La Juventus supera per 3-0 il Sassuolo nel Monday night di Ferragosto che chiude la 1^ giornata di campionato. I bianconeri rispondono così a tutte le altre big trionfanti nelle rispettive sfide. A segno subito Di Maria, che ha il merito di sbloccare il match con un bel gol di contro balzo, e poi Vlahovic, autore di una doppietta. Dietro questo successo si nasconde, però, una squadra dalle diverse facce, soprattutto dal punto di vista dell’assetto di gioco. E sarà questo infatti uno degli elementi chiave della nostra analisi tattica di Juventus-Sassuolo. I nero-verdi, invece, non deludono sotto il piano della personalità e della ricerca di un gioco propositivo. Tuttavia, finiscono per essere inconcludenti e leggeri in avanti e lacunosi dietro. Prepariamoci ad immergerci nelle pieghe della gara, partendo con la presentazione delle formazioni delle due squadre.
I padroni di casa partono, sulla carta, con un 4-4-2. Tra i pali, complice l’indisponibilità per infortunio di Szczesny, c’è Perin. Difesa schierata con Danilo e Alex Sandro larghi e coppia centrale formata da Bonucci e Bremer. A proteggere la retroguardia ci sono Locatelli e Zakaria, con sugli esterni Cuadrado e, a sorpresa, il ristabilito McKennie. Davanti, il duo Vlahovic-Di Maria.
Gli ospiti rispondono con un 4-3-3. Consigli in porta, linea arretrata composta da Muldur e Rogerio sulle fasce e in mezzo Ferrari e Ayhan. Davanti alla difesa gioca Matheus Henrique, supportati dalle mezz’ali Frattesi e Thorstvedt. Tridente offensivo un po’ anomalo con Berardi a destra, Defrel punta centrale e Kyriakopoulos in insolita posizione da ala sinistra.
Primo tempo: la Juventus ci mette un po’ a calzare l’abito giusto
L’analisi tattica del primo tempo di Juventus-Sassuolo può essere suddivisa in due precisi archi temporali. Abbiamo un momento a. c. b. e uno d. c. b. Tranquilli, non siamo impazziti. Le sigle riportate stanno infatti ad indicare la fase ante-cooling break e quella dopo il cooling break. Il minuto di pausa concesso ai giocatori per rinfrescarsi fa da vero e proprio spartiacque della prestazione dei bianconeri, svoltandola in positivo. Capiamo il perché.
Nel primo quarto d’ora, si assiste ad una squadra molto determinata e aggressiva nella pressione in avanti e con una certa organizzazione di gioco. Sappiamo che con Allegri non possiamo mai aspettarci una rigida e pignola sistemazione tattica. Il 4-4-2 presentato sulla carta, infatti, subisce qualche alterazione, soprattutto in fase di impostazione. Quando è la Juventus ad avere il possesso, Alex Sandro si alza subito, mentre Danilo stringe la propria posizione, formando una retroguardia a 3. Di Maria agisce alle spalle di Vlahovic, liberando così la corsia destra a Cuadrado e allo stesso Danilo, che non disdegna di accompagnare l’azione. Dalla parte mancina, poi, anche McKennie resta sempre molto aperto. Ciò porta ad avere ogni volta due giocatori larghi su entrambe le fasce.
Il pressing alto e l’intraprendenza sulle corsie, soprattutto di un Alex Sandro particolarmente ispirato, creano grattacapi al Sassuolo. La costruzione dal basso della squadra di Dionisi viene soffocata e per questo si passa al lancio lungo. Defrel, però, ha vita dura nei duelli aerei contro i più strutturati Bonucci e Bremer. L’atteggiamento propositivo dei bianconeri si arresta però troppo presto e piano piano gli uomini di Allegri abbassano il baricentro e il livello d’intensità. Ai nero-verdi vengono così concessi maggiore libertà di manovra e spazio per le conclusioni da fuori. Tra palle perse banalmente e difficoltà a ribaltare l’azione con gli uomini tutti rannicchiati nella propria metà campo, la Juventus va in grande sofferenza.
L’analisi tattica di Juventus-Sassuolo dopo il cooling break
Provvidenziale per i bianconeri è l’interruzione, intorno al minuto 23, per il cooling break. Durante la pausa, Allegri ha modo di risistemare la squadra, dandole una nuova veste. Siamo giunti al punto di svolta dell’analisi tattica di Juventus-Sassuolo. La Vecchia Signora rientra in campo col 4-3-3. Di Maria largo a destra e Cuadrado a sinistra. Locatelli davanti alla difesa con le due mezz’ali Zakaria e McKennie ai suoi lati. In fase offensiva, i padroni di casa riprendono il comando delle operazioni avvolgendo gli emiliani col lavoro degli esterni e i continui cambi di gioco.
