Con una prova decisamente convincente la Juventus batte la Sampdoria 4-1 e guadagna il pass per i quarti di Coppa Italia. La squadra guidata da Landucci, complice la squalifica di Allegri, esprime un buon calcio per tutti i 90 minuti e dilaga nella ripresa. Per i blucerchiati pesa la sconfitta sia sul piano del risultato che su quello del gioco, salvo una breve parentesi positiva nel secondo tempo. I bianconeri attendono ora il nome della loro avversaria, che sarà deciso nella sfida di domani tra Sassuolo e Cagliari. Ora però, concentriamoci su quanto Juventus e Sampdoria hanno mostrato in questa sfida attraverso la nostra analisi tattica. Iniziamo, come sempre, dalle formazioni iniziali.
I padroni di casa scendono in campo col 4-4-2. In porta c’è il titolare della competizione Perin, protetto dalla retroguardia formata da De Sciglio, Danilo, Rugani e Alex Sandro. A centrocampo, giocano Cuadrado e Rabiot esterni, con Locatelli e Arthur coppia centrale. Davanti Morata e Kulusevski.
Gli ospiti, capeggiati da Tufano, in attesa dell’insediamento di Giampaolo, rispondono col 3-5-2. Tra i pali, ancora spazio a Falcone, mentre in difesa giocano Murru, Magnani e Bereszynski. Conti e Augello agiscono sulle fasce, con Rincon, Thorsby e Askildsen in mezzo al campo. In attacco ci sono Caputo e Torregrossa.
Primo tempo: una Juventus dominante chiude in vantaggio
L’analisi tattica di Juventus-Sampdoria ci rivela una partita in cui per larghissimi tratti si assiste ad un assolo bianconero. Per i blucerchiati, il 3-5-2 rappresenta una novità tattica, dettata dalla contingenza di trovarsi ancora senza il loro capo allenatore. Per questo motivo, la squadra rimane molto bassa, arretra i due esterni, componendo così una linea difensiva a 5. Caputo e Torregrossa vengono lasciati isolati in avanti, col secondo che rappresenta l’unico punto di riferimento, dato che viene spesso ricercato con lanci lunghi. Soluzione però del tutto inefficace contro la supremazia fisica dei centrali juventini.
La Samp soffre inoltre la pressione costantemente alta e feroce da parte dei bianconeri. A inizio azione, Kulusevski va in marcatura su Rincon, poi si alzano i terzini De Sciglio e Alex Sandro e anche i centrocampisti, in particolare Locatelli. Quest’atteggiamento estremamente aggressivo procura tanti recuperi sulla trequarti, da cui scaturiscono potenziali occasioni che mettono alle corde i genovesi. Dal punto di vista dell’organizzazione in fase di possesso, la Juventus imposta con Arthur più basso, davanti alla difesa. Locatelli, invece, si alza, spingendosi molto in avanti e portandosi in linea con gli esterni di centrocampo. A inizio azione, i bianconeri si dispongono quasi con un 4-1-4-1, in maniera tale da impegnare tutta la retroguardia a 5 degli ospiti.
La spinta dei terzini costringe poi le mezz’ali blucerchiate ad allargarsi, scoprendo il centrocampo. Ad approfittarne è Arthur, che ha molto campo per impostare e, soprattutto, tracce verticali dove poter imbeccare il movimento incontro di una delle due punte, le cui sponde sono fondamentali per aprire il gioco sugli esterni. Per tutto il primo tempo, i giocatori bianconeri si muovono splendidamente, attaccando gli spazi che mano a mano si creano tra le linee doriane. Al minuto 25, la Juventus legittima il proprio dominio sfruttando una delle tante palle inattive generate dalla pressione in avanti. A colpire è Cuadrado su punizione. Solo i riflessi di Falcone tengono in piedi la Samp, che riesce ad andare negli spogliatoi col risultato ancora aperto.
