Grazie a una prodezza nel finale di Dusan Vlahovic, la Juventus riesce a superare il Sassuolo per 2-1. Il serbo trascina i bianconeri a giocarsi la semifinale di Coppa Italia con la sua ex, la Fiorentina, vittoriosa nel pomeriggio contro l’Atalanta. Le due squadre si affrontano a viso aperto e regalano grandi emozioni e spettacolo per tutti i 90 minuti. Il guizzo del nuovo numero 7 della Vecchia Signora rompe l’equilibrio costruito nel primo tempo dalle prodezze di Dybala e Traoré. Andiamo ora a rivivere questo entusiasmante Juventus-Sassuolo attraverso la nostra analisi tattica. Iniziamo, come sempre, dalle formazioni iniziali.
Contrariamente alla vittoria nell’ultimo turno contro il Verona, Allegri ritorna al 4-2-3-1. In porta c’è Perin, con linea difensiva costituita da De Sciglio, De Ligt, il rientrante Bonucci e Alex Sandro. A centrocampo confermati Arthur e Zakaria. Vlahovic è il riferimento centrale, supportato da Dybala, assieme ai due esterni McKennie e Cuadrado.
Anche gli emiliani scendono in campo col medesimo sistema di gioco, marchio di fabbrica di Dionisi. Tra i pali c’è il sempreverde quarantenne Pegolo, mentre in difesa giocano Tressoldi, Ayhan, Ferrari e Kyriakopoulos. Lopez e Harroui compongono la cerniera in mezza al campo. Berardi, Raspadori e Traoré agiscono, poi, alle spalle dell’unica punta Scamacca.
Primo tempo: la Juve passa subito, ma il Sassuolo risponde con personalità
In questa nostra analisi tattica, vedremo come Juventus e Sassuolo giocano a rincorrersi dal punto di vista dello schieramento in campo. Come detto, nella prima frazione di gioco, entrambe le squadre si presentano col 4-2-3-1, ma con delle rispettive differenze. Nei bianconeri, McKennie, che agirebbe da trequartista di sinistra, in realtà accentra la sua posizione, lasciando così la corsia libera. Per tutta la partita, i padroni di casa sfrutteranno prevalentemente questo settore di campo, e ora andiamo a spiegare il perché. A inizio azione, Alex Sandro parte subito molto alto, sfruttando proprio il movimento dell’americano. Il terzino destro Tressoldi stringe la propria posizione, preoccupato dal texano, mentre Berardi rientra poco. Ne consegue che per il brasiliano della Juventus si apra una vera e propria prateria, che lui attacca costantemente e con grande qualità.
E non è un caso che il gol del vantaggio bianconero arrivi proprio con un’azione sviluppata dalla fascia mancina. L’ex Porto mette palla dentro, McKennie si fa rimpallare il tiro e sul rimbalzo Dybala è lestissimo e preciso a battere Pegolo. L’approccio della Juventus è ottimo nei primissimi minuti, anche in fase di non possesso. La joya e Vlahovic vanno a schermare i due centrocampisti del Sassuolo, mentre Zakaria si occupa di Raspadori. La pressione sui portatori di palla è alta e aggressiva, anche se il Sassuolo non rinuncia a giocare. Tuttavia, dopo pochi minuti, i padroni di casa abbassano i livelli d’intensità e concentrazione. Molti errori banali in costruzione in zone di campo pericolose e una certa sufficienza nel ricercare Vlahovic solo con palloni alti e difficili da domare.
Analisi tattica Juventus-Sassuolo: la risposta dei neroverdi
Con la Juventus che molla un po’ troppo presto il volante della gara, ecco che gli emiliani vengono fuori. La squadra di Dionisi prende in mano la partita, facendo emergere tutta la propria personalità e qualità nel palleggio. Doti, tra l’altro, già ampiamente mostrate nella sfida di campionato di ottobre. I bianconeri abbassano il proprio baricentro e così sia Lopez che Harroui hanno più spazio per giocare. I due mediani sono anche aiutati dall’eccellente lavoro a venire incontro da parte di Raspadori e Scamacca. La possibilità di dialogare con un riferimento centrale manda in tilt il centrocampo bianconero che, in inferiorità numerica, fatica ad arginare efficacemente le iniziative dei neroverdi.
In più, gli ospiti trovano anche il modo di far male sugli esterni. Sia Berardi che Traoré, giocando a piedi invertiti, sono sempre orientati verso l’interno del campo, portando ancor più densità in quella zona. Se Tressoldi a destra, per indole e caratteristiche tecniche, rimane più bloccato dietro, a sinistra, invece, Kyriakopoulos macina il campo. Il greco sfrutta la posizione più interna dell’ivoriano per essere isolato nell’uno contro uno con De Sciglio, che fatica a contenerlo. Così la Juventus, da quella parte, soffre terribilmente. Perché Cuadrado è troppo morbido nell’affrontare Traoré, che gli va via con una certa facilità. Ed è così che il Sassuolo, al minuto 24, trova il gol del pareggio. Uno-due in spazi stretti tra Scamacca e Traoré e destro a giro dell’ivoriano, deviato da Zakaria, che si insacca sul secondo palo.
