Il Lione dell’ex tecnico giallorosso Rudi Garcia cerca l’impresa contro la Juventus nel ritorno degli ottavi di Champions League. La gara di andata è stata favorevole ai francesi, vittoriosi per 1-0 grazie a una rete di Tousart. A Torino, dunque, saranno due su tre i risultati a disposizione per passare il turno. L’unica incognita è la condizione fisica: la Ligue 1 si è interrotta a marzo e non è più ripresa, dunque il Lione non ha giocato per quattro mesi. La prima gara ufficiale solo sei giorni fa, con la finale della Coppa di Lega persa ai tiri di rigore contro il Paris Saint Germain dopo lo 0-0 perdurato fino ai supplementari. La compagine di Garcia ha chiuso il campionato al settimo posto e non parteciperà alle coppe europee nella prossima stagione, a meno del trionfo in Champions League.
Juventus-Lione, Garcia: «Il destino è nelle nostre mani»
Nella conferenza stampa della vigilia, il tecnico Rudi Garcia, vecchia conoscenza del calcio italiano, ritrova una storica rivale. «La delusione in Coppa di Lega è stata grande, abbiamo quasi sfiorato la vittoria del trofeo. E’ tutto nelle nostre mani adesso, ci giochiamo il nostro destino e la qualificazione ai quarti, speriamo che l’inno della Champions ci porti più avanti in questo percorso».
Il Lione ha giocato una sola gara ufficiale negli ultimi cinque mesi. Garcia commenta: «Ci sono pro e contro. Giocando una partita ogni tre giorni può rimetterti in pista ma è anche vero che la Juve può essere stanca. Comunque i loro giocatori hanno fatto tante partite e sono preparati, lo svantaggio è dalla nostra parte poiché non abbiamo lo stesso ritmo, il nostro campionato è durato 28 giornate mentre tutti gli altri tornei sono terminati. Abbiamo però il vantaggio del risultato dell’andata, e la nostra forma è buona come ha dimostrato la partita in Coppa di Lega».
Garcia torna allo “Stadium”: l’ultima volta nel 2014 con il famoso gesto del ‘violino’
Nessuna rivincita contro la ‘Vecchia Signora’, dopo il suo passato alla Roma con la quale ha conteso lo scudetto ai bianconeri per qualche tempo. Da allenatore del Lione, Garcia torna nella tana della Juventus dopo quasi sei anni, quando si rese protagonista del famoso gesto del ‘violino’. «E’ un altro tempo, un’altra squadra e soprattutto un’altra competizione. Non c’è niente del passato che può essere in moto nella mia mente per questa partita. L’aspetto particolare è che giocheremo ancora senza pubblico, ed è un peccato. Anche in trasferta è bello giocare davanti ai tifosi, il calcio è fatto di questo. Speriamo che presto si riaprano le porte degli stadi alla gente».
Nonostante il risultato favorevole dell’andata, la qualificazione secondo Garcia è ancora aperta. «Di solito quando vinci nella gara di andata la percentuale di passare il turno è più ampia. Visto però l’avversario e che la Juve è una grande squadra, la qualificazione è al 50% per ognuno. Ho sentito tutte le critiche che sono arrivate alla Juve, ma ha vinto il campionato e resta sempre una grande squadra. Il nono titolo consecutivo e già questo dice molto sul livello della Juve. E’ anche vero che subisce più gol rispetto al passato. Noi arriviamo a Torino non solo per difendere ma anche per segnare un gol, così sarà più facile qualificarci. Giochiamo contro una squadra di stelle ma siamo umili e ambiziosi».
Depay si lascia alle spalle l’infortunio: «Il ritorno in campo una grande sensazione»
Ci sarà anche il talento più rappresentativo del Lione, il centrocampista offensivo Memphis Depay. Assente dai campi per quasi cinque mesi a causa del brutto infortunio al crociato, l’olandese vuole essere protagonista domani contro i bianconeri. «E’ una grandissima sensazione rientrare in squadra dopo un lungo stop, ho giocato qualche amichevole e la finale di coppa. Penso di essere in buona condizione e mi sento in forma. Contro il PSG abbiamo fatto bene, abbiamo cercato di vincere al cospetto di una grandissima squadra. Domani però è un’altra partita, siamo in Champions e cercheremo di fare del nostro meglio, c’è un grande spirito di squadra. Abbiamo giocato poche partite ma sempre in buona condizione, per domani siamo pronti e ho molta fiducia nella squadra. Bisogna ripetere la stessa prestazione dell’andata».
Sulla sua posizione in campo e la sua leadership nello spogliatoio. «Preferisco giocare a centrocampo, in maniera tale da trovare più volte il pallone. Abbiamo lavorato proprio in questa direzione, una delle mie qualità migliori è creare opportunità per la squadra. Ho 26 anni e sono maturato, cerco di aiutare la mia squadra ritagliandomi un ruolo positivo, e penso di averlo fatto bene. Sono felice con i miei compagni, possono imparare da loro e viceversa. Alla mia età è naturale comportarmi da leader, anche perché il mister mi ha affidato questo ruolo».
Parole al miele per l’amico e connazionale De Ligt, che sfiderà domani sera. «Al suo primo anno nel campionato italiano ha fatto un ottimo lavoro, pur essendo giovanissimo. Sembra un uomo già fatto ma ha ancora ampi margini di miglioramento, è diventato un campione e sono orgoglioso di lui. Domani non saremo amici ma avversari, fa parte del gioco».