La Juventus di Andrea Pirlo torna a portare a casa i tre punti vincendo contro il Parma per 3-1. Grazie a questa vittoria i bianconeri riescono a lasciarsi alle spalle la brutta sconfitta contro l’Atalanta. La gara, valida per la trentaduesima giornata di campionato, è andata in scena all’Allianz Stadium ed ha visto il Parma andare in vantaggio al minuto 25. I bianconeri però non si buttano giù e grazie ad una doppietta di Alex Sandro, la prima della sua carriera, ribalta il risultato. A chiudere in bellezza ci pensa De Ligt: il suo gol che coincide con la tripletta della squadra torinese.
Pirlo su Juventus-Parma: «Nella mente c’erano solo i tre punti»
Dopo la gara non manca il commento del tecnico bianconero ai microfoni di Dazn. Proprio sulla vittoria della Juventus ammette: «Il primo avversario è la testa, non siamo partiti con l’atteggiamento giusto. Ma ci stava, dopo tante cose successe negli ultimi giorni e dopo la sconfitta di Bergamo. Però alla fine siamo rimasti in partita con l’attenzione giusta ai tre punti, fondamentali per il nostro cammino. Nel secondo tempo abbiamo giocato una buona gara». Proprio sugli errori commessi nel primo tempo dice: «È la ricezione del pallone sbagliata, eravamo lunghi e con posizioni troppo lontane per sviluppare un gioco corale. Dovevamo cercare i compagni con passaggi lunghi e si rischia di sbagliare e lo sviluppo diventa problematico».
In seguito, qualche sensazione sulla prolungata assenza in campo di Paulo Dybala: «Lo conosciamo, migliora all’interno della partita, come anche stasera. E’ mancato perché è un giocatore importante, lo conosciamo. Gli serviva stare in campo e acquisire minutaggio e consapevolezza, ha fatto una grande partita e sarà molto utile nelle ultime gare». Infine, sulle numerose reti subite nelle ultime sfide: «Abbiamo subito molto su calci d’angolo e calci piazzati, che non è da noi perché con la doppia linea difensiva stavamo facendo bene. Quando subisci così tanto significa che manca attenzione e non sei al 100% e si rischia di compromettere le gare. Non possiamo permettercelo».
