Per il terzo anno consecutivo, l’urna di Nyon non conterrà il nome della Juventus per la costituzione degli accoppiamenti dei quarti di finale di Champions. I bianconeri subiscono una pesantissima sconfitta casalinga per 0-3 contro il Villarreal. La squadra di Allegri, dopo un buon primo tempo, si lascia dominare da un eccesso di pazienza e dalla paura di rischiare. Chi trova invece la via del gol sono gli spagnoli di Emery, che negli ultimi 15 minuti approfittano di tre distrazioni difensive e staccano il pass per il prossimo turno. Non resta ora che immergerci nell’analisi tattica di Juvetus-Villarreal per scandagliare a fondo le cause dell’ennesima debacle europea dei bianconeri. Iniziamo come sempre dalle formazioni.
I padroni di casa vengono confermati col 4-4-2. Szczesny in porta, difesa con Danilo e De Sciglio esterni bassi e coppia centrale formata da De Ligt e Rugani. A centrocampo, ancora spazio per gli inamovibili Rabiot, Arthur e Locatelli, con Cuadrado largo a destra a completare il reparto. Davanti, il duo Morata-Vlahovic.
Anche gli amarillos rispondono con un 4-4-2 in piena emergenza. Rulli tra i pali, protetto dalla retroguardia composta da Estupinan, Pau Torres, Albiol e Aurier. Mediana affidata a Capoue e Parejo, con Pino e Trigueros larghi. In attacco, confermati Danjuma e Lo Celso.
Primo tempo: punge di più la Juve, ma il gol non arriva
Col pareggio allo “Stadio della Ceramica”, entrambe le squadre sono chiamate alla vittoria per passare il turno. La prima frazione di gioco è di marca prevalentemente bianconera. O almeno, gli uomini di Allegri sono quelli che ci provano di più. Per imporre il proprio imprinting al match, la Juventus ripresenta la medesima organizzazione che abbiamo evidenziato nell’analisi tattica della partita in casa del Villarreal. E cioè un 4-4-2 solo apparente, che maschera, in realtà, un 3-5-2.
La scelta del tecnico livornese presuppone un piano-partita impostato sulla ricerca dell’ampiezza. De Ligt fa il centrale del trio difensivo, con Rugani sul centro-sinistra e Danilo che stringe la propria posizione. Quest’assetto consente a Cuadrado e De Sciglio di poter partire più alti a inizio azione e, di conseguenza, costringere gli esterni spagnoli ad abbassarsi in ripiegamento. Arthur rimane a protezione, da play, mentre Locatelli e Rabiot alzano il loro raggio d’azione, andando a collocarsi tra le linee.
Anche gli spagnoli rivestono una pelle tattica diversa. In fase di non possesso, la squadra di Emery si dispone effettivamente col 4-4-2, anche se non disdegna di passare al 5-4-1 ove necessario. Quando gli ospiti sono in possesso di palla, però, si schierano con un 4-2-3-1 un po’ asimmetrico. Lo Celso gioca alle spalle di Danjuma, per legare il gioco. Pino rimane molto largo a destra, mentre Trigueros taglia dentro al campo, fungendo da secondo rifinitore alle spalle della punta. Ad accompagnare l’azione arrivano poi puntuali i due mediani.
Entrambe le squadre si affidano al possesso palla per stanare l’avversaria. Ma lo fanno con modalità e tempi diversi che andiamo a spiegare qui di seguito.
Analisi tattica Juventus-Villarreal: l’andamento della gara
Come detto poc’anzi, tra le due, è la Juventus a voler fare la partita. Allegri reclama ai suoi la proverbiale calma e in più chiede che il gioco venga dirottato sugli esterni, passando attraverso un giro palla avvolgente, anche se non velocissimo. Sia Cuadrado a destra, che De Sciglio a sinistra giocano molto alti e dimostrano subito grande intraprendenza nell’attaccare gli avversari nell’uno contro uno. Dai loro cross, però, non si originano occasioni ghiotte.
Il Villarreal accetta il predominio territoriale dei padroni di casa, difendendosi con tutti gli effettivi dietro la linea della palla. Al contrario della Juventus, gli spagnoli non hanno alcun interesse ad alzare il ritmo della gara. Per questo cercano di congelare il possesso, non rinunciando ad impostare da dietro anche contro la pressione avversaria. Con Arthur e Locatelli francobollati a Parejo e Capoue a inizio manovra, la fase di impostazione è delegata ai centrali.
Se i bianconeri viaggiano prevalentemente per via orizzontale, gli amarillos scelgono le tracce verticali, andando a trovare gli uomini tra le linee. Al contempo, i terzini non disdegnano a sovrapporsi. A sinistra, Estupinan beneficia dello spazio creato dal movimento a convergere di Trigueros, che attira Cuadrado su di sé. A destra, invece, Aurier porta superiorità a Pino. I giocatori esterni del Villarreal creano inizialmente qualche problema alla difesa bianconera, grazie alla loro tecnica e velocità. Ma nel primo tempo gli spagnoli riescono a costruire esclusivamente qualche conclusione da fuori.
