Come nel 2014 e nel 2015: la Juventus batte il Torino per 2-1 vincendo nei minuti finali e regalando a Pirlo la prima gioia nel derby da allenatore. Una gara difficile per i bianconeri, svogliati nel primo tempo e più determinati nella ripresa, in particolare negli ultimi venti minuti anche grazie alle forze fresche. Due gol quasi in fotocopia per ribaltare il Toro e tornare ai tre punti in campionato dopo il pareggio di Benevento: un’iniezione di fiducia per il prosieguo della stagione.
Juventus-Torino 2-1, Pirlo: «Cuore e intensità nel nostro dna»
La gioia di Andrea Pirlo nel postpartita ai microfoni di Sky Sport. «Vivere il derby da allenatore è più bello e faticoso, in campo si vive diversamente. Il risultato non cambia comunque e la sensazione finale è sempre molto bella. Nel primo tempo non siamo riusciti ad essere aggressivi e a muovere velocemente il pallone, siamo stati troppo statici e non siamo riusciti a riempire l’area di rigore quando riuscivamo a trovare il giocatore nell’ampiezza. Dobbiamo migliorare nel muovere velocemente il pallone altrimenti diamo agli avversari la possibilità di sistemarsi e diventa difficile trovare gli spazi per attaccare.
Nel secondo tempo abbiamo cambiato marcia, ricordiamoci che il nostro dna è mettere cuore e intensità. Nella ripresa non abbiamo mai sofferto, poi quando chiudi gli avversari nella loro metà campo diventa più semplice. Abbiamo subito gol dopo pochi minuti e la partita è diventata sempre più complicata contro una squadra che si difende bene. Oggi abbiamo ritrovato quello spirito che ci è mancato in altre partite».
Pirlo prosegue nell’analisi: «Non è sempre facile arrivare al gioco tramite azioni pulite, soprattutto quando trovi squadre organizzate come il Torino o il Benevento domenica scorsa. Quando gli avversari si chiudono hai bisogno di muoverti, trovare più spazi e cercare la profondità. Nel primo tempo non lo abbiamo fatto mentre nel secondo ci siamo riusciti con più giocatori. Il cuore viene in concomitanza con il gioco che si sviluppa in campo. Kulusevski e Dybala? Mi aspetti di più da tutti, a volte capita di avere giocatori che non possono dare il cento per cento, l’importante è l’atteggiamento. Chi è entrato nel secondo tempo lo ha fatto con cuore e testa».
Le parole del tecnico bianconero su Cuadrado e Chiesa
Pirlo sui singoli: «Tante volte è importante l’esperienza nel saper giocare certi tipi di partite. Cuadrado è un campione che viene da dieci anni di gare di alto livello, è abituato a queste partite. Chiesa? Ricordiamoci che fino a qualche settimana fa non ha mai giocato una partita in Europa. Indossare la maglia della Juventus ha un altro peso e deve imparare a leggere le varie situazioni in campo. I giocatori giovani vanno aspettati ma anche incoraggiati a far emergere le proprie qualità».
Da quattro mesi sulla panchina della Juventus, il giovane tecnico fa un primo bilancio. «Sono contento su alcuni aspetti, soprattutto nella gestione del gioco e in alcune situazioni e posizioni che iniziamo ad assimilare. Non sono soddisfatto invece sotto l’aspetto psicologico e per i risultati altalenanti. Una squadra come la Juventus non può permettersi partite con poca voglia e personalità. Su questo tasto dobbiamo migliorare, non esistono più le partite già vinte prima ancora di giocarle».