Allegri e Mourinho escono abbracciati e sorridenti dall'”Allianz Stadium”, dove va in scena l’altro big match della terza giornata di campionato. Juventus e Roma si fermano sull’1-1, dopo una sfida molto intensa e che lascia qualche nota positiva per il processo di crescita e stabilizzazione delle due squadre. A prendersi la scena sono, ovviamente, i due bomber. Apre le danze Vlahovic, che esprime la sua bravura anche nel battere le punizioni, appena poco dopo il primo minuto di gioco. La riprende Abraham nel secondo tempo su azione di corner, sfruttando un assist del protagonista più atteso, l’ex Paulo Dybala. Andiamo a scoprire gli altri interpreti decisivi di questo Juventus-Roma attraverso la nostra analisi tattica. Partiamo, come sempre, dalla presentazione delle formazioni.
I padroni di casa recuperano Szczesny tra i pali, ma non Bonucci, rimpiazzato da Danilo in versione difensore centrale. A destra, da esterno basso, viene invece schierato De Sciglio. Completano la linea del 4-3-3 bianconero Bremer e Alex Sandro. In mezzo al campo, confermati Locatelli davanti alla difesa e Rabiot da mezz’ala destra, mentre dall’altra parte Allegri rinnova la fiducia a Miretti dopo l’ottima prova contro la Samp. Tridente offensivo consueto con Kostic e Cuadrado ali e Vlahovic centravanti.
Con l’assenza di Zaniolo, negli ospiti Pellegrini viene riportato nella posizione di trequartista accanto a Dybala dietro alla punta Abraham nel classico 3-4-2-1 di Mourinho. La diga davanti alla retroguardia vede dunque Cristante e Matic, alla sua prima da titolare in giallorosso. Nessuna novità, invece, nel pacchetto arretrato con i soliti Ibanez, Smalling e Mancini a proteggere la porta di Rui Patricio.
Primo tempo: la Juventus annichilisce Dybala e compagni
Per un’ora abbondante, l’analisi tattica di Juventus-Roma vede il netto predominio dei bianconeri. Questa supremazia è particolarmente evidente nella prima frazione e si concretizza in una maggiore intensità, determinazione e voglia dei padroni di casa. Qualità assolutamente assenti nella trasferta di Genova.
La squadra di Allegri approccia fin dai primissimi istanti col consueto atteggiamento propositivo e aggressivo, tenendo il baricentro molto alto e attuando una pressione feroce sui portatori di palla avversari.
Gli uomini di Mourinho patiscono molto la partenza dei padroni di casa. Il pressing alto e le marcature di Rabiot e Miretti su Cristante e Matic impediscono ai giallorossi di uscire con palloni in verticale, innescando i due trequartisti tra le linee. La fase di costruzione degli ospiti incontra dunque molto fatica e per questo la squadra si appoggia su Dybala.
L’argentino prova prima a trovare spazio largo a destra, per poi accentrarsi quando l’azione viene ribaltata sulla sinistra. Poi, viene molto incontro abbassandosi per offrire un’opzione di sbocco. Tuttavia, il numero 21 giallorosso è costantemente raddoppiato e costretto a ricevere di spalla. Diverse palle perse in avvio di manovra sono la naturale conseguenza e la fotografia delle difficoltà degli uomini di Mourinho.
Anche Pellegrini s’imbottiglia nel traffico in mezzo al campo. Abraham, invece, viene ben gestito sia nei duelli fisici da Bremer, sia nell’attacco della profondità con Danilo e le diagonali attente di Alex Sandro. Il piano dei bianconeri di non concedere l’appoggio diretto in avanti sugli uomini offensivi funziona e costringe la Roma ad andare sugli esterni. Soprattutto a sinistra, alla ricerca dei (pochissimi) guizzi di Spinazzola.
Analisi tattica Juventus-Roma: la supremazia territoriale dei bianconeri
Non è solo l’atteggiamento propositivo a consentire alla Juventus il predominio sulla Roma, ma anche un’idea precisa su cui andiamo a focalizzarci a questo punto dell’analisi tattica. Innanzitutto, il pressing alto favorisce il recupero immediato del pallone e produce le occasioni più importanti. Una, in particolare, determinante, poco dopo essere entrati nel primo minuto di gioco. Miretti ruba palla nella trequarti avversaria e serve Cuadrado. Il colombiano subisce fallo al limite dell’area e guadagna un’importante punizione, magistralmente realizzata da Vlahovic.
La partita, dunque, si mette subito in discesa per i bianconeri, ma non per questo diminuiscono il livello dell’intensità. La squadra gioca molto bene per merito di Miretti, il più giovane in campo. In fase di possesso, Locatelli e Rabiot giocano in linea davanti alla difesa, mentre il classe 2003 agisce più avanti, posizionandosi alle spalle dei due mediani giallorossi. I bianconeri riescono a sfruttare la superiorità numerica in questa zona del campo perché Cristante è costretto a uscire largo su Alex Sandro, che a sinistra accompagna molto l’azione. Kostic, alto e largo, tiene impegnato Karsdorp. Matic preferisce non sguarnire la zona centrale davanti alla propria linea difensiva: in questo modo, la mezz’ala bianconera ha spazio e libertà per muoversi.