Col passare del tempo, la squadra di Allegri prende definitivamente possesso della metà campo avversaria, portando tutti i propri giocatori di movimento oltre la linea di metà campo. Danilo e Rugani partecipano alla fase di costruzione giocando praticamente in linea con Arthur. Gli spagnoli sono costretti a difendersi con le linee molto strette negli ultimi 20 metri, con Pino addirittura a fare il quinto di difesa. In mezzo al campo c’è molta densità e gli spazi sono davvero limitati. L’unico modo per aprirne è coinvolgere Vlahovic, con i suoi cambi di gioco. Oppure andare a ricercare gli inserimenti di Locatelli o Rabiot alle spalle degli esterni spagnoli. Ma è una soluzione che la Juventus esplora pochissimo, a torto.
Con un possesso di palla piuttosto lento e con una mole infinita di passaggi, le occasioni più importanti per la Juventus nascono da situazioni casuali o dalle rare giocate a due delle punte.
Secondo tempo: il Villarreal approfitta delle distrazioni difensive
Nella ripresa, il copione di questa nostra analisi tattica di Juventus-Villarreal non cambia. Sono ancora i bianconeri a tenere il pallino del gioco, ma con una sottile differenza. Rispetto al primo tempo, il Villarreal rinuncia ad offendere e si adagia nella propria trequarti difensiva, lasciando che siano i padroni di casa a fare la partita. Trovare spazi resta sempre difficilissimo, perché gli spagnoli sono molto ordinati. Ma la squadra di Allegri ha anche i suoi demeriti.
Azioni molto lunghe, fatte di tanti passaggi in orizzontale da una fascia all’altra, senza che si riesca a creare superiorità numerica. Il giro-palla è lento, prevedibile e soprattutto molto scolastico. Nessuno forza la giocata e c’è troppo poco movimento senza palla. Nelle rare occasioni in cui si riesce ad attaccare la linea difensiva amarilla, sopraggiungono errori tecnici nel dosare i passaggi. Sintomo che l’ansia per non aver ancora sbloccato la gara comincia a salire. Nonostante il Villarreal non palesi alcun interesse ad alzare il ritmo, è Emery il primo a cambiare qualcosa. Al minuto 64, dentro Coquelin e Chukwueze per Pino e Trigueros. La Juventus fatica con le azioni manovrate, per questo prova ad alzare l’intensità del pressing sfruttando qualche break. I bianconeri non riescono più a servire le punte e qualche tentativo dalla distanza risulta piuttosto velleitario.
Al minuto 74, il tecnico spagnolo decide di rinfrescare ancora di più il suo attacco e azzecca il cambio che svolta la partita. Dentro Moreno e fuori Lo Celso. Appena 3 minuti dopo, il neoentrato premia il taglio verticale di Coquelin, che viene steso da Rugani in area. Rigore. Dal dischetto, l’attaccante spagnolo non sbaglia. È l’inizio di una rovinosa caduta. La Juventus, per forza di cose, ha bisogno di riversarsi ancora di più in avanti. Dybala entra subito per il difensore, andandosi a posizionare largo a destra nel 4-3-3, con Danilo a fare il secondo centrale. A 7 minuti dalla fine, dentro anche Bernardeschi per Locatelli e Juve col 4-2-3-1.
I minuti finali
Una squadra così sbilanciata e presa dalla frenesia si espone al contempo alle ripartenze degli spagnoli, che trovano altre due reti in 5 minuti. Prima con Pau Torres, lasciato completamente solo su situazione di calcio d’angolo. Poi al novantesimo con Danjuma, ancora su rigore, assegnato da Marciniak. Pleonastico l’ingresso in campo di Kean per Morata poco prima del secondo penalty. Finisce con un sonoro 0-3 e col Villarreal ai quarti di Champions.
Analisi tattica Juventus-Villarreal: le considerazioni finali
Anche l’ultima speranza di avere una squadra italiana nelle prime 8 d’Europa naufraga rovinosamente. Una disfatta che ha dalle ripercussioni su tutto il nostro movimento calcistico, oltre che sul prosieguo della stagione juventina. Le ultime tre spedizioni europee dei bianconeri, eliminati da squadre sì toste, ma tranquillamente alla portata, tracciano dei confini ben precisi sulla dimensione internazionale del club. Stasera si è avvertita ancora una volta l’assenza di giocatori responsabili e di qualità (ingresso di Dybala un po’ tardivo?) che facciano davvero la differenza. Ritmo basso, palleggio prevedibile e assenza totale di iniziative per cercare di smuovere un piattume tecnico e morale, che troppo spesso si nasconde dietro quella assordante richiesta di calma da parte di Allegri. Per fortuna, la stagione non finisce qui. Ecco perché è necessario riprendersi da questa batosta il più velocemente possibile.
Per Emery potrebbero essere spese le stesse parole che abbiamo usato per Simeone a conclusione dell’analisi tattica di Manchester-Atletico. E per certi versi, è una partita quasi fotocopia, almeno per l’atteggiamento messo in campo dalle due squadre spagnole. Il Villarreal ha saputo leggere i momenti della partita con lucidità ed esperienza. Non ha disdegnato di concedere campo ai bianconeri, sacrificando tutti i propri uomini. Però ha trovato tempestivamente le giuste energie dalla panchina, dimostrando che, nonostante l’emergenza infortuni, c’è un solido e valoroso gruppo. Anche gli amarillos si presentano come avversaria non graditissima da affrontare.