Juventus-Torino (1-1): analisi tattica e considerazioni

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All’“Allianz Stadium” è andato in scena il 204° Derby della Mole, con Juventus e Torino che si sono spartite la posta in gioco concludendo la partita sul risultato di 1-1. Alla rete di De Ligt, messa a segno nel 1° tempo su corner grazie ad uno stacco imperioso, ha risposto nella seconda frazione il Gallo Belotti, che in girata ha trovato il gol dopo un’azione insistita di Brekalo sulla sinistra. Il Gallo non segnava in campionato dal 30 ottobre scorso, mentre l’ultima marcatura contro la Juventus l’aveva messa a referto nel 2016. Procediamo ora con l’analisi tattica di Juventus-Torino, cominciando con le formazioni schierate titolari dai due allenatori.

Allegri resta fedele al 4-3-3 utilizzato nelle ultime uscite, dopo l’arrivo di Vlahović dalla Fiorentina. In piena emergenza difensiva, aggravata dall’infortunio estemporaneo di Rugani nel riscaldamento, sceglie di schierare davanti a Szczesny Alex Sandro come difensore centrale a fianco di De Ligt, con Cuadrado e Luca Pellegrini sulle fasce. A centrocampo si affida alla fisicità del trio Zakaria-Locatelli-Rabiot, mentre posiziona Dybala e Morata a supporto del centravanti serbo.

Il Torino di Ivan Jurić si schiera con il solito 3-4-2-1 ed i consueti interpreti. L’unica variazione di rilievo consiste nella scelta di posizionare Pobega a ridosso del recuperato Andrea Belotti, rinunciando a qualcosa in fase di rifinitura ma potendo così contare sulla grande fisicità e abilità in interdizione del classe ’99 azzurro. A completare il tridente offensivo il tecnico croato pone Brekalo. Sulle fasce Singo e Vojvoda, con la coppia Mandragora-Lukić in mediana e il collaudato terzetto difensivo Rodríguez, Bremer, Djidji a difendere la porta di Milinković-Savić.

L’analisi tattica del primo tempo: una Juventus attendista sfrutta con cinismo l’errore difensivo del Torino

Sin dal fischio d’inizio della prima frazione si nota un fattore che caratterizzerà tutto il resto della partita: il pressing altissimo del Torino costringe la Juventus a giocare con fretta e poca lucidità ogni pallone. I calciatori granata ingaggiano in ogni zona del campo duelli fisici 1 contro 1 con i rispettivi avversari bianconeri. Questi, non trovando tempo e spazio per ragionare, perdono spesso palla senza riuscire ad alzare il proprio baricentro.

Nei primissimi minuti, le occasioni più pericolose sono perciò del Torino. Recuperando palla nella trequarti avversaria, gli uomini di Jurić arrivano spesso dalle parti di Szczesny con diversi tiri e cross che impensieriscono il portiere polacco. In fase di possesso, invece, l’espediente tattico studiato dal tecnico croato è quello di girare palla in ampiezza per poi lanciare lungo agli attaccanti e sfruttare le loro “spizzate” per le incursioni centrali dei centrocampisti.

Questa fase iniziale positiva per i granata, tuttavia, è destinata ad interrompersi piuttosto bruscamente. Dopo un primo squillo di Rabiot in contropiede, la doccia gelata per Belotti e compagni arriva al 13′. Sul corner di Cuadrado, la difesa del Torino è mal posizionata e De Ligt insacca per l’1-0. Le colpe sono da attribuire in primo luogo all’errore nella lettura della traiettoria da parte di Milinković-Savić (che accenna all’uscita per poi rinunciarvi), ma gravi sono anche le disattenzioni di Rodríguez, che si perde l’olandese, e di Vojvoda, che non riesce ad anticiparlo di testa.

Juventus-Torino (1-1): analisi tattica e considerazioni
Sul calcio d’angolo di Cuadrado l’indecisione di Milinković-Savić è determinante nel togliere sicurezza a tutto il reparto difensivo, che si perde la marcatura di De Ligt.

Nonostante lo svantaggio, il Torino non alza il piede dall’acceleratore e spinge per trovare il pareggio. L’intensità dei granata, pur facendo lievitare il ritmo della gara con rapidi capovolgimenti di fronte e aumentando la quantità di falli tattici da entrambe le parti, non porta però ad effettivi pericoli per la porta bianconera. Alla mezzora, infatti, sono molti i palloni alti “buttati” dal Toro in area di rigore nella speranza vana di trovare la deviazione decisiva. 

