Una squadra bellissima da ammirare prima, in grande difficoltà dopo: è la Lazio di Simone Inzaghi, reduce da un periodo negativo e domani attesa dalla Juventus per la super-sfida che può decidere lo scudetto. I biancocelesti sono stati, per gran parte della stagione, la sorpresa più piacevole. Con un gioco spumeggiante, tante reti realizzate e un’organizzazione ai limiti della perfezione Inzaghi ha lanciato la sua Lazio ai vertici della classifica. Fino a qualche giornata fa lo scudetto costituiva un obiettivo concreto, ma ora la situazione è diversa. I biancocelesti sono distanti otto punti dalla Juve capolista e non vincono da quattro gare, dove hanno accumulato tre sconfitte di fila contro Milan, Lecce e Sassuolo e il pareggio del turno precedente in casa dell’Udinese. Anche la Juve non se la passa bene, ma all’ “Allianz Stadium” (dove i bianconeri non hanno mai perso quest’anno) servirà una vera e propria impresa.
Il rammarico di Inzaghi: «Mi sarebbe piaciuto giocarmela con 5-6 giocatori in più…»
Nella conferenza stampa della vigilia, mister Simone Inzaghi analizza il match clou di domani fra la Juventus e la sua Lazio: «Sarà una bellissima partita fra due squadre che hanno fatto un bellissimo percorso. Abbiamo già incontrato la Juve in casa nostra e nella finale di Supercoppa. Domani andiamo in casa loro e ci aspetta una partita difficilissima, contro la prima della classe che vince in Italia da otto anni. Abbiamo avuto diversi problemi dopo lo stop del campionato ma andremo lì cercando di fare un’ottima gara. Non ci sono alibi e non dobbiamo pensare agli assenti: fa parte del gioco».
Sarà una Lazio decimata quella che si presenta allo “Stadium”, come conferma il tecnico biancoceleste. «Luis Alberto non sarà della partita, è rimasto tre giorni a riposo e stamattina avvertiva ancora dolore. Assenti anche Jony, Radu, Marusic, Correa, Patric, Lulic e Leiva. Speravamo di arrivare più vicini a questa sfida. Adesso però bisogna andare avanti perchè ci manca ancora qualche punto per il nostro grande obiettivo, che ci manca da 14 anni. Dopo la gara di Udine mi sarebbe piaciuto giocarmela con 5-6 giocatori in più, che mi avrebbero garantito rotazioni e gente fresca. Giocando ogni tre giorni con gli stessi uomini si perdono lucidità e brillantezza, e vengono fuori diverse problematiche. Ora però voglio concentrarmi su chi scenderà in campo domani».