Secondo tempo: la partita si apre e arrivano tanti gol
Nella ripresa, il copione rimane invariato. La Juventus continua a schiacciare l’avversaria nella propria area di rigore e a portare tanti uomini in avanti. Anche Arthur amplia il suo raggio d’azione, trovando spazio fino al limite dell’area, mentre Locatelli stabilmente fa quasi il trequartista. L’asfissiante pressione dei bianconeri procura corner su corner e, finalmente, al minuto 52, Rugani trova la rete del 2-0, proprio sullo sviluppo di un tiro dalla bandierina. Con la partita in totale controllo, Landucci avvia la prima serie di cambi, dando riposo a Danilo e Kulusevski, sostituiti da Chiellini e Dybala al minuto 61.
Appena un minuto dopo, però, la Sampdoria accorcia le distanze con Conti. I blucerchiati sfruttano la loro prima azione imbastita da entrambi gli esterni. A questo punto, la squadra riacquista fiducia e Tufano decide di cavalcare l’onda. Entrano Gabbiadini, Candreva e Vieira al posto di Torregrossa, Conti e Thorsby. Subito dopo il gol, per alcuni minuti, gli ospiti mettono in serie difficoltà la Juventus, sfruttando l’intraprendenza degli innesti. Da un lato, con Gabbiadini i blucerchiati trovano un riferimento che possa venire incontro a cucire il gioco. Dall’altro, con Candreva alto a destra provano ad abbassare il baricentro dei bianconeri. Tuttavia, gli ospiti si ritrovano poco dopo a pagare dazio contro la pressione alta della Juventus. Al minuto 67, Locatelli recupera l’ennesimo pallone della sua partita al limite dell’area e serve Dybala, che gela Falcone col suo sinistro.
Con un distacco nel punteggio più sicuro, i padroni di casa scacciano via quel breve momento di sbandamento post-gol della Samp e tornano a macinare gioco. In particolare, i bianconeri trovano molto spazio sulla sinistra. Rabiot interpreta il ruolo di quarto a centrocampo più da mezz’ala che non da esterno puro. Per questo attacca con grande dinamismo la profondità, inserendosi senza palla nel corridoio interno tra Rincon e Vieira. A destra, invece, si mette in luce il giovane Aké, entrato al posto di Cuadrado. L’ex giocatore del Marsiglia si rivela determinante con la sua velocità. Al minuto 76, infatti, guadagna con uno spunto un calcio di rigore, poi trasformato da Morata per il definitivo 4-1. Negli ultimi 10 minuti, prosegue la girandola dei cambi da ambo le parti, ma senza alterare gli equilibri tattici.
Analisi tattica Juventus-Sampdoria: le considerazioni finali
La Juventus prosegue il suo ottimo momento di forma, trovando un altro successo casalingo dopo quello con l’Udinese. Per i bianconeri, oltre alla qualificazione al turno successivo, arrivano tante altre buone notizie. A cominciare dall’ottima condizione fisica dimostrata da Rabiot, che recupera, corre, si inserisce e sfiora il gol. A questa segue sicuramente quella di Danilo, che ritrova il campo dopo diversi mesi dall’infortunio.
L’ultima lieta sorpresa arriva dal giovane Aké, che ha avuto modo di mettere in mostra le sue qualità, non facendo rimpiangere Cuadrado nell’ultimo quarto d’ora. Unica cosa che fa riflettere è forse l’ennesima occasione persa per dare qualche minuto in più a Kaio Jorge. Nell’ambiente Juve si parla molto bene di lui, ma il brasiliano continua ad avere uno scarso minutaggio. Chissà che Allegri non gli regali qualche scampolo in più nell’imminente big match contro il Milan.
Per quanto riguarda la Samp, invece, la sconfitta fa decisamente male, ma i blucerchiati hanno ben altri obiettivi su cui concentrarsi. Il ritorno di Giampaolo, bloccato dalla bronchite, rappresenta sicuramente uno spiraglio di fiducia per una squadra che ha bisogno di ritrovare le proprie certezze. La situazione di classifica non è per nulla rassicurante e il derby di domenica contro lo Spezia vale una bella fetta di salvezza contro una diretta concorrente.