Presto fatto e la Juventus, al 26° minuto, sblocca il match. Cross di Alex Sandro che trova dalla parte opposta Di Maria. Il Fideo è bravissimo a coordinarsi e a schiacciare il pallone col suo sinistro. Sul rimbalzo, la palla s’impenna e beffa Consigli, superandolo. Anche difensivamente, i bianconeri beneficiano del nuovo assetto. In fase di non possesso, la squadra si dispone col 4-5-1, richiedendo un grande lavoro in ripiegamento anche allo stesso fuoriclasse argentino. Fondamentale soprattutto la superiorità a centrocampo che chiude ogni spazio di imbucata e di giocata tra le linee al Sassuolo. In particolare a Berardi, che viene sempre dentro al campo, con Frattesi che attacca lo spazio alle sue spalle, ma non trova margini per far male.
Forte del vantaggio, la Juventus si ricompatta dietro. Gli uomini di Dionisi osano di più, alzando i terzini e lasciando i centrali con la sola copertura di Henrique. Gli emiliani si sbilanciano, lasciando tanto campo scoperto da attaccare ai bianconeri. Con gli strappi di Di Maria in contropiede e la corsa in profondità di Vlahovic in mezzo ai due centrali, i padroni di casa mettono in crisi la retroguardia nero-verde. Che al minuto 43 paga nuovamente dazio. Ferrari atterra il centravanti serbo in area. Dal dischetto, lo stesso numero 9 batte Consigli e porta i suoi all’intervallo sul doppio vantaggio.
Secondo tempo: il Sassuolo prova, ma la Juventus si scatena in ripartenza
Nella ripresa, Dionisi manda subito in campo Raspadori per Defrel. Il canovaccio dell’analisi tattica di Juventus-Sassuolo prosegue nella medesima maniera. E cioè con i bianconeri che lasciano il possesso agli avversari, rimangono compatti senza concedere varchi, recuperano palla e si scatenano in contropiede. E proprio quello delle palle perse rimane un grosso problema per gli emiliani, che al minuto 51 subiscono ancora. I padroni di casa alzano la pressione e costringono Ayhan all’errore. Palla regalata al limite dell’area a Di Maria, che serve un comodo assist a Vlahovic per chiudere la partita sul 3-0.
Il Sassuolo accusa il colpo e si rende meno pericoloso, arrivando a fatica dalle parti di Perin. Con un Berardi molto spento e Raspadori ingabbiato dai centrali juventini, è Frattesi a fornire qualche soluzione alternativa attaccando l’area di rigore con i suoi inserimenti senza palla. È sempre il centrocampista romano, poi, ad andare a oscurare Locatelli a inizio azione. Un compito generoso, ma che non produce difficoltà ai bianconeri, che muovono bene palla da dietro con Bremer e in avanti con Di Maria, vero playmaker offensivo.
Intorno all’ora di gioco arrivano i cambi. Allegri rinnova tutta la catena di sinistra, inserendo De Sciglio e Kostic per Cuadrado e Alex Sandro. Dionisi aggiunge, invece, un po’ di peso offensivo con l’ingresso di Pinamonti al posto di Kyriakopoulos. Di conseguenza, va Raspadori largo a sinistra nel tridente. Le sostituzioni incidono, però, soltanto per i bianconeri, che hanno ora forze fresche sul binario mancino da poter scatenare in contropiede. La Juventus conclude il match facendo correre a vuoto gli avversari col possesso palla e abbassando l’età media con gli ingressi di Rovella, Miretti e Soulé.
Analisi tattica Juventus-Sassuolo: le considerazioni finali
La Juventus parte nel migliore dei modi, mostrando una versione di gran lunga migliore rispetto all’ultima uscita del precampionato. I bianconeri rispondono alle altre big sia vincendo, sia mandando a segno (per due volte) il proprio centravanti Vlahovic. Come già ampiamente parlato nell’analisi tattica di Juventus-Sassuolo, il passaggio al 4-3-3 rigenera la squadra, dandole maggiori certezze sia offensivamente che difensivamente. Tuttavia permane ancora qualcosa da sistemare. Su tutto, la gestione complessiva dei 90 minuti. Come ormai da qualche stagione, la Vecchia Signora alterna momenti di supremazia a cali improvvisi e inspiegabili, durante i quali rimane in balia degli avversari. Da monitorare le condizioni di Zakaria e, soprattutto, di Di Maria che hanno accusato fastidi muscolari.
Per i nero-verdi, invece, la situazione non è molto facile. Nonostante una buona prestazione, la squadra continua a denunciare delle lacune difensive, che hanno condizionato la scorsa stagione, anche se ottima. Gli emiliani patiscono anche le conseguenze di un rinnovamento del set offensivo. Con Traoré infortunato e senza Djuricic e Scamacca, accasatisi altrove, Dionisi si è trovato costretto a schierare un tridente atipico, adattando addirittura Kyriakopoulos. Ad aggravare una situazione già di per sé complessa, ci sono poi le voci riguardanti il possibile trasferimento di Raspadori al Napoli. In attesa che Pinamonti si ambienti meglio nella nuova compagine, il reparto offensivo degli emiliani rischia di poggiarsi su fondamenta poco solide.