gli adolescenti sembravano quelli in campo, perché nel rettangolo verde non c’erano sicuramente uomini. Da entrambe le parti. Gli ululati razzisti, le esultanze provocatorie, i pugni nel post partita hanno fatto dimenticare alla maggior parte delle persone, il vero flop del match: il calcio giocato.