A tenere in piedi i bianconeri ci pensa Perin, che si dimostra attento quando chiamato in causa. La Juventus si rifà viva solo dopo la mezz’ora, con Dybala a cercare di illuminare con le sue giocate. Ma la squadra di Allegri deve fare ancora i conti con molti errori tecnici dei centrocampisti. McKennie e Arthur in particolare. La prima frazione si chiude dunque in parità sull’1-1.
Secondo tempo: cambi di modulo e Vlahovic ancora decisivo
Nella ripresa, l’analisi tattica di Juventus-Sassuolo si sposta sul coordinato cambio di modulo da parte delle due squadre. Ma andiamo per gradi. Prima del calcio d’avvio, Ayhan è costretto ad abbandonare il campo, sostituito da Muldur. Tressoldi passa così a fare il centrale, mentre il neoentrato si posiziona da esterno basso a destra. La Juventus comincia bene, perché Vlahovic viene coinvolto meglio, con palloni più giocabili, sia addosso, sia premiando i suoi movimenti in verticale. Le due squadre badano un po’ meno alla tattica si affrontano a viso aperto. Ne esce così fuori una bella partita, con occasioni da una parte e dall’altra, sfruttando le ripartenze nate da palla recuperata.
Attorno all’ora di gioco, ecco che i due allenatori cambiano sistema di gioco attraverso una serie di cambi. Nella Juventus entrano Locatelli e Morata per De Sciglio e Zakaria. Lo spagnolo va a posizionarsi a sinistra, mentre Dybala si colloca a destra, andando così a ricostituire il medesimo tridente visto contro il Verona. Cuadrado arretra da terzino destro, mentre il centrocampo si dispone con Arthur centrale e Locatelli e McKennie da intermedi. Nel Sassuolo vanno in campo, invece, Defrel ed Henrique al posto di Berardi e Traoré. Quest’ultimo, autore di un ottimo primo tempo, non si fa però apprezzare per il gesto nei confronti del suo tecnico al momento di lasciare il campo. Il francese funge da ala destra, con Raspadori largo dalla parte opposta. Il brasiliano, invece, va a rinforzare il centrocampo. Ancora una volta, le due squadre si dispongono specularmente, stavolta col 4-3-3.
A beneficiare del nuovo assetto è però maggiormente la Juventus, che spinge di più e costringe gli emiliani ad abbassarsi. Il motore del gioco è ancora Alex Sandro, le cui incursioni sono favorite anche da Morata che, come Dybala dall’altra parte, non staziona esattamente largo sulla fascia. I bianconeri sfiorano ripetutamente il gol del vantaggio, anche con occasioni clamorose. Ma sulla loro strada si frappone un insuperabile Pegolo, determinante in almeno 3 circostanze. Negli ultimi 10 minuti, il Sassuolo prova a riaffacciarsi in avanti, ma si espone a qualche ripartenza di troppo. Su una di queste, al minuto 88, Vlahovic si inventa la giocata decisiva. Imbeccato in verticale da Dybala, il serbo va via a Muldur sulla linea di fondo e punta la porta. La sua conclusione trova la fortunata deviazione di Tressoldi, che manda la palla alle spalle del suo portiere e la Juventus in semifinale.
Analisi tattica Juventus-Sassuolo: le considerazioni finali
Ancora una volta, la Juventus viene accompagnata alla vittoria dal neoacquisto di gennaio, che cancella una prova opaca nella seconda parte della prima frazione. Già, perché la squadra di Allegri, dopo essere partita alla grande, è andata via via spegnendosi, riaccendendo quella spia rossa di inizio anno che tanti punti è costata alla Vecchia Signora. Decisamente meglio nella ripresa, in particolar modo dopo il passaggio al 4-3-3, modulo che sembra offrire migliori garanzie sui due lati del campo. Per i bianconeri si apre ora la fase più delicata ed importante della stagione. Con la Champions, ovviamente, ma ancor prima con lo scontro diretto di domenica sera contro l’Atalanta per consolidare il quarto posto.
Per Dionisi arriva invece l’eliminazione che interrompe la finora storica traversata degli emiliani in Coppa Italia. La squadra ha però dimostrato, ancora una volta, di non risentire dell’effetto trasferta, nemmeno contro una big. Anzi, gioca un primo tempo di alto profilo e resiste finché può nella ripresa. Con l’uscita di Berardi e Traoré, i neroverdi perdono un po’ di smalto, ma come biasimare il tecnico toscano, visto che domenica arriva al Mapei Stadium una Roma ferita e arrabbiata in cerca di riscatto.