Gli acquisti – e le cessioni – di mercato hanno certamente lanciato un segnale alle altre squadre di Serie A. I due innesti hanno dato da subito entusiasmo, freschezza, e consapevolezza dei propri mezzi. Dalla fase difensiva a quella offensiva, passando per il centrocampo, in grado finalmente di costruire e gestire palloni, senza perderne troppi (e di sanguinosi). L’attacco bianconero, fino a questo momento, spesso al centro di critiche, ha trovato un punto di riferimento e ha messo in mostra tutte quelle qualità, nascoste e ormai dimenticate. Paulo Dybala e Alvaro Morata hanno giocato sì per Vlahovic, ma in favore della squadra, pronta a ritornare tra le prime. Ci sono tutte le premesse per un nuovo inizio della Juventus.
Juventus: un nuovo inizio partendo dagli acquisti
Partendo dai nuovi arrivati, ovvero Denis Zakaria e Dusan Vlahovic, c’è già il chiaro segnale che la Juventus vuole costruire sui giovani per un progetto a breve, e lungo, termine. Le due new entry non hanno deluso le aspettative e nella gara d’esordio, all’Allianz Stadium di Torino, contro l’Hellas Verona, hanno subito lasciato il segno. Prima l’attaccante serbo e poi il centrocampista svizzero, garantendo la vittoria ai bianconeri di Allegri. Match chiuso infatti sul risultato di 2-0, con il quarto posto momentaneamente raggiunto.
Prestazione convincente e del tutto positiva, con Zakaria che si è rivelato essere una piacevole sorpresa – dato che non aveva mai giocato in Italia – mentre Vlahovic ha confermato le proprie qualità, siglando subito il primo sigillo con la “7 bianconera”.
Si riparte anche dagli altri
Non sarebbe giusto tralasciare le prestazioni di chi c’è sempre stato, dall’inizio alla fine.
Dalla difesa, con Mattia De Sciglio, all’attacco, con Alvaro Morata e Paulo Dybala, senza trascurare il centrocampo, dove c’è Adrien Rabiot. Questi quattro nomi sono spesso stati criticati a causa di un “rendimento opaco” o comunque al di sotto delle aspettative.
Eppure è bastato davvero poco per far capire a tutti quale fosse il vero problema dei bianconeri, ovvero quello di non avere un punto di riferimento e una rosa ben delineata. Nella partita contro l’Hellas Verona, l’entusiasmo dei nuovi ha contagiato tutti e, in primis, i quattro calciatori citati. De Sciglio ha spesso alternato fase difensiva e offensiva, facendo il suo. Rabiot si è lasciato andare ad una soluzione da fuori area, creando qualche problema al portiere avversario.
Dybala e Morata non hanno mai tirato in porta nel corso della propria partita, ma hanno disegnato un assist a testa, rispettivamente a Vlahovic e Zakaria, giocando per – e con – la squadra. Il numero 10 argentino ha spesso cambiato gioco, per liberare una zona di campo fin troppo frequentata; il numero 9 spagnolo è invece “rinato”, tornando ad essere quel calciatore che tutti ricordavano ai tempi della “prima Juventus” e della finale di Champions League.
Sia Dybala che Morata – come tutta la squadra – avevano bisogno di qualcuno che fosse in grado di buttare dentro il pallone, per esprimere al meglio il proprio gioco, fatto di virtuosismo, sacrificio e altruismo.
Una squadra compatta
Una Juventus pronta ad un nuovo inizio, con Dusan Vlahovic che, a quota 18 reti in Serie A 2021/22 (17 con la Fiorentina e 1 con la Juventus), ha già conquistato la fiducia di tifosi e allenatore.