Se Vlahović perde nettamente lo scontro – di fisico e di qualità – con Bremer, Belotti dall’altro lato del campo impegna da solo il reparto difensivo di Allegri grazie alla sua generosità. Nella fase finale del primo tempo, inoltre, la fisicità di Pobega la fa da padrona. Il lavoro sporco dell’azzurro al limite dell’area bianconera permette al Torino di girare palla offensivamente e di chiudere i rivali negli ultimi 30 metri. Il fortino bianconero, però, per il momento non vacilla.

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Pobega e Bremer sono stati entrambi autori di un’ottima prova.

Secondo tempo: dopo il pareggio di Belotti i ritmi si abbassano

Il secondo tempo ricomincia sulla falsariga di come si era concluso il primo. Il Torino continua la sua manovra avvolgente cercando di chiudere la Juve nella propria area di rigore, e i tatticismi prevalgono sulle occasioni da gol. L’ingresso di McKennie per Dybala (costretto al cambio da un affaticamento muscolare) dovrebbe, nelle intenzioni di Allegri, dare più profondità alle ripartenze bianconere, ma di fatto le azioni in contropiede delle Zebre risultano piuttosto sterili.

A circa mezz’ora dalla fine arriva l’episodio che cambia nuovamente il risultato della gara. Dopo un’azione insistita sulla sinistra, Brekalo riesce a crossare per Belotti, che in girata mette la sfera alle spalle di Szczesny. Anche in questa occasione è decisivo il cattivo posizionamento della difesa. Sul cross del fantasista croato, Alex Sandro si perde completamente il centravanti e sbaglia la misura dell’intervento di testa offrendo al Gallo la palla dell’1-1.

Juventus-Torino (1-1): analisi tattica e considerazioni
Il leggero “blocco” di Vojvoda ai danni di Cuadrado è decisivo nel permettere a Brekalo di trovare lo spazio per crossare liberamente. In mezzo all’area, il Gallo Belotti prende posizione su Alex Sandro.

Inoltre, nell’azione che porta al gol, è opportuno notare il lievissimo – ma decisivo – “blocco” cestistico operato da Vojovoda a Cuadrado. Il colombiano non riesce infatti ad opporsi con prontezza al cross di Brekalo dalla sinistra, che trova Belotti in area di rigore.

Il finale di gara, nonostante la girandola di cambi per entrambe le squadre, non brilla per le occasioni create. Tutt’altro: i nuovi ingressi (su tutti quello di Kean per Vlahović, che sposta Morata centralmente, e di Pjaca per Brekalo) non riescono ad incidere, e la gara si spegne inesorabilmente. La stanchezza in campo per una prima frazione giocata a ritmi elevatissimi pesa sulla qualità delle giocate, che diventano prevedibili nonostante le frequenti sortite offensive dei difensori di Jurić

Nei 5′ finali, Allegri prova a buttare in avanti il “corto muso” pressando il Torino sino alla sua area di rigore, ma Milinković-Savić e compagni reggono all’urto dei bianconeri e si guadagnano un buon pareggio.

Analisi tattica Juventus-Torino: le considerazioni finali

La Juventus ha giocato la consueta partita di rimessa. Gli uomini di Allegri, abbastanza solidi difensivamente, non sono riusciti tuttavia a creare pericoli alla porta granata con la continuità e la qualità necessarie. In più occasioni nel corso della gara, anzi, sembrano essere andati in difficoltà a causa della grande fisicità imposta dal pressing forsennato del Torino. Questi segnali non possono certo far dormire sonni tranquilli Allegri in vista della sfida di Champions col Villarreal di martedì.

Juventus-Torino (1-1): analisi tattica e considerazioni

I granata hanno dimostrato di essere una squadra ben assortita, in grado di giocarsela contro qualsiasi avversario in Serie A. Se qualcosa in più potevano fare sfruttando le diverse occasioni concesse dai disimpegni sbagliati dei bianconeri, la loro prova difensiva è stata quasi perfetta. I prossimi impegni (Cagliari e Bologna) saranno decisamente più abbordabili, e consentiranno al Toro di provare a riavvicinarsi alla zona-Europa.

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