Insomma, il nativo di Pinerolo è l’arma in più della Juventus, in quanto può offrire differenti opzioni. Ricevendo in verticale sulla trequarti, infatti, può appoggiare esternamente su Kostic per poi sovrapporsi. Oppure servire direttamente Vlahovic in verticale sui piedi. O, ancora, mettersi in proprio sfruttando la tecnica e l’agilità.
Il lato sinistro si configura, pertanto, come quello maggiormente esplorato nelle azioni manovrate dei bianconeri. La fascia destra, invece, è quella designata per le ripartenze veloci. Sia perché vi agisce Cuadrado, sia perché De Sciglio non accompagna quasi mai.
Secondo tempo: la Juventus non raddoppia e la Roma agguanta il pari
Nella ripresa, Mourinho dà una prima sferzata all’analisi tattica di Juventus-Roma con un doppio cambio. Entrano Zalewski ed El Shaarawy per Mancini e Spinazzola. I giallorossi aggiungono velocità e qualità e passano al 4-2-3-1. Il faraone parte largo a sinistra, mentre Dybala viene a destra, pur non rimanendo mai aperto come l’ex Milan. Piuttosto, la Joya viene molto dentro al campo, quasi vicino a Pellegrini alle spalle di Abraham.
I bianconeri continuano ad essere ben disposti in campo e attenti a non farsi sorprendere in situazioni di palla scoperta per l’attacco della profondità del centravanti inglese. Tuttavia, a tratti difendono leggermente più bassi, lasciando il giro-palla da dietro ai giallorossi. Le tante energie spese nel primo tempo portano i padroni di casa ad attaccare con meno foga e a gestire il possesso sfruttando molto di più le corsie esterne. Con la Roma più sbilanciata, infatti, si aprono spazi per portare il due contro uno. A mancare però sono un pizzico di lucidità e una maggiore presenza in area assieme a Vlahovic.
Nel frattempo, al minuto 58, Allegri perde Rabiot per un problemino fisico. Al suo posto entra Zakaria. Pochi minuti dopo, Mourinho cambia anche l’altro esterno, inserendo Celik in luogo di Karsdorp. La Roma comincia a spingere, soprattutto con gli esterni bassi, più freschi, avvolgendo i bianconeri e guadagnando corner. E proprio dalla bandierina arriva il gol dell’1-1. Dybala, sfilatosi sul secondo palo, rimette il pallone in mezzo, trovando Abraham, più lesto di tutti a colpire di testa.
Analisi tattica Juventus-Roma: i cambi ridisegnano le squadre
La Juventus accusa il colpo, anche perché le energie continuano inevitabilmente a calare. Al minuto 77, Allegri cambia nuovamente. Entrano McKennie e il neoacquisto Milik per Miretti e Cuadrado. I bianconeri si dispongono ora con un 4-4-1-1 (o, se preferite, un 4-2-3-1), in cui il texano funge da esterno di destra, mentre il polacco agisce alle spalle di Vlahovic per fare da raccordo col centrocampo.
Il portoghese si copre invece riportando la difesa a 3 con l’ingresso di Kumbulla per Dybala. El Shaarawy si avvicina ad Abraham, mentre Pellegrini arretra la propria posizione, Si va così a delineare un 3-5-2.
Nel finale, c’è spazio anche per Rovella e Kean, ai posti di Locatelli e Vlahovic, da una parte, e per Bove, in luogo di Pellegrini, dall’altra. I bianconeri si portano all’arrembaggio, ma non riescono a sfondare. La sfida si chiude così sull’1-1.
Analisi tattica Juventus-Roma: le considerazioni finali
Entrambe le squadre escono dalla sfida perdendo l’inviolabilità delle proprie porte, strenuamente difesa nelle prime due uscite. La Juventus può sicuramente essere soddisfatta per i notevoli passi avanti rispetto all’impalpabile prestazione di Genova. Soprattutto sul piano del carattere e della voglia. Per un’ora di partita, i bianconeri mettono in campo il doppio dell’intensità degli avversari, recuperando quello che è il DNA della squadra. L’unica macchia rimane non aver trovato il gol del 2-0, finendo per gestire troppo presto la gara con le energie ormai dissipate da un primo tempo perfetto.
La Roma, per converso, ha il merito di non mollare e tenere duro nel momento più difficile. Grazie sicuramente ad una fase difensiva solida, con uno Smalling sempre più leader. Il coraggio di cambiare premia, poi, gli sforzi giallorossi, che possono festeggiare anche la prima rete stagionale di Abraham. La qualità del gioco rimane, invece, un aspetto su cui bisogna ancora lavorare. Soprattutto quando si affrontano avversarie che pressano forte in avanti e impediscono la verticalizzazione immediata verso i giocatori offensivi.