Un buon Lecce ha messo in difficoltà la Juventus nella prima mezzora di gioco. I salentini sono partiti con l’atteggiamento giusto al cospetto della Vecchia Signora, ma l’espulsione di Lucioni ha complicato nettamente la gara. Inevitabilmente, i salentini si sono rintanati in difesa e hanno subito quattro gol nel secondo tempo. La squadra di Fabio Liverani torna a casa nuovamente con un pesante passivo, dopo il poker infilato dal Milan tre giorni fa. Per la salvezza, saranno decisivi gli scontri con le dirette concorrenti, a cominciare dal prossimo turno contro la Sampdoria.
Liverani: «Buona mentalità nel primo tempo, potevamo anche andare in vantaggio»
A fine gara, il tecnico dei salentini Liverani rende comunque onore alla squadra per l’atteggiamento: «Fino all’espulsione la nostra partita è stata equilibrata e ordinata, stavamo cercando di chiudere gli spazi e ripartire con giocatori differenti, visto che siamo in emergenza per le assenze. In parità numerica la squadra ha fatto la sua partita, e poteva anche andare in vantaggio con Rispoli: sulla mentalità della squadra non avevo dubbi».
Secondo il tecnico, le assenze e il rosso a Lucioni hanno condizionato la prestazione dei salentini. «Commentare la gara è difficile, infortuni ed espulsione ci creano grandi problemi contro una squadra come la Juve. Se ci aggiungiamo anche qualche nostro regalo la partita diventa impari. In questo momento posso allenare 13-14 giocatori, è difficile mettere tutti in condizione quando si gioca ogni tre giorni. Oggi ho messo Barak che non si è allenato per venti giorni e non era al meglio della forma. Il suo ingresso è stato però necessario per farlo tornare a prendere confidenza con il campo».
Il Lecce subisce quattro gol per la seconda volta consecutiva. «Le statistiche e i gol subiti mi interessano poco, la squadra deve soltanto continuare a crescere. Con un risultato positivo può tornare l’entusiasmo che avevamo prima del lockdown, quando siamo partiti dalle elementari per poi fare le medie e arrivare alle superiori. Ora, invece, sembra che siamo tornati alle elementari».